FOGLIO DI COLLEGAMENTO INTERNO
DEL COMITATO PAUL ROUGEAU
Numero 284 - Giugno 2021
John Hummel ieri ed oggi
SOMMARIO:
1) Il Texas uccide Hummel il cui difensore è diventato accusatore
2) Scott Peterson non tornerà nel braccio della morte
3) Commutata la pena di Riles che fu condannato a morte nel 1974
4) Manca il plotone di esecuzione, salvi per ora in Carolina del Sud
5) In Florida si parla di nuovo dell’esecuzione di Tommy Zeigler
6) Chiesto il riconoscimento dell’infermità mentale di Pervis Payne
7) Commutata in Ohio la sentenza di David Braden malato mentale
8) “Harding uccise mio marito. Fui sollevata dalla sua esecuzione”
9) Tripudio mediatico e impiccagioni nel paese governato da al-Sisi
10) Il nuovo presidente dell’Iran è reo di crimini contro l’umanità
11) Notiziario
1) IL TEXAS UCCIDE HUMMEL IL CUI DIFENSORE È DIVENTATO ACCUSATORE
Il crimine commesso da John Hummel 2009 fu orrendo e folle ma c’erano abbondanti ragioni per non metterlo a morte.
Il 30 giugno è stato messo a morte in Texas John Hummel, per aver ucciso nel 2009 la moglie incinta, la figlia di 5 anni e il suocero. Hummel pugnalò sua moglie, Joy Hummel, più di 30 volte, poi usò una mazza da baseball per picchiare a morte sua figlia, Jodi Hummel, e il suo suocero di 57 anni, Clyde Bedford, che era paralitico. Infine diede fuoco alla loro casa a Kennedale, un sobborgo di Fort Worth.
Hummel, legato alla barella nella camera della morte, ha recitato una breve preghiera che ha concluso dicendo: “Sarò con Gesù quando mi sveglierò”.
Poi ha detto: “Mi pento davvero di aver ucciso la mia famiglia".
Ha ringraziato gli amici per le loro preghiere e il loro sostegno. “Amo ognuno di voi”, ha aggiunto.
Quando la dose letale del sedativo pentobarbital ha cominciato a fare effetto, ha fatto una mezza dozzina di respiri, poi ha iniziato a russare piano. Circa un minuto dopo, ogni movimento è cessato. I suoi occhi non si sono chiusi completamente.
È stato dichiarato morto alle 18:49’, 13 minuti dopo.
Il crimine commesso da Hummel fu orrendo, ma chi era quest’uomo e come ha potuto arrivare a scatenare tanta cieca furia? John Hummel era un ex Marine congedato con onore, affetto da sindrome traumatica post-servizio militare. Durante il processo per decidere la sentenza, uno psicologo testimoniò che Hummel aveva diversi disturbi della personalità, ma il suo avvocato, Larry Moore, non presentò alcuna prova sul servizio militare di Hummel o sull’impatto che ebbe sulla sua salute mentale e non riuscì a confutare le prove presentate dai testimoni chiamati dall’accusa che minimizzarono i problemi avuti da Hummel in tale periodo.
In un editoriale del 30 giugno su Medium, il capitano della Marina statunitense in pensione Art Cody, direttore del Veteran Advocacy Project, ha scritto che due marines - Hummel e il condannato a morte del Nevada Zane Floyd – stavano per essere giustiziati. “Ciò che chiediamo ai nostri militari spesso dà origine alla loro malattia mentale che, se non adeguatamente curata, li porta nel braccio della morte”.
“Troppo spesso - ha detto Cody - questi veterani finiscono nel braccio della morte a causa dei fallimenti dei governi che hanno servito. Le risorse per la salute mentale dei veterani continuano a mancare”. L'avvocato nominato per rappresentare i veterani nei processi capitali davanti a giurie e giudici spesso non riesce a spiegare adeguatamente il servizio prestato dai veterani al Paese e le loro disabilità legate al servizio. "Noi come nazione dovremmo ... riesaminare il nostro trattamento dei veterani e assicurarci che ricevano il meglio sia nelle cure della salute mentale che nella difesa legale”, ha aggiunto Cody. “Potremmo considerare di vietare le condanne a morte per i veterani malati di mente”.
L’ex avvocato difensore di Hummel, Larry Moore, che ora è un pubblico ministero nell’ufficio del procuratore distrettuale della contea di Tarrant, che ha perseguito Hummel, ha presentato le mozioni per fissare le date di esecuzione. Ciò costituisce un conflitto di interessi che avrebbe dovuto escludere i pubblici ministeri della contea di Tarrant dal coinvolgimento nel caso. Anche se l'ufficio del procuratore distrettuale ha sostenuto che Moore non è stato direttamente coinvolto nel caso di Hummel, Michael Mowla, avvocato specializzato negli appelli penali del Texas, ha scritto: “Consapevolmente o meno, Larry Moore e l’ufficio del procuratore distrettuale della contea di Tarrant trarranno vantaggio dall’accelerazione dell'esecuzione di Hummel perché gli appelli del processo hanno attirato l’attenzione sull’inefficienza di Moore nel caso di Hummel.”
Hummel era arrivato a due giorni dall’esecuzione già nel marzo 2020, ma la Corte d’Appello Criminale la sospese per ragioni sanitarie connesse al Covid.
John Hummel è la seconda persona messa a morte negli USA nel 2021 (e ovviamente non è un caso che entrambe le esecuzioni abbiano avuto luogo in Texas).
La sezione del Texas dell’ACLU (Unione Americana per le Libertà Civili) aveva chiesto al Dipartimento di giustizia penale di ritardare l’esecuzione di Hummel, per garantire che la prigione non ripetesse gli errori commessi durante l’esecuzione di Quintin Jones in maggio, quando, per la prima volta dalla ripresa delle esecuzioni nel 1976, i rappresentanti dei media non furono accompagnati nella stanza dei testimoni (1). “Stiamo scrivendo per esprimere la nostra profonda preoccupazione per il piano del Dipartimento di Giustizia Criminale del Texas (TDCJ) di andare avanti con le future esecuzioni, nonostante l’enormità degli errori precedenti commessi durante l'esecuzione di Jones", ha scritto l'organizzazione in una lettera inviata al direttore esecutivo del TDCJ Bryan Collier.
Jeremy Desel, un portavoce del TDCJ, ha dichiarato al Newsweek che il sistema carcerario ha indagato sull’esclusione dei rappresentanti dei media. Ha precisato che diversi membri della squadra di esecuzione sono andati in pensione o hanno cambiato ruolo nei dieci mesi tra l’ultima esecuzione in Texas del 2020 e l’esecuzione di Jones nel 2021. Il TDCJ ha scritto che “una mancanza di conoscenza istituzionale all’interno del team amministrativo, una procedura di esecuzione rivista di recente e una supervisione insufficiente hanno contribuito all’imprevisto”. (Grazia)
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(1) Vedi n. 283
2) SCOTT PETERSON NON TORNERA’ NEL BRACCIO DELLA MORTE
Il caso di Scott Peterson, condannato a morte in California nel 2004 per aver ucciso la moglie incinta nel 2002, ha avuto tre svolte positive negli ultimi anni. Nell’agosto del 2020 fu ordinata la ripetizione della fase processuale di inflizione della pena. Due mesi dopo la Corte Suprema della Florida ordinò che il caso di Peterson fosse riesaminato da una corte inferiore. Il 1° giugno u. s. Birgit Fladager, procuratrice della corte inferiore competente, ha detto che non chiederà la ripetizione della fase processuale di inflizione della pena il che significa che Peterson non potrà più essere giustiziato.
Scott Peterson all’epoca del processo
Anni fa ci occupammo del caso clamoroso di Scott Peterson, condannato a morte nel 2004 in California per l’omicidio della moglie Laci e del figlio Connor non ancora nato (1).
La 27-enne Laci, all’ottavo mese di gravidanza, era sparita da casa la vigilia di Natale del 2002 senza lasciare traccia. Il marito quella mattina era uscito in barca per pescare e dichiarò di non aver più avuto notizie della moglie. Il cadavere della donna e del feto furono ritrovati nella Baia di San Francisco quattro mesi dopo. Si capì che Laci era stata strangolata, ma non si trovarono tracce del crimine nell’appartamento della vittima.
A far ricadere la colpa sul marito furono principalmente il suo atteggiamento di freddo distacco emotivo nel corso delle indagini e durante il processo e il fatto che all’epoca Scott avesse un’amante e raccontasse molte bugie ad entrambe le donne.
Il caso di Scott Peterson destò un immenso scalpore, al punto che l’imputato fu praticamente condannato a morte ancora prima del processo, “a furor di popolo”, anche se nessuna prova materiale a suo carico fu rinvenuta. Al processo capitale, quando la giuria stava per ritirarsi a decidere la pena da infliggere a Peterson, dopo che già era stato dichiarato colpevole di omicidio, una folla di circa 1000 persone, che si era radunata fuori dal tribunale, iniziò a battere le mani e a gridare il proprio crucifige ai giurati.
Peterson fu condannato a morte per 2 capi di omicidio di primo grado.
Il suo difensore, il noto avvocato Cliff Gardner, presentò nel 2012 “l’appello automatico” alla Corte Suprema della California, in cui sottolineava il cumulo di ingiustizie che avevano portato a una frettolosa condanna a morte del cliente.
Peterson, ora 48-enne, ha ottenuto 2 importanti vittorie legali nel 2020. La prima in agosto, quando la sua condanna a morte fu annullata, il che significa che avrebbe dovuto affrontare una nuova fase processuale di inflizione della pena. La seconda vittoria arrivò a ottobre, quando la Corte Suprema della California stabilì che un tribunale di grado inferiore avrebbe dovuto esaminare il suo caso per determinare se anche il suo verdetto di colpevolezza dovesse essere annullato.
Il primo giugno 2021 Peterson ha avuto un’altra vittoria. In un documento della Corte Superiore di San Mateo, la procuratrice distrettuale della contea di Stanislaus, Birgit Fladager, ha scritto che non richiederà la ripetizione della fase di inflizione della pena del processo, il che significa che Peterson non sarà più condannato a morte. Molto probabilmente Peterson sarà pertanto condannato all’ergastolo senza possibilità di uscita sulla parola. La decisione di Birgit Fladager va incontro al desiderio dei familiari di Laci, che si son dichiarati troppo devastati per assistere ad un intero nuovo iter processuale e rivivere il dramma subito quasi vent’anni fa.
La rivista “People” ha incontrato la famiglia delle vittime ed ha scritto:
“La famiglia di Laci e Connor, pur credendo che non ci siano dubbi che l’imputato sia colpevole di questi crimini e che la sua condotta meriti la pena di morte, ha deciso che questo processo è semplicemente troppo doloroso da sopportare di nuovo.” La madre di Laci, ancora devastata dalla morte della figlia e del nipotino nascituro, “è stata così forte per così tanto tempo, ma non può rivivere tutto questo ancora e ancora. Le è costato un tale tributo. È oltremodo doloroso per lei. E per quanto volesse vedere Scott di nuovo nel braccio della morte, non può farlo. Nessuno in famiglia può davvero farlo. Riaprirebbe vecchie ferite”. “Adesso i familiari stanno cercando di concentrarsi su Laci che conoscevano e amavano", dice l'insider, “piuttosto che pensare a Scott. Gli hanno dato abbastanza dei loro pensieri nel corso degli anni. Non hanno bisogno di dargliene di più.”
Gli avvocati di Scott Peterson affermano che lo stato ha fatto l'unica scelta possibile e giusta.
L’avvocato Cliff Gardner dopo la notizia ha dichiarato che chiunque conosca “le nuove prove presentate nei procedimenti di habeas statale” e “la base della decisione della Corte Suprema che annulla il verdetto della fase di inflizione della pena originale" non sarebbe sorpreso dalla decisione dei pubblici ministeri. “La Corte Suprema ha correttamente ritenuto che la giuria non fosse stata scelta in modo equo”, ha detto Gardner. “Coloro che sono a conoscenza delle nuove prove presentate nei procedimenti dell’habeas (compresi ovviamente gli avvocati dello stato) sapevano benissimo che se lo stato fosse stato costretto a selezionare equamente i giurati, nessuna giuria avrebbe concluso che Scott era colpevole e tanto meno avrebbe imposto la morte in un nuovo processo penale.”
La giudice della Corte Suprema Anne-Christine Massullo sta valutando se far condannare nuovamente Peterson direttamente all'ergastolo o se l’imputato (che tra l’altro si è sempre dichiarato innocente del duplice crimine) debba ottenere un processo completamente nuovo senza la possibilità di essere condannato a morte a causa della cattiva condotta della giuria nel processo originario. (Grazia)
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(1) Vedi nn. 124, 199
3) COMMUTATA LA PENA DI RILES CHE FU CONDANNATO A MORTE NEL 1974
Raymond Riles, condannato a morte in Texas molti anni fa, è ed è stato sempre un malato mentale grave. Solo ora però la sua condizione è stata riconosciuta e la sua condanna a morte è stata commutata in ergastolo con possibilità di liberazione. Nessuno si oppone ad una sua eventuale liberazione anche perché attualmente egli, oltre che nella psiche, è gravemente malato nel fisico.
Il 9 giugno u. s. la pena capitale di Raymond Riles, detenuto nel braccio della morte del Texas dal 1974, è stata finalmente commutata in ergastolo. (1)
Raymond Riles ha trascorso più di 45 anni nel braccio della morte per aver ucciso con un’arma da fuoco John Thomas Henry in un parcheggio di Houston nel corso di una lite.
La condanna di Riles è stata commutata dopo che, in aprile, la Corte d'Appello del Texas ha stabilito che la sua “condanna a morte non può più sussistere” perché i giurati non hanno considerato adeguatamente la sua storia di malattia mentale.
Riles ha assistito all’udienza del 9 giugno attraverso Zoom dal carcere. Ha detto molto poco durante l’udienza.
Gli avvocati difensori avevano chiesto che Riles fosse collegato tramite Zoom perché temevano che i suoi problemi di salute, tra cui la grave malattia mentale, la malattia di cuore e i postumi di un recente intervento per cancro alla prostata, lo rendessero vulnerabile al COVID-19.
Diversi membri della famiglia di Henry hanno preso parte all'udienza, ma non hanno rilasciato alcuna dichiarazione prima che la giudice Ana Martinez emettesse la sentenza condannando Raymond Riles all’ergastolo.
“Esprimiamo le nostre condoglianze alla famiglia del signor Henry che ha subìto una perdita inimmaginabile. Siamo profondamente dispiaciuti per questo", ha detto Jim Marcus, professore dell’Università del Texas presso la Austin School of Law, uno degli avvocati di Riles.
Dal canto suo Kim Ogg, Procuratore Distrettuale della Contea di Harris, ha convenuto che Riles è un malato mentale e quindi non può essere giustiziato. “Non dimenticheremo mai John Henry, che fu assassinato tanti anni fa da Riles, ma crediamo che la giustizia sia perseguita nel modo migliore con Riles che trascorra il resto della sua vita in carcere”, ha detto Ogg.
Nel braccio della morte Riles è stato trattato con pesanti farmaci antipsicotici ma non è mai stato ritenuto mentalmente capace per essere giustiziato. La sua esecuzione era stata programmata nel 1986, ma fu sospesa per le sue condizioni mentali. Mentre Riles ha trascorso più di 45 anni nel braccio della morte, i prigionieri negli Stati Uniti passano circa un decennio in attesa dell'esecuzione.
La giudice Ana Martinez non era stata in grado di infliggere a Riles la pena dell'ergastolo senza la possibilità di rilascio sulla parola, perché questa non era un'opzione prevista dalla legge al momento della sua condanna.
Questo significa che la condanna all’ergastolo lascia a Riles la possibilità di chiedere il rilascio sulla parola.
L'ufficio del Procuratore Distrettuale così come la famiglia Henry hanno dichiarato che faranno di tutto per ottenere il rilascio sulla parola di Riles.
"Riles è in precarie condizioni di salute ma, se il Board of Pardons and Paroles ritiene opportuno concedere la libertà sulla parola, lui ha una famiglia in grado di prendersi cura di lui", ha detto l’avvocato Jim Marcus.
Quando Riles fu processato, la legge del Texas non prevedeva che i giurati prendessero in considerazione prove attenuanti, come la malattia mentale, al momento di decidere se scegliere la condanna a morte. Nel 1989 La Corte Suprema degli Stati Uniti stabilì che le linee guida del Texas erano incostituzionali perché non consentivano un'adeguata considerazione della disabilità intellettiva, della malattia mentale o di altri problemi, quali attenuanti, in un processo per omicidio capitale.
Ma il caso di Riles è rimasto nel limbo perché i tribunali inferiori non sono riusciti a far rispettare la decisione della Corte Suprema fino ad almeno il 2007.
Al processo di Riles, mentre i pubblici ministeri hanno sostenuto che lui non era malato di mente, diversi psichiatri e psicologi hanno testimoniato per la difesa che era psicotico e soffriva di schizofrenia. Il fratello di Riles testimoniò che la sua “mente non è normale come quella delle altre persone. Non pensa come le altre persone”.
Da notare che nel 2019 il parlamento del Texas ha preso in considerazione un disegno di legge che avrebbe vietato la pena capitale per chi è affetto da una malattia mentale. La legge però non è passata.
(Anna Maria)
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(1) Sul caso di Raymond Riles vedi nn. 280; 282, Notiziario.
4) MANCA IL PLOTONE DI ESECUZIONE, SALVI PER ORA IN CAROLINA DEL SUD
I metodi per eseguire le sentenze capitali negli Stati Uniti sono svariati. A volte i condannati a morte riescono a vivere più a lungo esercitando il loro diritto di scegliere in che modo devono essere uccisi.
Brad Sigmon
Freddie Owens
La Corte Suprema della Carolina del Sud ha annullato gli ordini di esecuzione di due condannati che dovevano essere messi a morte nel mese di giugno. Le esecuzioni di Brad Sigmon e di Freddie Owens non avverranno fino a quando il dipartimento carcerario non sarà in grado di dare ai condannati la possibilità di essere uccisi tramite fucilazione.
Il 16 giugno la Corte Suprema ha salvato Brad Sigmon, che doveva essere messo sulla sedia elettrica il 18 giugno, e Freddie Owens, che doveva essere messo sulla sedia elettrica il 25 giugno.
Non potrà essere emesso un altro ordine di esecuzione finché il dipartimento carcerario, oltre a mantenere la possibilità dell’elettrocuzione, “non avrà sviluppato e messo in pratica appropriati protocolli e procedure per eseguire le condanne a morte con il plotone di esecuzione.”
Giustiziare i due uomini sulla sedia elettrica, senza offrire loro l'alternativa dell'iniezione letale o del plotone d'esecuzione, violerebbe il “diritto dei detenuti di scegliere il metodo della loro esecuzione”.
Si è trattato della seconda volta che la Corte Suprema ha fermato le esecuzioni di Sigmon e Owens per l’impossibilità dello stato di portarle a termine nel rispetto della legge. Il 4 febbraio u. s. la Corte aveva bloccato l’esecuzione di Sigmon programmata per il 12 febbraio perché la Carolina del Sud non possedeva i farmaci per l’iniezione letale. Aveva quindi ordinato al cancelliere “di non emettere un altro ordine di esecuzione fino a quando lo Stato non notifichi a questa Corte che il Dipartimento di Correzione abbia la capacità di effettuare l’esecuzione per iniezione letale, o che il richiedente abbia fatto la scelta di essere folgorato, o che ci sia stato qualche cambiamento nella legge che permetta all’esecuzione di aver luogo”. Il 4 maggio la Corte ha sospeso anche l’esecuzione di Owens programmata per il 14 maggio per gli stessi motivi.
La nuova legge, promulgata a maggio in seguito all’incapacità del dipartimento carcerario di procurarsi i farmaci per l’iniezione letale, ha cambiato il metodo di esecuzione di default della Carolina del Sud dall’iniezione letale alla sedia elettrica e ha dato ai prigionieri del braccio della morte la facoltà di scegliere tra la sedia elettrica, il plotone d’esecuzione e i farmaci letali (se disponibili). Il prigioniero che non avesse voluto fare la scelta sarebbe stato posto sulla sedia elettrica.
Se le esecuzioni avverranno, saranno le prime nella Carolina del Sud in più di un decennio e la prima esecuzione con la sedia elettrica in più di 20 anni.
Subito dopo l’approvazione della nuova legge, la Carolina del Sud ha notificato alla Corte che la legge era cambiata e le esecuzioni potevano essere effettuate. Tuttavia, dopo che Sigmon ha presentato la richiesta di sospendere la sua esecuzione, il dipartimento carcerario ha inoltrato un affidavit alla corte “certificando che, a partire dal 3 giugno 2021, l’unico metodo di esecuzione approvato dalla legge disponibile nella Carolina del Sud è l’elettrocuzione”. Il dipartimento carcerario ha risposto in modo simile alla richiesta di sospensione presentata da Owens l’11 giugno.
Alle domande del cancelliere il direttore del Dipartimento carcerario ha risposto che l’iniezione letale non è praticabile per “circostanze al di fuori del controllo del Dipartimento carcerario” e che il plotone di esecuzione non è attualmente disponibile perché il Dipartimento deve ancora completare la sua progettazione e stabilire i protocolli e le pratiche necessarie”.
Gli avvocati di Sigmon e Owens hanno anche chiesto ad un tribunale federale (United States District Court for the District of South Carolina) di emettere un ordine restrittivo temporaneo per fermare le esecuzioni in quanto l’esecuzione con sedia elettrica viola l’Ottavo emendamento della Costituzione contro le punizioni crudeli e inusuali. La morte per elettrocuzione, hanno scritto, causerebbe “un sostanziale rischio di dolore lancinante, terrore e alcune mutilazioni corporee che violano gli standard di decenza in evoluzione e offendono i principi fondamentali della dignità umana”.
L'11 giugno 2021, il giudice federale R. Bryan Harwell ha respinto questa argomentazione, scrivendo: “Le storie che descrivono gli orrori delle esecuzioni, indipendentemente dal metodo, evidenziano un importante principio dell’Ottavo emendamento: l’Ottavo emendamento non garantisce una morte indolore”. (Pupa)
5) IN FLORIDA SI PARLA DI NUOVO DELL’ESECUZIONE DI TOMMY ZEIGER
Tommy Zeigler – che il nostro amico floridiano Dale Recinella ritiene innocente - è invecchiato nel braccio della morte della Florida. Ora si parla di nuovo della sua esecuzione.
Tommy Zeigler nel braccio della morte della Florida
Sul caso di William Thomas Zeigler Jr. - detto Tommy – che il nostro amico Dale Recinella, assistente spirituale laico nel braccio della morte della Florida, ritiene innocente - abbiamo scritto molto negli ultimi 20 anni (1)
Prima che la Florida faccia giustiziare Tommy Zeigler, ora settantacinqenne, Monique Worrell accusatrice della contea di Orange-Osceola ha chiesto un ulteriore test del DNA per assicurarsi che lo stato non stia sbagliando.
L’accusatrice generale della Florida Ashley Moody sta invece cercando di ostacolare l’effettuazione del test, nonostante il fatto che in Florida siano state condannate a morte più persone innocenti che in qualsiasi altro stato USA (2).
Almeno 30 volte i giudici o le giurie della Florida hanno ordinato esecuzioni solo per poi apprendere di aver commesso un errore.
Nel caso di Tommy Zeigler, la giuria voleva che il condannato vivesse. Sei membri della giuria avevano raccomandato per lui l'ergastolo (una giurata non voleva nemmeno che gli fosse inflitto l’ergastolo e le fu dato un Valium per confortarla e tacitarla). Tuttavia il giudice ignorò la raccomandazione della giuria e condannò a morte Zeigler.
Il delitto di cui fu accusato Zeigler fu particolarmente macabro. Secondo l’accusa la vigilia di Natale del 1975 Tommy Zeigler uccise nel suo negozio di mobili a Winter Garden sua moglie, i suoi suoceri e un’altra persona. Per contro Zeigler, che in quella occasione fu ferito da un colpo di arma da fuoco nel ventre, sostiene che furono tutti vittime di una rapina finita nel sangue.
Per più di 4 decenni, gli interrogativi sulla colpevolezza di Zeigler non sono stati sciolti. Ora finalmente l’accusatrice Monique Worrell si è unita al team di difesa pro-bono di Zeigler per cercare risposte attraverso una nuova tecnologia del DNA che non era disponibile 40 anni fa.
Monique Worrell
Ashley Moody
Ma Ashley Moody sta cercando di impedirlo. Il che ha stupito l’avvocato difensore di Zeigler, Terry Hadley.
“È al di là della mia capacità di comprensione il fatto che l’accusatrice generale cerchi di fermare i test che potrebbero provare l'innocenza di Zeigler quando gli stessi test sono stati accettati dall’accusatrice della contea di Orange-Osceola”, ha detto l’avvocato Hadley. “Non stiamo chiedendo un biglietto gratuito, solo la possibilità di testare a nostre spese le prove per stabilire la colpevolezza o l’innocenza una volta per tutte”.
“So che alcune persone ritengono che Zeigler sia colpevole. Mentre altre lo ritengono innocente. L’unica cosa di cui sono certo è che lo stato dovrebbe prendere in considerazione ogni possibile prova prima di togliere la vita ad un uomo”.
Il 2 giugno la portavoce di Ashley Moody, Kylie Mason, ha precisato che la Moody si è opposta sia perché Monique Worrell non ha conferito in via preliminare con il suo ufficio, sia perché qualsiasi test del DNA dovrebbe essere effettuato da un laboratorio statale, piuttosto che dal laboratorio privato che la difesa di Zeigler si è offerta di pagare.
Bene, entrambi questi problemi sono facili da risolvere: La Moody, ora tempestivamente avvertita, può richiedere al laboratorio statale di eseguire la prova del DNA e ottenere tutte le risposte che vogliono.
Più di 170 persone sono state condannate a morte negli USA, solo per avere in seguito la condanna ribaltata, grazie a rivelazioni di ogni genere, dai testimoni bugiardi e le prove fabbricate al lavoro sciatto della polizia e al nuovo test del DNA. È veramente illogico pensare di giustificare ogni errore.
Tommy Zeigler all'epoca dei fatti
Questo è il motivo per cui la maggior parte degli stati ha smesso di giustiziare le persone. Sì, la maggior parte. Mentre le esecuzioni sono ancora legali in poco più della metà degli stati, quasi tutti hanno smesso di effettuarle. L'anno scorso solo 5 stati hanno giustiziato qualcuno.
Il caso di Zeigler è sempre stato un disastro. Le autorità dicono che voleva uccidere sua moglie per i soldi dell'assicurazione e che si è sparato per procurarsi un alibi.
Zeigler dice di essere stato attaccato da qualcun altro, che amava sua moglie, che le autorità non hanno mai cercato il vero colpevole, e che il giudice ha giocato sporco gestendo il suo caso.
La storia e le domande sulla colpevolezza di Zeigler sono state oggetto di un libro, di un film e di diversi documentari
L'ex editorialista dell’Orlando Sentinel Charley Reese - un uomo a cui piace così tanto la pena di morte da volere che si riprendano le impiccagioni pubbliche - ha studiato a fondo il caso di Tommy Zeigler e ha detto che questo caso prova che “le ruote della giustizia possono schiacciare gli innocenti”.
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(1) Vedi nn. 83, 88, 98, 105, 109, 111, 124, 149, Notiziario, 176, 185, 213. 230, 237N, 238, 242, 245, 254, 255, 270
(2) Oltre che sul caso di Tommy Zeigler, Monique Worrell e Ashley Moody si stanno scontrando sul caso di Henry Sireci, che fu condannato a morte in Florida nel 1976
6) CHIESTO IL RICONOSCIMENTO DELL’INFERMITÀ MENTALE DI PERVIS PAYNE
Il caso di Pervis Payne, condannato a morte in Tennessee, ha avuto una svolta positiva in seguito all’entrata in vigore di una nuova legge che costringerà la procuratrice distrettuale Amy Weirich a desistere dai suoi sforzi per ottenere l’esecuzione di Payne, infermo mentale. (1)
Dopo la firma da parte del governatore William Byron Lee di una legge bipartisan per colmare una lacuna nei codici del Tennessee, che impediva alle persone con disabilità intellettiva di contestare la loro esecuzione in quanto vietata dalle costituzioni del Tennessee e degli Stati Uniti, il 12 maggio gli avvocati di Pervis Payne hanno presentato una petizione al tribunale penale della contea di Shelby.
La petizione afferma che Payne, in quanto persona con una indiscussa diagnosi di disabilità intellettiva, è categoricamente escluso dall’esecuzione. Lo Stato non ha mai negato o contestato che Payne sia una persona con disabilità intellettiva e neuro cognitiva. Come si legge nella petizione: “Pervis Payne è indiscutibilmente un disabile intellettivo. […] Ha un funzionamento intellettuale significativamente al di sotto della media, deficit adattivi in ogni dominio e la sua disabilità si è manifestata prima dei 18 anni.”
Le autorità dello stato invitano la procuratrice distrettuale Amy Weirich ad ammettere che Pervis Payne è una persona con disabilità intellettiva
Il deputato Goffrey A. Hardaway, che ha co-sponsorizzato la legge per modernizzare la normativa statale sulla disabilità intellettiva, ha dichiarato: "Il motto nel sito web della procuratrice della contea di Shelby è "Fai la cosa giusta ogni giorno per il motivo giusto". Bene, ora è il momento di fare la cosa giusta. Amy Weirich dovrebbe unirsi alla comunità di Memphis - i suoi elettori - e concordare sul fatto che Pervis Payne è una persona con disabilità intellettiva. In quanto tale, la sua esecuzione sarebbe incostituzionale”.
“Ti chiediamo, accusatrice Weirich, di affermare – e non contestare – che Payne è una persona con disabilità intellettiva. Ti invitiamo ad unirti all'esercito di quanti sono intenti a piegare l’arco morale dell’universo verso la giustizia”, ha aggiunto il deputato Hardaway.
“Il Sig. Payne è recluso nel braccio della morte, ingiustamente, da 33 anni. Mai una volta lo Stato ha contestato il fatto che sia una persona con disabilità intellettiva. La Weirich non dovrebbe iniziare ora. Mettere in discussione questo fatto incontrovertibile sarebbe una straordinaria perdita di tempo e denaro dei contribuenti”, ha affermato il vescovo David Allen Hall, Sr., pastore della Temple Church Of God In Christ a Memphis.
“Ami Weirich non dovrebbe combattere la verità inattaccabile: Payne ha una chiara diagnosi di disabilità intellettiva. Payne non avrebbe mai dovuto essere messo nel braccio della morte. Deve essere tolto immediatamente dal braccio della morte”, ha affermato il Vescovo Jeffrey Leath, Vescovo della Chiesa AME del 13° Distretto Episcopale (Kentucky e Tennessee).
Pervis Payne è una persona con indiscussa disabilità intellettiva
Le registrazioni pedagogiche, i risultati degli esperti e i test somministrati confermano i problemi intellettuali del signor Payne. Recenti esami del Dr. Daniel Martell, un esperto a cui lo Stato si è affidato per i propri casi, hanno concluso che il suo QI sulla scala WAIS-IV è di 72 con un punteggio funzionale di 68,4. Nel complesso, la diagnosi di disabilità intellettiva del signor Payne è coerente con gli standard stabiliti dall'American Association of Intellectual and Developmental Disabilities e dall'American Psychiatric Association.
Nella sentenza Atkins vs. Virginia del 2002, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che l’esecuzione di persone con disabilità intellettiva viola il divieto delle punizioni crudeli e insolite di cui all’Ottavo Emendamento della Costituzione. La Corte ha spiegato che le persone con disabilità intellettiva corrono un “rischio particolare di esecuzione illegittima” e ha riconosciuto che gli imputati con disabilità intellettiva spesso non sono in grado di assistere i propri avvocati. Queste preoccupazioni si sono manifestate nel caso di Payne.
Nel 2016, la Corte Suprema del Tennessee ha riconosciuto che Pervis Payne ha presentato prove indiscusse di disabilità intellettiva e che lo stato “non ha alcun interesse” a mettere a morte una persona con disabilità intellettiva. Fino ad oggi però in Tennessee non vi era una procedura per portare in tribunale la richiesta del riconoscimento della disabilità intellettiva di Payne.
Ampio sostegno per Pervis Payne che ha una forte rivendicazione di innocenza
Il caso di Pervis Payne ha tutte le caratteristiche di una detenzione ingiusta e di una condanna a morte illegittima: è un uomo di colore con un'indiscussa disabilità intellettiva accusato di aver ucciso una donna bianca in una contea con una lunga storia di giustizia penale faziosa, e lo Stato è stato incapace di considerare le prove che avrebbero potuto aiutare a dimostrare la sua innocenza.
Più di 740.000 persone hanno firmato una petizione a sostegno di Payne. Quel numero sta salendo verso il milione. Il suo caso ha attirato l'attenzione nazionale e internazionale con un ampio e diversificato sostegno da parte dei leader dei diritti civili di Atlanta, Chicago, dell’isola di Martha's Vineyard e oltre. Una potente coalizione di 150 gruppi religiosi, legali, legislativi e comunitari a Memphis e in tutto lo stato del Tennessee ha esortato il governatore Lee a concedere clemenza a Pervis Payne. Individui e organizzazioni altamente rispettati in tutto lo spettro politico, tra cui l'ex giudice e Procuratore generale degli Stati Uniti Kenneth W. Starr, Martin Luther King III e l’autore del bestseller “Just Mercy” Bryan Stevenson, hanno chiesto al governatore di concedere clemenza. (Pupa)
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(1) Vedi i nostri articoli precedenti su Pervis Payne nei numeri 276; 277, Notiziario; 279; 282.
Braden si nasconde nel momento della lettura della sentenza
7) COMMUTATA IN OHIO LA SENTENZA DI DAVID BRADEN MALATO MENTALE
Una nuova legge entrata in vigore in Ohio all’inizio di quest’anno ha consentito la commutazione della sentenza capitale inflitta al malato mentale pluriomicida David Braden.
Il 23 giugno 2021 una corte dell'Ohio ha emesso una nuova sentenza nei riguardi del detenuto David Braden, trasformando in ergastolo senza condizionale la sua condanna a morte. David Braden è divenuto così la prima persona tolta dal braccio della morte negli Stati Uniti in osservanza ad una legge che vieta la pena capitale per le persone con gravi malattie mentali.
Il giudice Colleen O'Donnell della Franklin County Court of Common Pleas ha annullato le due sentenze capitali imposte a Braden nel giugno 1999 per gli omicidi della sua ragazza e del padre di lei e lo ha condannato all’ergastolo senza condizionale. Questa sentenza è stata la prima emessa da un tribunale applicando la nuova legge dell'Ohio promulgata nel gennaio 2021.
Anche se nell'ultimo decennio sono state presentate proposte di legge in una dozzina di stati per proibire l'inflizione della pena di morte a coloro che hanno gravi malattie mentali, l'Ohio è stato il primo ad aver approvato una legge in tal senso. L'Ohio ora vieta di condannare a morte le persone che, al momento del reato, avevano una grave malattia mentale tale da “compromettere significativamente la loro capacità di esercitare un giudizio razionale sulla propria condotta.”
Gli avvocati di Braden avevano presentato una petizione basata sulla nuova legge il 16 giugno. Alla petizione erano accluse la dichiarazione della dottoressa Kathleen Burch, che ha diagnosticato a Braden una "schizofrenia paranoide con deliri", nonché le dichiarazioni di amici e familiari che hanno raccontato l'escalation dei sintomi di Braden nei mesi precedenti gli omicidi. Il fratello e la cognata di Braden hanno riferito che Braden aveva "fatto dichiarazioni sull'essere un profeta di Dio già negli anni novanta". Gli amici lo hanno descritto come sempre più paranoico nei mesi prima degli omicidi dal momento che mostrava un equilibrio mentale alterato dallo stress della rottura della sua relazione sentimentale. Uno ha detto che "non sembrava in contatto con la realtà prima del crimine". La dottoressa Burch ha anche testimoniato nel processo nel 1999 che, al momento degli omicidi, la schizofrenia paranoide di Braden ha significativamente compromesso la sua capacità di esercitare un giudizio razionale e di conformare la sua condotta ai dettami della legge. Nella petizione è stato anche ricordato che, dopo l'incarcerazione, Braden è stato sempre trattato con farmaci antipsicotici per controllare i suoi sintomi.
L’accusa non si è opposta alla petizione per la riduzione della pena. "Abbiamo visto abbastanza durante lo scambio di informazioni per concludere che un ragionevole accertamento dei fatti nella nostra corte determinerebbe che questo individuo è qualificato per un riesame della sentenza secondo la legge", ha detto Janet Grubb, vice procuratrice della contea di Franklin. (Pupa)
8) “HARDING UCCISE MIO MARITO. FUI SOLLEVATA DALLA SUA ESECUZIONE”
Riportiamo, in una nostra traduzione e in un nostro adattamento, l’articolo scritto da Pam Concannon, moglie di una vittima di omicidio. L’articolo è stato pubblicato il 6 giugno scorso in Arizona.
Anche se a volte può accadere, come in questo caso, che i familiari delle vittime si sentano sollevati, almeno nell’immediato e probabilmente solo in apparenza, dall’esecuzione dell’assassino dei loro cari, ribadiamo che la vera giustizia non deve mai assecondare il desiderio di vendetta.
Pam e Marty sposi
Don Harding ha ucciso mio marito. La sua esecuzione nella camera a gas dell’Arizona è stata per me un sollievo. La sua esecuzione non ha cancellato il dolore, ma mi ha dato un po’ di pace. Le famiglie delle vittime meritano almeno questo.
Apprendo che l'Arizona sta considerando di riprendere le esecuzioni usando un gas letale e che questo suscita l’indignazione degli attivisti che cercano di porre fine alla pena capitale. Vorrei poter essere solidale con la loro causa. Ma non posso.
Mio marito, Marty Concannon, è stato assassinato nel 1980 da Don Harding, un sociopatico depravato. Fu ucciso anche il suo socio in affari, Bob Wise. I due furono legati, imbavagliati e picchiati nella loro stanza in un motel di Tucson prima di essere uccisi con due colpi di pistola, uno alla testa e uno al petto. L'assassino poi rapinò un terzo uomo, Allan Gage, e lo uccise soffocandolo.
Don Harding meritava la pena di morte. Ci sono voluti 12 anni per fare giustizia.
Il giorno in cui Harding è stato messo a morte mi sono sentita sollevata e lo sono tuttora.
Per molto tempo dopo l’arresto di Harding, ho sofferto di incubi e paranoia.
Al momento del suo arresto Harding fu perquisito e si scoprì che aveva con sé, cerchiato in rosso, il mio nome e quello della moglie di Bob Wise. Non avevo idea delle sue intenzioni, ma temevo il peggio.
Quando Don Harding fu arrestato era nell’auto di mio marito. Quando mi fu restituita, l’auto puzzava di sigaro.
Marty non fumava. L'odore di fumo nell’auto di Marty mi ha perseguitato.
Ho letto questa settimana l’articolo dell’avvocato di Harding sulla morte del suo assistito nella camera a gas, articolo in cui stigmatizza quel modo di uccidere. Non credo che l’avvocato capisca che cosa provano le famiglie delle vittime.
Non credo che la maggior parte delle persone lo capisca perché, francamente, non ha provato l'angoscia che abbiamo provato noi.
Eravamo sposati da un anno quando Marty è stato ucciso.
Marty ed io ci siamo conosciuti nel 1977 in una comunità di pensionati vicino a Tucson dove lavoravamo entrambi. Lui era alto un metro e ottanta, pesava 90 chili ed era un berretto verde che aveva combattuto in Vietnam.
Nonostante tutto, era un'anima sensibile e molto alla mano, e sia i bambini che gli anziani gli volevano bene. Mi sono innamorata di lui immediatamente.
Eravamo sposati solo da un anno quando ricevetti la terribile notizia nel gennaio 1980. Fu devastante.
Spesso mi chiedo se, nell’ipotesi che solo una circostanza qui o là fosse cambiata, le cose sarebbero potute andare diversamente. Harding legò e derubò una coppia di anziani e gli intimò di restare fermi mentre lui fuggiva. Loro ci misero un po' a contattare la polizia e lui se n’era già andato da un pezzo.
Fu la loro pistola ad uccidere Marty e Bob. Se avessero chiamato prima le autorità forse Marty sarebbe ancora in vita.
In alcuni casi, la pena di morte è necessaria.
Ho lasciato Phoenix per la mia città natale, Youngstown in Ohio, dopo la morte di Marty. Quando l'esecuzione fu finalmente fissata nell'aprile del 1992, pensai di andare, ma non volevo il ricordo di averlo visto morire.
Un mio amico in Arizona ha tenuto un costante contatto telefonico con me per la copertura del notiziario locale dopo l'esecuzione. Ho provato un immediato senso di sollievo.
Ora ho 66 anni. Non mi sono mai risposata. Non ho mai incontrato nessun altro come Marty. A volte vedo coppie di anziani in giro insieme ed è molto triste per me, vedere che altri hanno quella longevità di relazione.
Sono diventata un'infermiera professionista e lo sono stata per quasi 3 decenni. È una professione che aiuta le persone, che fa il meglio per le persone, e può sembrare in conflitto con il concetto di pena capitale.
Può essere difficile da capire. Si presenta come una cosa così crudele, ma in alcuni casi la pena di morte è giustificata e necessaria. Anche in una società civile. Per come la vedevo io, quell'uomo non sarebbe mai stato tenero.
Oggi non posso neanche immaginare di vivere pensando che possa ancora essere in prigione e che la fuga rappresenti per lui una possibilità.
Il dolore non è sparito, ma sento un po’ di sollievo.
Fino a questa settimana, non avevo parlato molto del passato. La cosa buffa è che Marty è stato molto presente nella mia mente ultimamente.
Forse perché ho perso mia madre e anche l'unico fratello di Marty è morto. E anche suo cugino. Sto invecchiando; sembra che molte persone che amo non ci siano più.
Eppure, lui è ancora molto presente nella mia vita. Parlo di lui con l'unica mia sorella che vive in città e a volte faccio ascoltare una cassetta di Marty intervistato da uno studente delle superiori sulla sua esperienza nei berretti verdi, perché mi piace sentire la sua voce. È una cosa preziosa, quella piccola cassetta.
Subito dopo l’esecuzione di Don Harding dissi: “Ero preoccupata di sentirmi male. Non mi sono sentita male. Mi sentivo come se avessi trattenuto il respiro per tutti questi anni. E oggi, ho potuto fare un respiro profondo”.
29 anni dopo, mi sento ancora così. (Traduzione di Pupa)
9) TRIPUDIO MEDIATICO E IMPICCAGIONI NEL PAESE GOVERNATO DA AL-SISI (1)
Il governo dà disposizioni ai media: nascondere le cattive notizie, descrivere una nazione prospera che non c’è. L’Egitto si piazza al terzo posto per esecuzioni: 32 nel 2019, 107 nel 2020, 51 finora nel 2021.
Il presidente egiziano Abdel al-Sisi
La chiama «rivoluzione» nel messaggio affidato a Facebook, la sua salita al potere: Abdel Fattah al-Sisi festeggia i suoi otto anni di regime ringraziando gli Egiziani che il 30 giugno 2013, dopo giorni di proteste contro l’allora presidente islamista Morsi, avallarono il golpe militare del 3 luglio successivo, inconsapevoli di quel che ne sarebbe seguito.
In piazza in quei giorni c’erano laici, liberali, c’era la sinistra egiziana, persone che avevano fatto la vera rivoluzione, quella del gennaio 2011, e che si ritrovavano al potere i Fratelli musulmani e un’evidente deriva autoritaria. Gli ultimi otto anni impediscono di parlare di rivoluzione: quella di al-Sisi è stata la restaurazione, in forma se possibile ancora più brutale, del regime di Mubarak.
Negli ultimi giorni a ricordarlo sono stati gli arresti preventivi e gli abusi arbitrari contro normali cittadini, fermati per le strade e le piazze delle città egiziane dalla polizia e dai servizi segreti, perquisiti, privati dei cellulari per verificarne l’attività sui social e in alcuni casi detenuti per impedire che qualsivoglia protesta potesse essere messa in piedi in concomitanza degli otto anni dal golpe. Qualcuno è sparito per giorni, interrogato nelle sedi della National Security. Notizie introvabili nel dorato mondo della stampa di regime. L’agenzia indipendente Mada Masr, che intervista in condizione di anonimato redattori e caporedattori delle principali testate cartacee e televisive egiziane, spiega cosa c’è dietro la copertura entusiastica di otto anni di presidenza al-Sisi. Titoli, articoli e inserti speciali da settimane narrano di un paese che non esiste, «una nuova repubblica», una «nazione dell’abbondanza», una società trasformata dal progresso portato dal regime.
Secondo le fonti di Mada Masr, la stampa ha ricevuto specifiche indicazioni dal governo per nascondere le cattive notizie (dalle proteste ad Alessandria contro le demolizioni di case alla chiusura di fabbriche storiche, alle condanne al carcere di giovani tiktoker) ed esaltare quelle buone, di cui è stata fornita una lista pronta per l’uso.
E poi c’è l’interpretazione funzionale delle notizie, quella specifica strategia mediatica che tramuta in successo un palese abuso. È il caso dell’aumento vertiginoso di condanne a morte, numeri così alti da scaraventare l’Egitto in cima alla classifica mondiale del ricorso alla pena capitale, terzo dopo Cina e Iran.
Il tema è stato riacceso dalle proteste delle organizzazioni per i diritti umani e delle famiglie degli ultimi condannati all’impiccagione, 12 membri dei Fratelli Musulmani incarcerati per la manifestazione di piazza Raba’a (mille uccisi dall’esercito a un mese e mezzo dal golpe, calzante ouverture della futura capillare repressione di Stato). Dal 2018 sono state giustiziate 241 persone (88 per motivi politici). Il picco si è registrato negli ultimi anni: se nel 2019 sono stati giustiziati 32 detenuti, nel 2020 il numero è quadruplicato, 107. Nel 2021 sono già 51; 64 i prigionieri nel braccio della morte.
Il caso dei 12 membri dei Fratelli Musulmani ha attirato l’attenzione perché si tratta di leader del movimento, condannati insieme a oltre 700 membri del partito dopo un processo di massa giudicato internazionalmente privo degli standard minimi di correttezza ed equità.
Human Right Watch in un recente articolo descrive la pena di morte come mezzo «di sradicamento di tutte le potenziali opposizioni», insieme alla «ingannevole narrativa» della minaccia terroristica, al totale controllo della magistratura, leggi liberticide e tribunali speciali: «Le esecuzioni sono il prodotto dell’enorme sforzo per rimodellare le sfere politiche e sociali dell’Egitto secondo la visione autocratica del regime».
(Articolo di Chiara Cruciati pubblicato su il manifesto alle 23:37’ del 30/6/2021)
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(1) Sulla drammatica situazione dell’Egitto vedi in particolare gli articoli nei nn. 276; 278; 279 Not.; 281; 283
10) IL NUOVO PRESIDENTE DELL’IRAN È REO DI CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ
In Iran vengono violati costantemente i diritti umani. Amnesty International avverte che l’entrata in carica del nuovo presidente Ebrahim Raisi, reo di gravissimi crimini contro l’umanità, potrebbe peggiorare ulteriormente la situazione nel paese degli ayatollah.
Subito dopo l’annuncio del 19 giugno che Ebrahim Raisi sarà il prossimo presidente dell’Iran, la signora Agnès Callamard, Segretario Generale di Amnesty International, ha dichiarato:
“Che Ebrahim Raisi sia salito alla presidenza invece di essere indagato per crimini contro l'umanità, per omicidio, sparizione forzata e tortura, è un triste promemoria che l’impunità regna sovrana in Iran. Nel 2018, la nostra organizzazione ha documentato come Ebrahim Raisi sia stato un membro della ‘commissione della morte’ che ha fatto sparire e ha messo a morte senza processo in segreto migliaia di dissidenti politici nelle prigioni di Evin e Gohardasht nei pressi Teheran nel 1988. Le circostanze che riguardano il destino delle vittime e il luogo in cui si trovano i loro corpi sono, a tutt’oggi, sistematicamente nascoste dalle autorità iraniane, il che costituisce un crimine contro l’umanità.
“Come capo della magistratura iraniana, Ebrahim Raisi ha favorito una spirale di repressione dei diritti umani che ha visto centinaia di dissidenti pacifici, difensori dei diritti umani e membri di gruppi minoritari perseguitati e arbitrariamente detenuti. Sotto il suo controllo, la magistratura ha anche concesso l’impunità totale ai funzionari governativi e alle forze di sicurezza responsabili dell’uccisione illegale di centinaia di uomini, donne e bambini nonché di aver sottoposto migliaia di manifestanti ad arresti di massa e almeno centinaia a sparizioni forzate, torture e altri maltrattamenti durante e dopo le proteste nazionali del novembre 2019.
“L'ascesa di Ebrahim Raisi alla presidenza consegue a una campagna elettorale condotta in un ambiente altamente repressivo in cui è stato impedito di candidarsi alle donne, ai membri delle minoranze religiose e ai candidati dell’opposizione.
“Continuiamo a chiedere che Ebrahim Raisi sia indagato per il suo coinvolgimento in crimini passati e attuali in violazione del diritto internazionale, anche da parte degli stati che esercitano la giurisdizione universale.
“È ora più urgente che mai che gli stati membri del Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu compiano passi concreti per affrontare la crisi dell’impunità sistematica in Iran, anche istituendo un meccanismo imparziale che raccolga e analizzi le prove dei più gravi crimini contro il diritto internazionale commessi in Iran, allo scopo di rendere possibile un procedimento penale equo e indipendente.”
11) NOTIZIARIO
Arabia Saudita. Messo a morte un manifestante antigovernativo. Il 15 giugno scorso il Ministero dell’Interno saudita ha annunciato l’esecuzione di Mustafa al-Darwish di 26 anni (nella foto), messo a morte per il suo coinvolgimento nelle proteste antigovernative del 2015. La famiglia di al-Darwish non ha ricevuto alcun preavviso dell’esecuzione che ha appreso solo leggendo la notizia online. Al-Darwish era stato arrestato nel maggio 2015 e accusato di reati concernenti la sua partecipazione a proteste antigovernative - molte delle quali avvenute quando lui aveva 17 anni. L’associazione internazionale per i diritti umani Reprieve ha reso noto che al-Darwish è stato messo in isolamento e “picchiato così duramente da perdere conoscenza diverse volte”. “Per far cessare le torture, ha confessato le accuse contro di lui”, ha aggiunto Reprieve. Amnesty International, che aveva chiesto di fermare l'esecuzione la settimana prima, ha dichiarato che al-Darwish è “l’ultima vittima del sistema giudiziario profondamente iniquo dell'Arabia Saudita, che condanna a morte dopo processi gravemente ingiusti basati su confessioni estorte con la tortura”. Al-Darwish ha ritrattato la sua confessione al processo, spiegando alla corte che era stato torturato, ma è stato comunque condannato a morte, ha ricordato Reprieve. “Sei anni fa, Mustafa fu arrestato con due suoi amici nelle strade di Tarout. La polizia lo rilasciò senza accuse ma gli confiscò il cellulare. Abbiamo poi saputo che nel cellulare c'era una fotografia che li offendeva”, ha dichiarato la famiglia di Al-Darwish attraverso Reprieve. “Più tardi hanno detto a Mustafa di venire a ritirare il suo telefono, ma invece di restituirgli il cellulare lo hanno trattenuto ed è iniziata la nostra sofferenza”.
California. Muore per cause naturali nel braccio della morte. Il 74-enne Richard Allen Benson è stato trovato morto in una cella della prigione statale di San Quentin lunedì 31 maggio. Benson non aveva compagni di cella. La causa della morte del detenuto verrà determinata con precisione dal coroner della contea di Marin. Nel 1987, Benson fu condannato a morte per 4 omicidi dopo aver trucidato nel 1986 Laura Camargo e i suoi 3 bambini. Ora ci sono 703 detenuti nel braccio della morte della California.
Sudafrica. Sono passati 26 anni dall’abolizione della pena di morte. Il 6 giugno u. s. è stato il ventiseiesimo anniversario dell’abolizione della pena di morte in Sudafrica. L’abolizione era stata preceduta da una moratoria di 5 anni. Nell’ex colonia inglese tra il 1959 e il 1989 furono impiccati circa 3000 condannati a morte. Molti di essi erano prigionieri politici, come Solomon Mahlangu. Altri erano omicidi come Solomon Ngobeni, l’ultimo uomo messo a morte in Sudafrica. All’epoca la decisione di abolire la pena di morte fu unanime tra i 10 giudici della Corte Costituzionale che pure fornirono motivazioni diverse. Recentemente l’alto numero di crimini contro le donne ha suscitato qualche richiesta di ripristinare la pena capitale.
Questo numero è aggiornato con le informazioni disponibili fino al 30 Giugno 2021