FOGLIO DI COLLEGAMENTO INTERNO
DEL COMITATO PAUL ROUGEAU / ELLIS(ONE) UNIT
Numero 76 - Marzo 2000
SOMMARIO:
1) Convocazione dell'assemblea ordinaria dei soci per il 6 Maggio 2000
2) La risposta della corte suprema per Gary dopo il 29 Marzo?
3) Completato il trasferimento alla Terrell Unit
4) Repressione e drammatiche esecuzioni in Texas
5) Prenotate il vostro giorno di digiuno
6) Eccezionale notizia dal gruppo di La Spezia
7) Gli argomenti del lupo
8) Innocenza: un'arma a doppio taglio
9) Kenneth Eugene Foster Jr, no 999232
10) Desiderano corrispondere
11) Richard Wayne Jones
12) Non un brandello di decenza - di Richard Rossi
13) Aggiornamenti
14) Notiziario
15) Dalla redazione
1) CONVOCAZIONE DELL'ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI PER IL 6 MAGGIO 2000
L'Assemblea ordinaria dei Soci del Comitato Paul Rougeau e` convocata per il giorno 6 maggio 2000 in Firenze alle ore 16 presso la sede del consiglio di quartiere n.2, in p.zza Alberti. Se necessario i lavori verranno sospesi alle ore 19:30' del 6 maggio e ripresi il 7 maggio alle ore 10.
L'ordine del giorno e` il seguente: 1) relazione sulle attività nell'ultimo anno, 2) illustrazione ed approvazione del bilancio per il 1999, 3) eventuali dimissioni e rielezione del Consiglio direttivo, 4) iniziative in difesa di Gary Graham, 5) interventi dei soci e degli esponenti degli altri comitati, 6) programmazione delle attività future, 7) varie ed eventuali.
Firmato: Loredana Giannini, Presidente del Consiglio Direttivo
Per informazioni riguardo alla partecipazione all'Assemblea e per la prenotazione del pernottamento a Firenze, contattare Loredana Giannini (tel.055 474825 - paulrou@tin.it)
2) LA RISPOSTA DELLA CORTE SUPREMA PER GARY DOPO IL 29 MARZO?
Il silenzio di Gary Graham ci preoccupa non poco. Due mesi dopo il suo arrivo alla Terrell Unit, in un clima di accentuate restrizioni ed intimidazioni nei riguardi dei condannati a morte, si e` interrotta la regolare corrispondenza
che avevamo con lui: non risponde alle nostre lettere ormai da quasi tre mesi. Neanche per dirci se ha ricevuto gli ultimi accrediti che gli abbiamo fatto per finanziare la sua difesa legale.
L'avvocato Dick Burr ci ha aggiornato con un messaggio del 20 marzo sulla situazione legale del proprio assistito: ha saputo che la Corte Suprema ``in un qualsiasi momento dopo il 29 marzo'' fara` sapere la sua intenzione ``di prendere in esame il ricorso di Gary Graham ovvero di rigettarlo senza commento''. Nel caso in cui la Corte Suprema federale dica di non voler considerare il ricorso, la Corte statale che processo` originariamente Gary potra` fissare con un preavviso minimo di 31 giorni - su richiesta dello Stato - la data di esecuzione. In quel momento dovranno essere pronte le nuove prove di innocenza per consentire all'avvocato di presentare una domanda di sospensione della sentenza. Le nuove prove a discarico costituirebbero la materia per tentare di ottenere udienza, in rapida successione, prima a livello statale poi federale.
Una delegazione del Comitato Paul Rougeau, ha inoltre incontrato a Roma l'investigatore che lavora per Gary Graham ed ha potuto avere direttamente una conferma dell'importanza delle nuove prove di innocenza emerse negli ultimi tempi. L'investigatore ha potuto maturare la personale opinione della non colpevolezza di Gary nonostante il fatto che alcuni amici estremisti di quest'ultimo abbiano finito per intralciare le indagini intimidendo i testimoni. Abbiamo avuto colorite conferme del ritratto psicologico di Gary Graham, il quale - per un atteggiamento troppo aggressivo e sprezzante, avallato dai suoi sostenitori - rischia di diventare un `eroe morto' se non si accontenta di rimanere un povero Cristo (vivo). L'investigatore ci ha inoltre permesso di conoscere piu` a fondo i contorni della vicenda giudiziaria di Gary Graham: abbiamo per esempio appreso che l'unica testimone d'accusa, la signora Bernardine Skillern, e` viva e non deceduta, come da noi ritenuto, ed e` di pelle nera e non bianca come da noi sempre immaginato.
Anche se l'investigatore in certi periodi lavora perfino gratis per Gary, continuano ad essere necessari fondi per le indagini. E` accaduto per esempio che, dovendo recarsi in un altro stato per intervistare un testimone reticente, il detective si sia sentito proporre dall'avvocato di sostituire il viaggio con una telefonata... per risparmiare. Ovviamente data la delicatezza della materia una telefonata non e` certo la stessa cosa. Ci siamo sforzati di inviare subito un altro piccolo contributo all'avvocato (1000 dollari) per le spese minime indispensabili ma la carenza di fondi - e i debiti da noi accumulati negli ultimi tempi proprio per aiutare Gary - non ci hanno consentito di fare di piu`. Rilanciamo percio` la proposta di RACCOGLIERE FONDI PER LA DIFESA DI GARY GRAHAM in questo momento CRUCIALE a tutti coloro che non siano gia` impegnati per altri detenuti. L'interruzione della corrispondenza ci ha impedito di ottenere il dipinto Maintain in grande formato. Come segno di riconoscenza di Gary invieremo comunque, a coloro che lo desiderano, un POSTER formato A3 che riproduce il dipinto. Versate i contributi raccolti sul c.c.p. del Comitato Paul Rougeau, n. 45648003, Viale Pubblico Passeggio, 46 - 29100 Piacenza, specificando la causale.
3) COMPLETATO IL TRASFERIMENTO ALLA TERRELL UNIT
All'inizio di marzo i tre quarti dei condannati a morte del Texas si trovavano ancora nella vecchia Ellis One Unit di Huntsville. In due giorni, il 2 e il 3 marzo, e` stato completato il trasferimento di tutto il braccio della morte nella Terrell Unit. Ora tra le sbarre e gli oscuri graffiti della vecchia Unit aleggiano solo i fantasmi.
Riportiamo alcune annotazioni sul trasferimento, scritte da un detenuto ad un attivista di Amnesty:
(...) assonnato e ansioso aspettavo che mi venissero a prendere, li sentivo trascinare i carrelli verso l'ingresso mentre conducevano gli altri prigionieri agli autobus. Ho aspettato parecchio perche' hanno fatto tre viaggi con i bus prima di ritornare a prenderci. Dopo tre ore, al loro ritorno i funzionari e gli altri sapientoni hanno dovuto pur pranzare scambiandosi le impressioni sul modo in cui erano riusciti a degradare il piu` possibile i detenuti durante il trasferimento.
Alla fine arrivano, ci perquisiscono a nudo e ci impongono di indossare soltanto le mutande, ci portarono giu` nell'atrio scalzi con le mani incatenate dietro la schiena. Scendere nell'atrio in mutande non e` proprio la mia idea di decoro ma ho visto alcuni portati giu` con indosso solo le manette.
(...) Fai due passi indietro! Alza le braccia! Apri la bocca! Infila in bocca due dita ed allarga le guance! Spogliati e butta le tue mutande in quel punto! (Nota: ogni tipo di persone sono presenti a questo festival: incluse le segretarie che registrano il nome e il numero di matricola, divertite al nostro passaggio (...) soffrono di ridarella, ci additano e si scambiano commenti a bassa voce). Solleva le noci! Con le dita allarga le chiappe e mostramele!
(...) Siediti in terra con i piedi distesi! Dovrei sospettare che sta succedendo qualcosa di nuovo e di terribile ... Non riesco a capirlo (...) finche' le guardie non mi tirano su (...) e una di loro mi dice: ``Non cercare di raddrizzarti!'' e capisco immediatamente perche'. Le catene che collegano le manette con le catene chiuse intorno alle caviglie sono lunghe solo 15 centimetri cosicche` sono costretto a stare piegato in avanti con la testa vicino alle ginocchia.
(...) Immagina lo spettacolo: queste persone cosi` umiliate che camminano davanti a tutti i direttori, le guardie, le segretarie, e i poliziotti, e, non dimentichiamolo, il cameraman della prigione che ha la sua giornata di gloria a nostre spese. Penso che perfino a te, leggendomi, venga voglia da ridere, non ti biasimo per questo, e lo ammetto: quando ho visto come camminavano alcuni miei compagni ho riso anch'io.
[E` stato riferito che, non essendo consentito ai condannati di andare alla toilette nel corso del trasferimento, un uomo che stava male e` stato costretto a sporcarsi: egli non faceva che scusarsi con gli altri e piangere]
(...) Sono qui. La cella e` pulita e piu` grande di quella di Ellis ma l'isolamento e` reale e pressante.
(...) la mia unica finestra e` una feritoia orizzontale lunga un metro e venti centimetri, attraverso la quale lo sguardo puo` passare se ci si alza sulla punta dei piedi; mentre da Ellis si potevano scorgere dei pascoli, qui ho l'assoluto piacere di vedere la rete di recinzione dei trasformatori sulla quale c'e` scritto: ``Alta tensione''. Se guardo piu` su vedo un pezzetto di cielo che, insieme a qualche uccello volato sulla rete, costituisce la mia unica vista sulla natura (...)
4) REPRESSIONE E DRAMMATICHE ESECUZIONI IN TEXAS
Altre spietate esecuzioni si sono susseguite in Texas, di pari passo con l'aumento della repressione nei riguardi dei condannati a morte.
Betty Luo Beets e` stata uccisa in Texas il 24 febbraio all'eta` di 62 anni, dopo che le era stata negata la commutazione della pena nonostante le forti attenuanti costituite dalle sue vicende di bambina e di donna fisicamente e sessualmente abusata. L'esecuzione della Beets, seconda donna ad essere `giustiziata' in Texas nell'arco di un secolo, e` stata vissuta come una bruciante sconfitta da larghi settori del movimento abolizionista che si erano impegnati allo spasimo per salvarle la vita.
Odell Barnes e` stato puntualmente ucciso il 1 marzo nonostante il forte impegno dei suoi sostenitori europei che erano riusciti a far emergere consistenti dubbi sulla sua colpevolezza. Per il suo ultimo pasto Barnes ha ordinato: ``Giustizia, uguaglianza e pace nel mondo''. Sul lettino dell'esecuzione ha dichiarato, rivolgendosi a i suoi sostenitori: ``Grazie di aver provato la mia innocenza, anche se non e` stata recepita dalle corti. Possiate continuare nella lotta per cambiare tutto cio` che viene fatto qui dentro''. Personaggi politici francesi di prima grandezza, come Jack Lang e Lionel Jospin, si erano esposti personalmente per salvare al vita di Odell Barnes. La Coalizione Europea per l'Abolizione della Pena di morte si ripropone di continuare la battaglia legale per dimostrare l'innocenza del condannato. Sembra che siano stati raccolti ingenti fondi per proseguire le investigazioni.
Anche Ponchai Wilkerson, afroamericano di 28 anni, e` stato ucciso dallo stato del Texas come previsto il 14 marzo ma ha opposto una incredibile resistenza. Ponchai e` stato sostenuto nelle sue battaglie da una minoranza di abolizionisti radicali decisi a combattere con tutti i mezzi la pena capitale e a denunciare l'attuale sistema politico americano. Egli non si e` mai dichiarato innocente di un crimine che non riteneva costituire un reato capitale. Dai suoi sostenitori Ponchai e` considerato un eroe (mentre la maggioranza degli abolizionisti americani, probabilmente per l'atteggiamento di totale rottura che ha egli ha assunto nei riguardi del `sistema', non l'ha aiutato piu` di tanto). Il suo avvocato si e` rifiutato di preparare una domanda di grazia (che e` stata comunque presentata dai suoi amici e regolarmente respinta). Occorre ricordare che Ponchai `Kamau' Wilkerson ha fatto parte del manipolo di sette detenuti che avevano tentato l'evasione da Ellis One il 26 novembre del 1998 (evasione che riusci` solo a Martin Garule, subito affogato in un fiume, e che origino` un'immane ondata repressiva, che dura tutt'ora, nei confronti dei condannati a morte). Ponchai si arrese solo dopo che guardie erano riuscite a farne il bersaglio dei loro fucili. Ha partecipato al digiuno di protesta contro le condizioni di detenzione nella Terrell Unit nei primi 21 giorni del 2000. Portato in udienza l'8 febbraio per vedersi fissare la data dell'esecuzione, Ponchai ha parlato fieramente in sua difesa e contro la pena di morte. Alla fine e` stato trascinato via da cinque guardie mentre un sua amica abolizionista protestava vivacemente (guadagnandosi una condanna a 30 giorni di carcere). Esasperato per lo scarso risultato dello sciopero della fame, insieme ad un altro detenuto aveva sequestrato un agente donna di 57 anni il 21 febbraio, a tre settimane dall'esecuzione. L'ostaggio fu rilasciato indenne dopo 13 ore in seguito alla mediazione di tre abolizionisti che hanno poi diffuso alla stampa i motivi della disperata sortita: ancora la protesta per le condizioni di detenzione nel braccio della morte. La terribile veglia della morte (vedi n. 74 pag. 10) per Ponchai e` stata inasprita al massimo: privazione di tutte le sue proprieta`, nessun contatto ed isolamento in un'ala delle Terrell Unit a lui appositamente riservata. Il 14 maggio e` stato tirato fuori dalla sua cella col gas asfissiante dopo che aveva rifiutato in blocco il rituale dei condannati a morte (niente ultimo pasto, niente firma degli ultimi documenti, nessuna collaborazione col personale penitenziario). Messo nella cella di attesa accanto alla camera della morte di Huntsville, ne era stato tirato fuori a forza dal `team di estrazione' (costituito da guardie provviste di scudi, corazze ed armi non-letali). Malconcio, fissato come una mummia con legami supplementari al lettino di esecuzione, percepiva gia` il flusso delle sostanze letali, tuttavia ha avuto la forza di sputare una chiave per manette, mormorando: `il mio segreto'. Il segreto e` costituito dal modo in cui si era procurata la chiave e aveva potuto tenerla nascosta (le continue perquisizioni hanno per oggetto anche la cavita` orale).
Le imprese di Ponchai Wilkerson non potevano non comportare altre rappresaglie nei riguardi dei detenuti, ma il sistema ha aspettato di ucciderlo, e il verificarsi di un accoltellamento mortale tra carcerati comuni, per reagire. Il 16 marzo e` stata ordinata la chiusura in `lock down' delle 112 prigioni del Texas, a tempo indeterminato. Non sono consentite visite e i prigionieri sono confinati permanentemente nelle loro celle. Un provvedimento di tale portata, che coinvolge tutti i 151.000 detenuti del Texas, era stato preso l'ultima volta nel 1998 per rappresaglia contro la tentata evasione del 26 novembre di Garule e compagni. Vengono perquisite (e messe completamente a soqquadro) tutte le celle e confiscati oggetti `pericolosi' fossero anche elastici di mutande o fermagli per le carte. Dopo alcuni giorni di perquisizioni, non essendo stato trovato nessun oggetto veramente pericoloso, il provvedimento e` stato revocato in una parte delle carceri ma rimane per il braccio della morte. Al momento dell'uscita di questo bollettino apprendiamo che la possibilita` delle visite e` stata ripristinata per alcuni detenuti.
E` in corso una serrata discussione tra gli abolizionisti, e certamente tra i condannati, sulla liceita` di compiere imprese dimostrative tipo quelle di Martin Garule e di Ponchai Wilkerson, che scatenano pesantissime rappresaglie nei riguardi di tutti i condannati a morte (e non solo).
5) PRENOTATE IL VOSTRO GIORNO DI DIGIUNO
Ricordiamo che per partecipare alla `CAMPAGNA DIGIUNO' contro le inumane condizioni di detenzione nel nuovo braccio della morte del Texas presso la Terrell Unit, occorre contattare una delle coordinatrici dell'operazione:
Katia Rabacchi tel.: 0339 2652452 - 059 391654 email: drmoonkey@yahoo.it
Chiara Silva tel.: 0329 2211753 - 0373 250044 email: chiarasilva@libero.it
Katia ci comunica che la campagna sta andando davvero a gonfie vele, infatti alcune prenotazioni si spingono fino a luglio, ma purtroppo non ci sono molte richieste di partecipazione dall'Italia.
6) ECCEZIONALE NOTIZIA DAL GRUPPO DI LA SPEZIA
Mauro Dispenza e` animatore gioviale e determinato di campagne abolizioniste e di sostegno ai prigionieri nei bracci della morte statunitensi. Corrispondente di Scotty Moore, `giustiziato' nell'Oklahoma lo scorso anno, in ossequio alle ultime volonta` del suo amico, ha ottenuto che le sue ceneri venissero deposte in Italia. Mauro lavora quasi a tempo pieno, con un gruppo di amici di La Spezia, sotto diverse bandiere (tra cui quella del Comitato Paul Rougeau e quella del Comitato Mumia Abu-Jamal). Negli ultimi tempi e` stato protagonista di iniziative originali ed incisive che hanno suscitato l'interesse dei mezzi di comunicazione di massa. I suoi appelli, ripresi dalla rivista Famiglia Cristiana all'inizio del 2000, hanno innescato l'avvio di una corrispondenza tra quarantuno cittadini italiani e i detenuti dei bracci della morte del Texas e dell'Arizona.
I ripetuti appelli di Mauro Dispenza e dal gruppo di La Spezia hanno inoltre promosso la raccolta dei fondi necessari ad un detenuto dell'Oklahoma, tale Loyd Winford LaFevers, il quale chiedeva da anni di sottoporsi ad un test del DNA che poteva scagionarlo. Il gruppo di La Spezia e` riuscito a mettere insieme la somma necessaria per il test del DNA, LaFevers si e` potuto sottoporre a questo esame in extremis (dopo 14 anni passati nel braccio della morte stava per essere ucciso) ed il risultato e` stato favorevole al detenuto! Si e` dimostrato che il sangue che fu trovato sui vestiti della vittima di un omicidio non era il suo, come egli aveva sempre affermato. Ha ottenuto una sospensione di 90 giorni dell'esecuzione e si apre per lui la possibilita` di un nuovo processo. Ora possiamo sperare che si arrivi alla liberazione di quest'uomo rinchiuso per tanti anni nel braccio della morte dell'Oklahoma situato nel lugubre carcere sotterraneo di super massima sicurezza, tutto ferro e cemento, denominato H-Unit.
7) GLI ARGOMENTI DEL LUPO
Chi possiede la forza bruta, la esercita. ``... Con tutto il seguito delle giustificazioni etiche, giuridiche, sociologiche...'' (N. Bobbio).
Nel momento del massimo splendore della pena di morte negli Stati Uniti, le autorita` e i benpensanti della massima potenza mondiale ignorano il progresso del diritto e della civilta` umana, ma cominciano a ad avvertire la necessita` di giustificare il loro operato.
Alle contestazioni provenienti dai gruppi umanitari interni ed esteri, che coinvolgono nelle proteste sempre piu` spesso i governi dei paesi alleati, gli Usa fino ad ora hanno risposto semplicemente ignorando le contestazioni ed andando avanti per la loro strada. Ora pero` cominciano a fare controinformazione. Anche se lo fanno ancora in modo grossolano, con gli argomenti del lupo, possiamo salutare la goffa controffensiva lanciata dalle autorita` e dai leader dei movimenti forcaioli, come un segnale positivo: la pressione abolizionista comincia ad incidere nella coscienza americana!
Nei numeri precedenti abbiamo parlato della contrattacco che si verifica in vari stati contro gli abolizionisti, in particolare contro i `pen pal del braccio della morte'. Esaminiamo ora alcune recentissime prese di posizione in Texas. In questo stato le denunce sull'uso sfrenato della pena di morte creano un palpabile imbarazzo per il governatore George W. Bush e per il suo entourage mentre George `Dubya' si lancia in una inebriante corsa verso la presidenza degli Stati Uniti d'America. Un accentuato nervosismo dell'apparato puo` spiegare l'intensificarsi delle sue reazioni attraverso i mezzi di comunicazione di massa.
Cathleen Herasimchuk, un'avvocatessa di Houston, osserva sul Dallas Morning News che ``Le leggi riguardanti la pena di morte in Texas hanno avuto recentemente una grande attenzione da parte dei media. Ma sfortunatamente in maniera imprecisa e fuorviante'' e si impegna caparbiamente a smontare una per una quelle che ritiene siano menzogne: l'esecuzione di minori in violazione alla legge internazionale, l'esecuzione di malati mentali e di persone incapaci di intendere, il rifiuto del Governatore di concedere clemenza, l'inefficacia della difesa legale nei casi capitali... Per quanto riguarda i minori all'epoca del delitto ella osserva che il problema non si pone dal momento che, secondo la legge criminale del Texas, coloro che hanno 17 anni sono maggiorenni.
Inoltre: i trattati internazionali non vengono violati perche'... cosi` hanno deciso gli Stati Uniti; tutti coloro che lamentano una malattia mentale possono far presente la loro condizione nel corso dell'iter processuale (alla giuria, al giudice e alle corti di appello) e nulla vieta che la malattia possa essere considerata un'attenuante; il Governatore del Texas ha un ruolo limitatissimo nei casi capitali; grazie alle riforme promosse da George Bush ciascun imputato indigente accusato di reato capitale ha una difesa legale adeguata. Secondo lei molti ``sostenitori degli assassini'' sbandierano a torto argomenti ``che comporterebbero una sentenza piu` lieve della pena di morte: infanzia abusata, poverta`, discriminazione razziale o malattia mentale'', infatti nulla vieta che queste circostanze vengano considerate come attenuanti dai ``12 cittadini responsabili che compongono una giuria''.
Steve Clements, sostenitore della pena di morte e dell'establishment texano, ha fatto pubblicare un lungo intervento dal titolo: ``Pensate agli affari vostri - Gli stranieri non devono mettere bocca nelle esecuzioni che avvengono in Texas''. In esso si leggono tra le altre, affermazioni del tipo: ``avete colonizzato questo continente ma non lo possedete'' (rivolgendosi agli europei), ``Ho sul mio tavolo una pila di lettere provenienti da altre nazioni - una cinquantina in tutto. Ognuna di esse propone la stessa questione: un nuovo processo per Odell Barnes che deve essere giustiziato (...) Le lettere che vengono dalla Francia e dalla Germania mi pregano cosi`: Non permettere che uccidano Barnes. Se lo uccidete sarete assassini anche voi. No, io non lo sono. E qualunque cosa io pensi di Odell Barnes (...) una lettera proveniente dalla Francia, dalla Germania o dalla Gran Bretagna non fara` cambiare il mio pensiero nemmeno un po'. Alla Germania, per esempio non dovrebbe essere consentito di parlare di diritti umani prima del 2045, un secolo dopo la sua resa alla fine della seconda guerra mondiale. Vi ricordate che significa `olocausto'?''
L'Attorney General John Cornyn, massima autorita` giudiziaria dello stato del Texas, in un lungo articolo ha integrato gli argomenti trattati in precedenza dall'avvocatessa Herasimchuk. C'e` da credere che il suo scritto sia stato meticolosamente rivisto da una serie di esperti presso il suo importante ufficio. Mr. Cornyn scrive: ``C'e` stata recentemente nella stampa un'inondazione di storie e di opinioni sulla pena di morte in Texas le quali vorrebbero far credere che giustiziare un assassino deriva da un impeto avventato ed approssimativo. In queste storie si omette di dire che l'eta` media di un prigioniero del braccio della morte e` di 8,5 anni con un costo di circa 50 dollari al giorno, dovuto in parte a ragioni di sicurezza. Nel periodo in cui un prigioniero si trova nel braccio della morte, il suo caso viene rivisto da numerose corti. Nelle storie apparse sui giornali non sono stati ricordati Excell White e Sammie Felder i quali rimasero, rispettivamente, 24 e 23 anni nel braccio della morte, prima della loro esecuzione avvenuta l'anno scorso. La storia che il Texas vada avanti allegramente in questa faccenda e` stata enfatizzata dalla decisione del governatore dell'Illinois (...) di decretare una moratoria delle esecuzioni nel suo stato e dall'attenzione dei madia per il Texas in occasione della campagna presidenziale del governatore George W.Bush.
Anche se ci sono state molte condanne errate in Illinois, qui stiamo in Texas e non in Illinois (...) Solo i piu` nefandi assassini con le piu` schiaccianti prove di colpevolezza entrano nel braccio della morte del Texas.'' Cornyn fa poi una prolissa, minuziosa (ed ottimistica) disanima del garantismo insito nell'iter giudiziario di un condannato a morte, concludendo che ``una giuria di 12 persone e almeno 22 giudici controllano ciascun caso'', poi parla della grazia (dimenticando di dire che non viene mai concessa) e cerca di dimostrare che ogni imputato di reato capitale ha un'ottima difesa legale gratuita in ogni fase del procedimento. ``Percio` chi parla di ingiusta amministrazione della pena di morte in Texas mente sapendo di mentire. Cosi` la prossima volta che vi verra` proposto di pensare a Betty Lou Beets, Larry Robison, Billy Hughes o Glenn McGinnis, tutti assassini giustiziati dallo stato del Texas, pensate alle
loro otto vittime (...) Queste otto vittime sono state giustiziate ma non hanno avuto il giusto processo che lo Stato del Texas ha garantito a Beets, Robison, Hughes e McGinnis.''
Per capire l'arrogante approssimazione delle precedenti 'uscite` a sostegno della pena capitale, vediamo come risponde Hank Skinner, uno dei piu` battaglieri ospiti del braccio della morte texano. Secondo Skinner l'intervento di Cornyn si inquadra nello sforzo propagandistico intrapreso dallo stato del Texas per sostenere le ``incredibili affermazioni'' fatte da Dubya Bush in campagna elettorale. ``L'affermazione di Bush che non vi sono innocenti nel braccio della morte del Texas e che il Texas non ha mai `giustiziato' una persona innocente e` semplicemente falsa.'' La Corte Suprema federale non nego` che Leonel Herrera fosse innocente, ``e lo era Jesse Jacobs, cosi` come David Spence.'' Ma le loro esecuzioni furono consentite semplicemente perche' si affermo` che questi uomini avevano avuto `giusti processi' (...) Che cosa c'e` di `giusto' nell'uccidere una persona innocente?...''. Skinner ricorda poi diversi casi in cui le ``schiaccianti prove di colpevolezza'' di cui parla Cornyn diventarono tali solo dopo i sapienti ritocchi di accusatori troppo zelanti. Riferendosi a stime prudenti fatte recentemente, egli afferma che probabilmente il 6-8 % dei 452 condannati a morte del Texas sono innocenti e, tra gli altri, cita il suo caso personale ``in cui vi sono state scorrettezze sia dell'accusa, sia della difesa durante il processo. Quando queste scorrettezze vennero scoperte, insieme a prove sostanziali di innocenza, il giudice del processo Kent Sims, spalleggiato dai piu` illustri giudici della Corte criminale di Appello, respinse il mio ricorso per l'habeas corpus perche' fu inoltrato con qualche ora di ritardo - a causa del cattivo funzionamento del fax del giudice - che probabilmente funzionava benissimo ed aveva solo la spina staccata''. Dimostrando una conoscenza dei casi capitali molto piu` approfondita dell'Attorney General, Skinner illustra poi l'ingiustizia di tutto l'iter processuale, inclusa la sua fase federale, osservando: ``Che differenza fa se un detenuto passa 8 o 80 anni nel braccio della morte quando durante questo tempo non si verifica mai una significativa revisione del suo caso, ed egli non e` mai sottoposto ad un giusto processo?'' Quanto alla garanzia di una buona difesa legale nei casi capitali, Skinner parla solo di due poveri avvocati tra i tanti. L'avvocato di Ricky Kerr in una dichiarazione giurata ammise di non essersi mai occupato in precedenza di casi capitali e di essere assolutamente incapace a farlo, dopo che la Corte criminale di Appello aveva restituito il ricorso da lui preparato perche' assolutamente privo di contenuti.
L'avvocato di Calvin Burdine dormi` durante la maggior parte del processo, forse sfiduciato per il fatto che il suo cliente, un omosessuale dichiarato, sarebbe stato comunque condannato a morte. ``L'Associazione degli Avvocati Penali del Texas ha recentemente invitato tutti i suoi aderenti a rifiutare ogni incarico di rappresentazione d'ufficio di casi capitali perche' la Corte criminale d'Appello e` diventata famosa per respingere con la semplice applicazione di un timbro appelli meritevoli di approfondita considerazione.'' Per quanto riguarda la sofferenza delle vittime del crimine, Skinner osserva che personaggi come Bush e Cornyn non dovrebbero permettersi di cercare il favore del pubblico sfruttando la tragedia, il dolore e la sofferenza delle vittime del crimine e dello loro famiglie.
8) INNOCENZA: UN'ARMA A DOPPIO TAGLIO
Chi e` colpevole degli orribili delitti che purtroppo accadono nella societa`? Gli individui che li commettono materialmente o la societa` nel suo complesso? Di risposte superficiali a questa domanda ne possiamo trovare molte gia` pronte. Ma la comprensione delle responsabilita` dei comportamenti delinquenziali (che e` alla base di una efficace prevenzione del crimine) richiede la fatica di un studio serio, scientifico e spassionato, umile e senza preconcetti, della societa`.Senza approfondire il concetto di colpevolezza e di innocenza, cominciamo a fare qui alcune considerazioni sul concetto comune, molto concreto, di innocenza.
Partiamo dal dato incontestabile che parecchi innocenti vengono condannati a morte negli Stati Uniti, e che un certo numero di essi vengono `giustiziati'. Almeno se la parola 'innocente' significa non aver commesso il fatto che e` all'origine della sentenza capitale. Che in altre nazioni le cose vadano ancor peggio siamo pronti ad ammetterlo. Possiamo anche ammettere che nessun sistema giudiziario sia immune dalla condanna di innocenti. Certo l'aggressività del `sistema accusatorio' degli Stati Uniti, l'elettivita` dei giudici e dei pubblici ministeri, la grande disuguaglianza di risorse tra accusa e difesa (aspetti negativi che il gran numero degli appelli previsti non riesce a compensare) possono suggerire che perfino un sistema mediocre come il nostro faccia meno vittime innocenti.
Possiamo dunque ritenere che nel momento attuale una percentuale apprezzabile dei 3600 prigionieri rinchiusi nei bracci della morte degli Usa sia innocente (secondo alcune stime il 5-10 %). Tuttavia di prigionieri condannati a morte
che si dichiarano innocenti ce n'e` una percentuale molto piu` alta. Nelle autopresentazioni dei prigionieri, e` ricorrente la frase: ``sono rinchiuso nel braccio della morte per un delitto che non ho commesso''.
Cosi` come i fautori della pena capitale rifiutano a volte l'idea che nei bracci della morte vi possano essere degli innocenti, accade molto spesso che gli abolizionisti diventati amici di condannati a morte credano ciecamente nell'innocenza di questi ultimi, anche al di la` di ogni evidenza e addirittura al di la` di quanto i prigionieri stessi abbiano voglia di dichiarare e di ribadire.
Da un punto di vista etico non possiamo biasimare un prigioniero che - come strategia difensiva - decida di dichiararsi non colpevole. Dopo tutto l'onere della prova e` a carico dello stato che chiede la pena di morte. Per difendere il bene supremo della vita, e` piu` che giustificabile una dichiarazione di innocenza. Tanto piu` che essa si colloca all'interno di un gioco delle parti in cui l'accusato assume semplicemente una posizione di negativita`, di non collaborazione con chi lo accusa e lo vuole morto. Anche nei sistemi meno barbarici, esenti dalla pena di morte, come il nostro, le dichiarazioni mendaci o reticenti dell'imputato non sono perseguibili, quale tacito riconoscimento del diritto dell'individuo a difendersi dal potere giudiziario, fallibile e certamente lontano da una `vera giustizia'. Potremmo dire che, al limite, il dovere di autoaccusarsi potrebbe sorgere soltanto nel momento in cui la pena prospettata costituisse una misura di espiazione oggettivamente e soggettivamente giusta, per il male commesso. Ma ragionando a questo livello, se non si e` entrati nella trascendenza, si e` certamente molto al di fuori di quel barbaro e rozzo strumento che e` la giustizia reale.
In alcuni casi, il tremendo stress causato sia dal delitto che dalla successiva condanna possono portare ad una specie di sdoppiamento della personalita` del detenuto che vuol credere e alla fine crede effettivamente di essere innocente.
Su questa possibilita` dovrebbero essere fatte approfondite ricerche ma vi sono gia` dati scientifici a suffragarla. Tornando all'esperienza comune, pensiamo agli ammalati che negano fino all'ultimo una poderosa evidenza e rimangono convinti di non avere una malattia grave, o almeno nessuna malattia di quelle ritenute terribili e insopportabili. Magari accettano di morire ma non di essere portatori di quel peso innominabile.
Se esistono una quantita` di ragioni per lasciare ai nostri amici condannati a morte la facolta` di dichiararsi innocenti, non e` affatto scontato che si debba in ogni caso abbracciare, con atteggiamento irrazionale e fideistico, l'ipotesi dell'innocenza, finendo col danneggiare la causa abolizionista e lo stesso condannato.
Una specie di `processo' possiamo farlo anche noi. Possiamo cercare le informazioni che ci permettano di formulare delle ipotesi - sia pure prudenti e provvisorie - su come siano andate veramente le cose. Una posizione razionale e` difficile da mantenere (molto difficile quando c'e` un legame affettivo con un condannato) ma e` certamente necessaria per un efficace amichevole colloquio - o per un acceso confronto - con la controparte. Cio` diventa sempre piu` importante in questo momento mentre le autorita` e sostenitori della pena capitale lanciando una potente controffensiva propagandistica attraverso i mezzi di comunicazione di massa, in parte basata sulle affermazioni imprudenti e spesso inesatte degli abolizionisti.
9) KENNETH EUGENE FOSTER JR, no 999232
Il socio Paolo Scanabucci e` un pen pal di Kenneth Foster rinchiuso nel braccio della morte del Texas. Ci ha scritto, pregandoci di pubblicare una breve biografia del suo corrispondente e sperando che qualcuno si interessi al suo caso: ``Forse sono stato un po' precipitoso a scrivere a Kenneth che la sua storia sara` pubblicizzata sul bollettino del Comitato ma e` veramente difficile, come ben saprete, trovare degli argomenti per tirare su il morale ai nostri poveri amici. Anzi, spesso e` Kenneth a incoraggiarmi ad essere piu` fiducioso nei riguardi della vita...''
Kenneth Eugene Foster Jr. e` entrato nel braccio della morte del Texas il 1 luglio 1997. Ora ha 23 anni. Afroamericano, originario di Austin, ha una figlia 4 anni di nome Nydesha che adora. Purtroppo, il progetto di sposare la madre di sua figlia e di costruirsi una famiglia e` andato in fumo proprio a causa della vicenda che ha portato Kenneth dietro alle sbarre. Prima di essere arrestato, si stava specializzando in sociologia presso il College di S. Philips a San Antonio. Kenneth nel maggio del 1995 inizia con altri giovani un'attivita` nel campo musicale, allestendo una sala di registrazione. Avvalendosi dei suoi studi di sociologia, intende avvicinare e recuperare i ragazzi di strada. Non a caso la sua attivita` di talent scout e di produttore discografico si chiama ``Trials and tribulations''. Purtroppo e` proprio attraverso questo suo meritorio impegno che si mette nei guai. Insieme ad un giovane conosciuto in sala di registrazione e ad altri due ragazzi viene coinvolto in una rapina in cui una persona rimane uccisa. Il killer, cioe` l'amico conosciuto poco tempo prima, reo confesso, viene condannato a morte ma, incredibilmente, anche per Kenneth viene emessa la stessa sentenza mentre gli altri due sono condannati all'ergastolo. Come tanti altri ospiti del braccio della morte, Kenneth proviene da una famiglia nella quale i problemi non sono mancati. Suo padre, tante volte detenuto, attualmente e` in prigione. Sua madre e` morta. He tre sorelle e due fratelli. Lo sostiene in questa difficile situazione la sua fede in Dio; e` cristiano di confessione battista. Sta cercando di ottenere un nuovo processo e - secondo lui - ci sono ottime probabilita` che ci riesca. La sua avvocatessa ha fatto sapere che occorrerebbe assumere un investigatore a tempo pieno del costo di 15.000-20.000 dollari. Poiche` i mezzi finanziari del giovane stanno scarseggiando, Kenneth chiede di essere sostenuto con nuovi fondi che possano farlo uscire vittorioso da questa angosciosa vicenda. Per aiutare Kenneth ci si puo` rivolgere a Paolo Scanabucci, via Esino, 145/C, 60020 Torrette di Ancona (AN), tel. 071 883465. Le offerte per la sua difesa legale possono essere versate sul c.c.p. 45648003 intestato al Comitato Paul Rougeau, Viale Pubblico Passeggio, 46 - 29100 Piacenza, specificando chiaramente la causale: ``pro Kenneth Foster Jr.''
10) DESIDERANO CORRISPONDERE
*** Warren C. Atwater, N. 650365 - Beto One Unit, P.O.Box 128,
Tenn. Colony,
TX 75880 (Usa) ***
Condannato a una pena detentiva ha solo 24 anni, bianco. La sua famiglia vive molto lontano. Si definisce introverso ma desideroso di trovare una persona comprensiva da considerare amica. La sua calligrafia e` alquanto infantile. E` un ragazzino che cerca sostegno morale.
*** Lance Gooch, ADC N. 94053, 4-B-117, ASP Winslow, Kaibab Unit,
2100 S.
Highway 87, Winslow, AZ 86047 (Usa) ***
Ha 29 anni, si descrive biondo con gli occhi verdi. Deve restare in prigione fino al 2004. Anche lui dice che le giornate sono lunghe da passare e corrispondere con qualcuno fa molta differenza. Prima della vicenda che lo ha portato in carcere lavorava nel campo medico-sanitario.
*** Rorin Lee Row, n. 40171, Housing Unit 4, PWCC, P.O.Box 6049,
Pocatello, ID
83205 (Usa) ***
E` una donna condannata a morte nello stato dell'Idhao. E' stata segnalata dalla socia Helma Felzer. Anche lei cerca amici (e amiche) in Italia.
11) RICHARD WAYNE JONES
A fine gennaio Arianna e Biagio Ballotta sono tornati in Texas a trovare Richard Jones e ci hanno inviato un aggiornamento sul suo caso e un appello che volentieri pubblichiamo ... abbiamo rivisto Richard, molto stanco e molto provato, sia da problemi di salute ancora insoluti, che dal continuo e pressante pensiero di una possibile esecuzione. La corte distrettuale del V circuito ancora non ha emesso alcun giudizio e siamo tutti col fiato sospeso (se sia positivo o no il fatto che ci impieghino così tanto a prendere una decisione non si riesce proprio a capirlo).
Naturalmente abbiamo incontrato nuovamente anche l'investigatrice che sta lavorando da anni sul suo caso e gli amici della Coalizione Texana.
Diverse persone ci hanno suggerito di produrre una videocassetta dove il caso di Richard venga esposto in modo chiaro e sintetico e soprattutto dove vengano intervistati i testimoni (se disponibili), oppure vengano riprese le loro dichiarazioni giurate (che scagionano Richard). Si tratterebbe, in sostanza, di qualcosa di simile a quanto fatto recentemente per il caso di Odell Barnes). La cassetta verrebbe poi inviata ai media americani e - se e' il caso, sentito il parere dei legali di Richard - anche ai membri del Board of Pardons and Paroles.
A Richard, a noi e ai suoi amici europei l'idea e` piaciuta e - comunque - crediamo sia nostro dovere non lasciare nulla di intentato (sappiamo tutti quanto e` grande il potere dei media e quanto sia importante dare un volto ed una voce a quelle persone che hanno testimoniato a favore di Richard, ma le cui dichiarazioni non sono mai state ammesse in tribunale... in questo modo l'intero caso assumerebbe - agli occhi dell'opinione pubblica - un volto piu` umano e piu` reale). Abbiamo gia` preso dei contatti con alcuni giornalisti in loco ed abbiamo avuto la loro disponibilita`. Il problema e` che questo video ci costerebbe circa 10,000 $ che purtroppo non abbiamo. Se qualcuno dei lettori del bollettino ci potesse aiutare, gliene saremo molto grati. Il denaro puo` essere inviato direttamente al c.c.p. 38725800 intestato a ``Coalizione Italiana contro la Pena di Morte - CP 139 - 80078 Pozzuoli NA'', specificando la causale PRO RICHARD JONES.
12) NON UN BRANDELLO DI DECENZA - di Richard Rossi
Richard Rossi e` nato nel 1947 da emigranti italiani che si erano trasferiti a Brooklin per sfuggire alla poverta` del meridione. Dopo un'infanzia difficile era riuscito a studiare e ad aprire un negozio in Arizona. Caduto nella trappola della tossicodipendenza, nel 1983 e` stato accusato di omicidio per rapina. Durante l'intero processo trovandosi sotto l'effetto di psicofarmaci non e` stato in grado di difendersi. Rifiutato un patteggiamento con l'accusa la quale gli chiedeva di dichiararsi colpevole in cambio della vita, e` stato condannato alla pena capitale.
Pubblichiamo il primo di due brani di Richard Rossi inviatici dalla socia Helma Felzer. L'autore e` noto per i numerosi articoli scritti per il movimento abolizionista internazionale. Gli amici hanno incoraggiato Richard a scrivere un libro sul tema della pena capitale negli Usa. Non e` facile scrivere un libro nel braccio della morte dell'Arizona. Tanto per fare un esempio, Richard ha dovuto lottare per mesi per riavere la sua macchina da scrivere che gli era stata tolta senza nessuna ragione logica.
Helma Felzer chiede ai lettori di corrispondere con Richard e di aiutarlo nei limiti del possibile mettendosi in contatto con lo stesso detenuto o con lei:
Richard Rossi no 50337, ASP Complex Eyman G 42 - P. O. Box 3400 - Florence AZ 85232 (Usa)
Helma Felzer - Fermo Posta - 07016 Pattada (SS)
...Crescere negli anni cinquanta era totalmente diverso da oggi. Forse la parola `antiquato' puo` descriverlo bene. (...) I valori della famiglia regolavano la giornata. Ti venivano insegnati la decenza ed il rispetto come anche il valore della vita umana.
A scuola ci insegnavano a prevenire il ripetersi degli errori del passato. Ci facevano vedere com'e` violenta e barbara la natura dell'uomo. Quant'era terribile che i romani buttassero i loro schiavi ed i loro condannati in pasto ai leoni. Come gli uomini venissero messi in gara uno contro l'altro sino alla morte. Poi c'erano le crociate, le guerre di religione, le guerre mondiali e tante altre guerre che portavano atti di morte senza senso. L'umanita` era colpita dalla miseria e dalla follia! Impiccagioni, fucilazioni. La ghigliottina. Tutti questi macabri esempi del passato per insegnare una lezione.
Col passare degli anni ho notato che cambia veramente poco nel mondo. In questa societa` siamo colpevoli di permettere alla storia di ripetere se stessa. La tecnologia ci permette di ammazzare in modo piu` efficiente che mai. Usiamo aeroplani e buttiamo bombe guidate dal laser. E un unico grande videogioco. Mentre la tecnologia diventa sempre piu` sofisticata, i nostri nemici non hanno piu` facce. Tuttavia, quando si tratta di esecuzioni, preferiamo eseguirle all'antica.
Guardate come ancora oggi giustiziamo la nostra stessa gente - la impicchiamo, la fuciliamo, la ammazziamo col gas e con la sedia elettrica. Avveleniamo anche le persone, ma pare che questo sia il metodo meno gradito. Con la nostra
crescente sete di punizione e vendetta chiediamo piu` spettacolo per i nostri soldi. Dopo tutto se lo meritano, o no? Non vogliamo essere imbrogliati, vogliamo la porzione di carne che ci spetta. Per assicurarci questo, approviamo nuove leggi per accelerare la morte di quelli che consideriamo membri inutili e senza valore della nostra societa`. Quanto ci piace il nostro sport sanguinario! No, non e` cambiato molto.
(...) Quando di recente Lee ``Tiny'' Davis e` stato giustiziato sulla sedia elettrica in Florida, ha perso tanto sangue dal naso da coprire la sua camicia con una larga chiazza. Poco tempo fa la Florida aveva dichiarato che gli incidenti occorsi in passato non significavano che l'uso di ``Old Sparky'' costituisse una punizione crudele ed insolita. Il giudice della Corte Suprema di Florida, Leander Smith, che era stato testimone dell'esecuzione, era talmente indignato (...) che per mostrare come Davis e` stato brutalmente torturato a morte ha pubblicato in Internet tre fotografie del condannato appena morto, col sangue che copriva il suo petto. Smith voleva mostrare l'indecenza di tutto questo.
La gente era furiosa e turbata per la messa in rete delle foto dell'esecuzione, ma non per la ragione che Smith si aspettava. Non perche` le foto mostravano una orribile esecuzione andata male, ma piuttosto perche` erano state esibite solo tre fotografie! Chiedevano che venissero pubblicate piu` foto. Una mancanza di decenza, ma e` ancora piu` preoccupante costatare quanto sia profondamente malata questa societa`. Una donna ha spedito un e-mail alla
Corte per dire quant'erano ``meravigliose'' queste foto. Siamo ossessionati dal nostro sport sanguinario. Come se fosse un nostro diritto dato da Dio, infliggere il piu` possibile sangue, dolore e sofferenza a questa parte superflua della societa` che classifichiamo come ``i mostri del braccio della morte (...)
Come dicevo prima, non e` cambiato molto nel corso dei secoli e noi abbiamo imparato poco dalle lezioni del passato. Uccidiamo in nome della legge e dell'ordine al prezzo di privarci della nostra decenza. Dopo tutto, qualcuno deve pur pagare per le malattie della societa`. Nello stesso tempo non riusciamo a capire come mai i nostri bambini portino armi a scuola e si ammazzino fra di loro. Non potrebbe essere che con le esecuzioni insegniamo alla nostra gioventu` che le vita umana ha poco valore?
13) AGGIORNAMENTI
Le crepe nel sistema della pena capitale in Usa che si sono manifestate con la proclamazione della moratoria delle esecuzioni in Illinois e con la messa in mora della sedia elettrica (vedi n. 75, pag. 2), sono state in parte puntellate dalle reazioni dei piu` accaniti sostenitori della pena di morte, infatti: 1) il Presidente Clinton, dopo un'approfondita consultazione con i suoi collaboratori, a fine febbraio ha dichiarato di apprezzare la decisione del governatore dell'Illinois, ma ha deciso di non proclamare una moratoria a livello federale, 2) la Corte Suprema federale, dopo una riflessione durata cinque mesi - agevolata dal passaggio all'iniezione letale da parte della Florida - il giorno 22 febbraio ha fatto sapere di non voler ancora entrare in merito alla questione se la sedia elettrica sia punizione crudele ed inusuale e quindi contraria alla Costituzione (di conseguenza sono riprese le esecuzioni con la sedia in Alabama con l'uccisione di Freddie Lee Wright il 3 marzo).
In Florida il 24 febbraio, dopo l'adozione dell'iniezione letale al posto della sedia elettrica, sono riprese le esecuzioni e per di piu` si sta lavorando per rendere applicabile - nonostante le perplessita` delle corti di giustizia - la legge voluta del Governatore Jeb Bush per accelerare lo svuotamento del braccio della morte.
La Georgia bandisce la sedia elettrica: aggirata una proposta di indire una moratoria delle esecuzioni, il Parlamento di quello stato ha approvato il 22 marzo una legge per introdurre l'iniezione letale (che andra` in vigore una volta firmata dal Governatore Roy Barnes ). ``Questo rende la faccenda una cosa umana e conferisce dignita` anche alle famiglie [dei condannati]'', ha dichiarato il relatore della legge E. C. Tillman. La sedia elettrica rimane quindi in vigore solo in due stati: Alabama e Nebraska.
14) NOTIZIARIO
In Missouri gli abolizionisti, anche se fortemente minoritari, stanno tentando in tutti i modi di arrivare ad una moratoria delle esecuzioni capitali. Forte e` l'impegno della chiesa cattolica locale, ricordiamo che il Pontefice riusci` ad ottenere dal Governatore Carnahan la grazia per il detenuto Mease che doveva essere ucciso, in coincidenza con la visita papale a San Louis, a gennaio del 1999. La nostra socia e rappresentante in Missouri Irene D'Amico ha partecipato ad un'udienza pubblica tenutasi allo State Capitol il 23 febbraio per sentire i pro e i contro delle forze sociali ad una legge che istituisca una moratoria in concomitanza con una approfondita riflessione sull'uso della pena di morte. Contrarie alla moratoria si sono dichiarate le associazioni dei parenti delle vittime del crimine.
E` stata approvata il 9 marzo dalla Camera del New Hampshire una legge per l'abolizione della pena di morte. In quello stato non si verificano esecuzioni dal 1939. Anche se la legge avra` un cammino incerto al Senato e la Governatrice Jeanne Shaheen ha gia` dichiarato di voler opporre il suo veto, il fatto che si sia giunti cosi` vicini a quella che sarebbe la prima abolizione della pena di morte negli Usa del dopoguerra, e` un risultato molto positivo.
Charles Terrell sr., ex dirigente del sistema penale texano ora a riposo, che e` stato un convinto sostenitore dell'uso della pena di morte, all'inizio di marzo ha scritto di non esserlo piu`. L'anziano funzionario, che fu onorato con l'attribuzione del suo nome ad una unita` carceraria (quella che ospita ora i condannati a morte), non ritiene che la pena capitale sia utile come deterrente nei riguardi della criminalita` ed e` anche preoccupato della possibile discriminazione razziale nelle condanne a morte.
Il serrato dibattito nelle Filippine sull'uso della pena di morte ha segnato un importante punto a favore degli abolizionisti e della chiesa cattolica il 24 marzo con la dichiarazione di una moratoria di tutte le esecuzioni per il 2000 da parte del Governatore Joseph Estrada. Estrada, filo-americano, era riuscito ad ottenere 7 esecuzioni con l'iniezione letale, dopo il ripristino della pena capitale nel 1994. L'illuminazione del Colosseo ha salutato la moratoria.
Il 2 aprile e` stato accolto dalla Corte Federale di Appello del Quinto circuito, il ricorso di Pamela Perrillo, condannata a morte in Texas. Si apre ora per la battagliera detenuta (di cui abbiamo parlato altre volte, vedi ad esempio n. 73 pag. 7) la possibilita` di un nuovo processo.
In questo momento si registrano numerosi tentativi di ottenere una moratoria delle esecuzioni in Texas. Il 25 marzo l'associazione degli Avvocati penali del Texas (TCDLA) ha approvato una risoluzione per chiedere al Governatore Bush di indire la moratoria delle esecuzioni `finche` non sara` assicurata la giusta ed imparziale amministrazione della pena capitale'.
E' stato calcolato il costo medio di un caso capitale in Texas: 2.316.000 dollari (dei quali 1.700.000 servono per pagare le corti federali di appello, 220.000 per la difesa legale e 137.000 per il mantenimento in carcere, esecuzione compresa).
Con l'intento di agevolare i trapianti per gli oltre 2100 pazienti in lista di attesa nello stato, il 24 febbraio e` stata avanzata in Florida una proposta di legge per prelevare organi dai condannati a morte. In una delle versioni presentate, si propone di modificare la procedura di esecuzione con l'iniezione letale per tenere in vita le funzioni cardio-circolatorie e polmonari fino al momento del trapianto. Sono state fatte molte obiezioni di tipo etico, tecnico e costituzionale all'iniziativa.
Nel quadro del dibattito sulla eventuale messa al bando della pena di morte per ritardati mentali in Florida, il Comitato consultivo del Governatore il 29 marzo ha espresso a stretta maggioranza (si ritiene per le pressioni dello stesso governatore) parere negativo sull'esenzione dei ritardati mentali dalla pena capitale.
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15) DALLA REDAZIONE
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Questo numero e` stato chiuso il 2 aprile