FOGLIO DI COLLEGAMENTO INTERNO
DEL COMITATO PAUL ROUGEAU / ELLIS(ONE) UNIT
Numero 111 - Ottobre 2003
SOMMARIO:
1) Salviamo Afsaneh Nouroozi!
2) Kenneth parla delle radici dei mali e della forza spirituale
3) Una grande notizia: rilasciato l'oppositore siriano al-Sakhri
4) Finalmente prosciolta Amina Lawal
5) Discussioni sulla pena di morte e sui tribunali speciali in Iraq
6) L'ossessione di Ashcroft per la pena di morte
7) Amnesty condanna la richiesta della pena capitale per John Malvo
8) L'Iran abolisce la pena di morte per i minorenni
9) Incertezza e tensione al massimo livello nel caso Moussaoui
10) L'Arizona ricorre contro l'annullamento di 100 sentenze capitali
11) Concluso l'iter giudiziario per Tommy Zeigler
12) Ansia febbrile nell'imminenza dell'esecuzione
13) Terribili sofferenze e forza morale nell'animo di Philip Workman
14) L'Atto patriottico: una grave minaccia per i patrioti americani
15) Crudeli astuzie di un uomo avido
16) Inno alla vita dalla "Pier Lombardo" di Novara
17) Notiziario: Arkansas, Globale, Illinois, Nazioni Unite
1) SALVIAMO AFSANEH NOUROOZI!
La Sezione italiana di Amnesty International in questo momento è particolarmente impegnata nella campagna per salvare la vita di Afsaneh Nouroozi, condannata a morte in Iran per aver ucciso il capo dei servizi di sicurezza della polizia di Kish, nell'Iran meridionale. Afsaneh sostiene di aver accoltellato l'uomo, un amico di famiglia, per difendersi da un tentativo di stupro. Molte voci si sono levate per aiutare questa donna che, sia pure in maniera violenta ed estrema, ha esercitato il diritto femminile a difendere la propria persona ed il focolare domestico. Sappiamo che Afsaneh Nouroozi è detenuta nel carcere di Bandar Abbas, tristemente noto per il pessimo trattamento riservato ai prigionieri. La sentenza di morte di Afsaneh è stata confermata dalla Corte suprema per cui l'unica autorità con il potere di fermare la sua imminente esecuzione rimane il leader supremo dell'Iran, l'Ayatollah Sayed Ali Khamenei.
Esortiamo dunque i lettori ad aderire urgentemente e con grande slancio alla richiesta di Roberta Aiello, socia del Comitato e attivista del Coordinamento Pena di Morte di Amnesty, a sottoscrivere l'appello in favore di Afsaneh all'indirizzo: www.amnesty.it/appelli/iran_10_2003.php3
Si possono inserire le sottoscrizioni di familiari ed amici, indicando sempre la propria casella e-mail. In aggiunta o in alternativa a ciò, chi vuole impegnarsi maggiormente inviando in proprio un messaggio alle autorità iraniane, può riprodurre il seguente testo da noi preparato (o comporre un breve testo personale). Inviate il vostro appello per posta prioritaria (affrancatura 0,77 euro), all'Ayatollah Sayed Ali Khamenei, corredandolo chiaramente dei nomi e degli indirizzi completi dei firmatari.
His Excellency Ayatollah Sayed Ali Khamenei,
The Presidency
Palestine Avenue, Azerbaijan Intersection
TEHRAN - Islamic Republic of Iran
Your Excellency
Afsaneh Nouroozi, is at imminent risk of execution after the death sentence against her was upheld by the Iranian Supreme Court.
We admire and deeply respect the extremely ancient Iranian civilization, and we support the governmental duty of fighting criminality and of isolating criminals form society. Nevertheless, we oppose the death penalty, particularly in this case, because there is the strong doubt that Mrs. Nouroozi has killed to protect and defend herself from a rape attempt.
The last word about Afsaneh Noyroozi's fate is yours, Excellency, and we therefore beg you heartily to use your undisputed powers to grant her clemency and to spare her life.
We thank you for your kind attention and we remain
Yours sincerely,
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Possibilmente, mandate un messaggio per posta o per e-mail ( khatami@president.ir - provare più volte ad inoltrare il messaggio, se non passa) anche al Presidente della repubblica iraniana Khatami:
His Excellency Hojjatoleslam val Moslemin Sayed Mohammad Khatami
The Presidency, Palestine Avenue
TEHRAN - Islamic Republic of Iran
Your Excellency,
We know that Afsaneh Nouroozi could be executed in an extremely short time, since the Iranian Supreme Court did not commute her punishment.
We feel deep admiration for the ancient civilization of your Country, yet we consider Mrs. Nouroozi's death sentence cruel and unfair, also because of the strong doubt existing, that she might have killed only to protect herself from an abuse attempt.
We therefore beg you heartily to use all your authority to recommend clemency in Mrs. Nouroozi's behalf so that her life may be spared.
We thank you for your kind attention and we remain
Yours sincerely,
Traduzione degli appelli:
1- Eccellenza, Afsaneh Nouroozi è a rischio di imminente esecuzione da quando la sua condanna a morte è stata confermata dalla Corte Suprema iraniana. Ammiriamo e rispettiamo profondamente l'antichissima civiltà iraniana, e approviamo il dovere da parte del governo di combattere la criminalità e di isolare i criminali dalla società. Siamo tuttavia contrari alla pena di morte, in particolare in questo caso, in cui sussiste il forte dubbio che la Sig.ra Nouroozi abbia ucciso per proteggersi e per difendersi da un tentativo di stupro. Eccellenza, sua è l'ultima parola riguardo al destino di Afsaneh Nouroozi, e per questo la preghiamo con tutto il cuore di usare i suoi poteri indiscussi per concederle clemenza e per risparmiarle la vita. Grati per la sua attenzione, la salutiamo sinceramente
. 2- Eccellenza, sappiamo che Afsaneh Nouroozi potrebbe essere giustiziata entro un brevissimo lasso di tempo, dal momento che la Corte Suprema iraniana non ha commutato la sua punizione.
Proviamo profonda ammirazione per l'antica civiltà del Suo Paese, ma consideriamo tuttavia la sentenza di morte della Sig.ra Nouroozi crudele ed ingiusta, anche a causa del forte dubbio che essa possa aver ucciso solo per proteggersi da un tentativo di abuso
. Pertanto la preghiamo con tutto il cuore di usare la sua autorità per raccomandare clemenza in favore della Sig.ra Nouroozi affinché le possa esserle risparmiata la vita.
La ringraziamo per la cortese attenzione e la salutiamo sinceramente.
(Grazia)
2) KENNETH PARLA DELLE RADICI DEI MALI E DELLA FORZA SPIRITUALE
Il nostro amico Kenneth Foster, che si trova nel braccio della morte del Texas, ha scritto per noi il seguente articolo. Lo pubblichiamo molto volentieri.
Recentemente un mio amico (che è un attivista e si batte per la mia causa) mi scrisse parlandomi dell'estremo potere e dell'influenza del denaro. Tutti conosciamo il detto "Il denaro è alla radice di tutti i mali". Egli mi chiese poi se pensavo che anche il controllo della "conoscenza" fosse alla radice del male. Questo mi indusse a riflettere profondamente su entrambe le affermazioni. Pensai al detto sul denaro che sta alla radice di tutti i mali e mentre meditavo su questa affermazione, cominciai a considerarla una metafora, utilizzata per evitare di parlare della vera radice del male. L'affermazione del mio amico sulla "conoscenza", è un'affermazione molto profonda. La conoscenza, in parole povere, è l'educazione, l'informazione, la consapevolezza delle cose. L'accesso alla conoscenza è probabilmente la capacità più importante delle persone perché attraverso la conoscenza impariamo ad attingere alle risorse necessarie per sopravvivere. Però, togliendo ad alcuni la conoscenza, impediamo loro di eccellere. Controllando il loro accesso alla conoscenza possiamo manipolare o limitare ciò che sanno (ciò rappresenta evidentemente un atto di malvagità).
Queste sono considerazioni molto importanti, ma mentre riflettevo profondamente sull'argomento, mi ritrovai a giungere ad una conclusione molto seria - alla vera radice di tutti i mali sta la nostra separazione da Dio.
Pensando ai commenti espressi dal mio amico, gli dissi che le persone possono usare qualsiasi scusa per compiere atti di malvagità e cattiverie. Dedizioni al male possono realizzarsi per molte ragioni: denaro, potere, cibo, lussuria, razzismo, ecc..
Qualsiasi di questi fattori può essere portato alle estreme conseguenze e far sì che una persona agisca negativamente, ma indipendentemente da quale sia il fattore determinante, si tratta del fatto che se trascuriamo l'influenza di Dio nelle nostre vite, verremo inevitabilmente sopraffatti da quelle tentazioni alle quali siamo più vulnerabili. Come esseri umani siamo stati generati imperfetti, ma anche se siamo imperfetti e se non conduciamo una vita monastica, questo non significa che non possiamo essere persone spiritualmente forti. Vedete, colui che lotta per raggiungere e realizzare la volontà divina, verrà tentato fino allo stremo delle forze; e questo è assolutamente necessario, perché in quale altro modo potrebbe una persona acquisire la pace sublime, se non ci fossero state prove e tribolazioni? Quando veniamo attaccati da fattori negativi, dovremmo fermarci a riflettere su noi stessi. Perché? Perché nessuno che non abbia prima acquisito conoscenza di se stesso, può pensare di conoscere Dio. Andate nel profondo della vostra anima, nel luogo segreto... alle radici, alle massime vette; perché tutto ciò che Dio può fare è concentrato in quei luoghi; c'è una forza che si sprigionerà sempre se la cercherete lì. Nel momento in cui ci rendiamo conto che esiste un Potere Superiore, ogni volta che lottiamo nella vita possiamo imparare a canalizzare la forza del Creatore e ad invocare lo Spirito Santo a venire ad abitare tra noi. Commetteremo sempre degli errori e dovremo sforzarci di non rimanervi attaccati, ma di risollevarci al di sopra di essi. Riusciremo a farlo solo quando cercheremo di essere più simili a Dio. Egli non è separato da noi - tuttavia noi possiamo separarci da Lui. E quando ciò accade l'uomo cade in rovina. Ma ricordate, non è sufficiente limitarsi a pregare o desiderare che i nostri "mali" se ne vadano, dovremmo piuttosto pregare di capire per poter imparare dai mali stessi e allora saremo in grado di sconfiggerli e infine di crescere.
In conclusione, voi stessi scegliete se essere recettori di verità spirituali quando arrendete la vostra volontà a quella di Dio. Tutti abbiamo la medesima possibilità di accedere ad essa. Dio si rivela a tutti coloro che lo cercano - parla a tutti coloro che lo ascoltano. Quando arrenderete la vostra volontà a quella di Dio, allora sì inizierete una vita molto attiva, e anche meravigliosa.
Se volete saperne di più sul braccio della morte del Texas, collegatevi al mio sito internet: www.kennethfoster.dc e visitate la sezione "Steel Hell" (Inferno d'acciaio).
3) UNA GRANDE NOTIZIA: RILASCIATO L'OPPOSITORE SIRIANO AL-SAKHRI
Con un breve comunicato del 14 ottobre la Sezione Italiana di Amnesty International ha reso nota la scarcerazione dell'oppositore siriano Muhammad al-Sakhri. Al-Sakhri era stato deportato dall'Italia alla Siria il 28 novembre 2002 dopo il rifiuto del nostro Governo di concedere l'asilo politico a lui e alla sua famiglia (v. n. 109). Fino al 13 ottobre scorso, per quasi un anno, al-Sakhri è rimasto in incommunicado a rischio di tortura e di incriminazione capitale. Amnesty non fornisce particolari sull'attuale situazione di al-Sakhri e sul trattamento subito durante la detenzione.
Un GRAZIE ai lettori che, rispondendo ad un nostro pressante invito, hanno partecipato alla petizione in favore di Muhammad al-Sakhri promossa da Amnesty e diretta al Governo italiano. Evidentemente, un sia pur tardiva mobilitazione delle nostre autorità, che hanno cercato di riparare alla loro vergognosa omissione del novembre 2002, deve aver fatto breccia a Damasco.
4) FINALMENTE PROSCIOLTA AMINA LAWAL
Il 25 settembre è stato comunicato l'esito del secondo processo di appello di Amina Lawal tenutosi il 27 agosto presso la Corte islamica d'Appello di Katsina nella Nigeria settentrionale: la sentenza di morte per lapidazione che era stata inflitta ad Amina secondo la legge della Sharia il 22 marzo 2002 è stata annullata. La Corte d'Appello ha ritenuto che sia la condanna per adulterio che la confessione di Amina Lawal non erano legalmente valide.
Dopo il proscioglimento di Amina Lawal, il Governo centrale della federazione nigeriana ha fatto sapere che non avrebbe mai permesso l'esecuzione della sentenza. Pur dichiarandosi contrarie alla pena di morte per lapidazione inflitta dai tribunali islamici, le autorità centrali in precedenza si erano tuttavia riferite con estrema prudenza al caso di Amina Lawal a motivo del violento e sanguinoso scontro in atto tra i 12 paesi islamici del nord e gli altri 36 stati di religione animista o cristiana.
Amnesty ricorda che in Nigeria altre due persone, Fatima Usman e Ahmado Ibrahim, sono ancora in attesa che una corte di appello dello stato del Niger riveda la sentenza di morte per lapidazione emessa nei loro confronti. Sono probabili altri futuri conflitti tra Governo centrale ed autorità islamiche a proposito di sentenze emesse secondo la legge della Sharia, legge che, oltre alla lapidazione, prevede le amputazioni e la fustigazione.
Nonostante l'opposizione frontale di alcune autorità islamiche, va avanti lentamente il progetto del presidente Olosegun Obasanjo di abolire la pena di morte in Nigeria: se ne discute attivamente negli ambienti del Parlamento federale.
Esplicita e molto avanzata è la posizione della Chiesa cattolica nigeriana. L'arcivescovo di Lagos Anthony Okogie ha dichiarato il 19 settembre: "Il Governo ha il compito di punire i criminali ma la prevenzione dei delitti deve essere fatta altrimenti che con la pena di morte. Le radici del crimine risiedono nel peccato, nella povertà, nell'ambiente deprivato, nelle abitazioni malsane, nell'alcolismo. Chiedo al Governo di affrontare questi problemi prima di prescrivere la pena di morte."
Okogie ha detto di non voler discutere in linea di principio del diritto dello stato di imporre la pena di morte ma afferma che tale pena non è ragionevole per il livello di civiltà raggiunto dalla Nigeria.
5) DISCUSSIONI SULLA PENA DI MORTE E SUI TRIBUNALI SPECIALI IN IRAQ
Gli USA e la Gran Bretagna discutono sul ripristino della pena di morte in Iraq sospesa dopo la caduta del regime di Saddam Hussein. Gli Inglesi sono contrari ma il Consiglio di governo formato da esponenti iracheni sarebbe favorevole.
Molto complesso è il problema di perseguire i responsabili dei crimini di guerra e dei crimini contro l'umanità compiuti sotto il passato regime. Qualcuno dovrebbe essere chiamato a rispondere dell'uso dei gas contro i villaggi curdi, dell'invasione del Kuwait, della sanguinosa repressione della rivolta curda del 1992 e così via. Tuttavia mancano i fondi necessari e anche idee chiare. Gli Americani sono ostili alla creazione di tribunali internazionali e preferirebbero lasciare il compito di giudicare gli iracheni a loro concittadini, sia pure formati da esperti internazionali. A meno che non si voglia fare giustizia sommaria, non potranno essere comunque giudicate in un tempo ragionevole più di alcune centinaia di persone. In ogni caso sembra che l'amministratore americano Paul Bremer abbia già pronto uno statuto per l'istituzione di 'tribunali speciali' atti a perseguire i principali esponenti del regime di Saddam. Non si sa se lo statuto contenga la previsione della pena di morte che susciterebbe la netta opposizione degli alleati europei, i quali dovrebbero collaborare con gli Americani per una seria amministrazione della giustizia.
Non si prevede che i processi possano partire prima di un anno anche perché per ora mancano i soldi, sia pure per le investigazioni: tanto per cominciare ci sarebbero '12 chilometri' di dossier sequestrati dagli Americani da consultare e 153 fosse comuni da esaminare.
6) L'OSSESSIONE DI ASHCROFT PER LA PENA DI MORTE
Il declino naturale della pena di morte negli Stati Uniti ha subito alcune battute d'arresto dopo l'insediamento dell'amministrazione del Presidente Bush e dopo la dichiarazione della cosiddetta "guerra al terrore". In particolare l'uso della pena di morte a livello federale si stava esaurendo quando, con grande impegno, il nuovo Ministro della Giustizia John Ashcroft si è incaricato di rinfocolarla.
Ashcroft ha cominciato a fustigare gli accusatori federali imponendogli di perseguire il maggior numero di condanne alla pena capitale. Non solo, ha dato ordine di avocare il più possibile alle corti federali i processi per omicidio che usualmente venivano celebrati negli stati in cui non è prevista la pena di morte, nell'intento di uniformare l'uso della pena capitale ( v. ad es. n. 108 ). Ashcroft fino ad ora ha perseguito la pena di morte in 12 casi negli stati esenti dalla pena capitale: 3 in Massachusetts, 1 in Vermont, 6 in Michigan, 1 nello Iowa e 1 in Virginia Occidentale. In 7 di questi casi il Ministro della Giustizia ha forzato l'orientamento degli accusatori federali che non erano d'accordo per la pena di morte.
La determinazione con la quale il Ministro della Giustizia sostiene la pena di morte non finisce di meravigliare gli osservatori e continua a scontentare perfino molti esponenti del suo schieramento politico, quello repubblicano.
A fine settembre ha fatto molto scalpore la richiesta federale della pena di morte in Massachusetts per due affiliati di una gang, Darryl Green di 26 anni e Branden Morris di 20. "Si manifesta una strategia per assicurare che la pena di morte sia largamente applicata in tutta la nazione senza tener conto degli atteggiamenti e delle politiche dei popoli dei singoli stati," ha detto David Bruck, un avvocato della South Carolina appartenente ad un gruppo di legali che difende i condannati a morte. "Credo che rifletta la volontà di nazionalizzare la pena capitale che è sempre stata trattata come una questione locale."
Notevole è anche l'Ordine, emesso da Ashcroft il 23 settembre per centralizzare al massimo il potere giudiziario e inasprire le pene, che impedisce agli accusatori federali di addivenire a patteggiamenti con gli accusati, con eccezioni i sei casi dei quali il più notevole è l'accertata disponibilità dell'imputato ad una collaborazione estensiva nelle investigazioni. Accusatori e difensori hanno osservato che riducendo in maniera drastica le possibilità di patteggiamento si rischia tra l'altro di inasprire ed estendere la conflittualità processuale e intasare il sistema giudiziario.
7) AMNESTY CONDANNA LA RICHIESTA DELLA PENA CAPITALE PER JOHN MALVO
Lee Boyd Malvo, detto John, aveva 17 anni nell'ottobre dello scorso anno quando, insieme con John Allen Muhammad, in un periodo di tre settimane partecipò all'uccisione di 10 persone, ignari passanti che vennero presi di mira con un fucile di precisione negli stati della Virgina, del Maryland e di Washington. Verrà processato a giorni. Una delle accuse mosse contro Malvo è di aver commesso un omicidio "nel corso di un atto di terrorismo." Per lui è stata scritta in anticipo una sentenza capitale. Non appena John Malvo fu catturato, il Ministro della Giustizia John Ashcroft gli promise la pena di morte. Lo stesso Ministro si adoperò per farlo processare nello Stato e nella Corte che più facilmente potevano emettere una sentenza capitale. Frutto di tanto impegno è il processo contro Malvo che comincerà in Virginia il prossimo 10 novembre.
Respinte dal giudice una serie di eccezioni preliminari, l'accusa ha la facoltà di chiedere, e si appresta ad ottenere, la pena di morte per Malvo. Il processo avrà un'enorme pubblicità. Il Washington Post, in un editoriale del 19 settembre intitolato 'Legale ma sbagliata', afferma che 'la legittimità [della pena di morte per i minorenni] non rende la cosa per nulla meno repellente"
Amnesty International, emettendo una 'azione urgente' in favore di John Malvo, ricorda che la pena di morte per i minori di 18 anni è praticamente proibita in tutto il mondo con l'eccezione degli Stati Uniti dove si sono verificate 13 delle 18 esecuzioni di persone che erano minorenni all'epoca del crimine avvenute dal 1998 in poi. Tale pratica è condannata da una moltitudine di trattati e dalle organizzazioni internazionali e, come hanno affermato quattro giudici della Corte suprema federale, in America rappresenta 'un relitto del passato'.
8) L'IRAN ABOLISCE LA PENA DI MORTE PER I MINORENNI
In Iran è stato redatto un progetto di legge, che verrà approvato dal Parlamento al più presto, per abolire l'inflizione della pena capitale ai minori di 18 anni al momento del crimine loro contestato. Alireza Jamshidi, Segretario del Consiglio Supremo per lo Sviluppo della Legislazione, ha annunciato a fine settembre che per i minorenni non soltanto viene abolita la pena di morte ma anche l'ergastolo e la pena della fustigazione. "La nuova legge si conforma perfettamente alla Sharia e ai moderni criteri giuridici" ha affermato Alireza Jamshidi.
9) INCERTEZZA E TENSIONE AL MASSIMO LIVELLO NEL CASO MOUSSAOUI
La Corte federale d'Appello del Quarto Circuito terrà un'udienza il 3 dicembre per esaminare il ricorso del Governo americano contro una recente decisione della Giudice Leonie Brinkema, presidente della Corte federale distrettuale di Alexandria in Virginia incaricata di giudicare Zacarias Moussaoui, sospetto terrorista di al-Qaeda. L'inizio del processo contro Moussaoui, già rimandato tre volte, si allontana ulteriormente.
La Brinkema il 2 ottobre ha annullato i principali capi d'accusa contro Moussaoui, proibendo di richiedere per lui la pena di morte, in risposta alla decisione dell'Amministrazione di negare l'accesso, sia pure a distanza, a tre dirigenti di al-Qaeda nelle mani degli Americani e detenuti sotto interrogatorio in località sconosciute. La testimonianza di Khalid Shaikh Mohammed, Ramzi Binalshibh e Mustafa Ahmed al-Hawsawi, che potrebbero scagionare Moussaoui dall'accusa di aver tramato per gli attacchi dell'11 settembre 2001, era stata autorizzata da Leonie Brinkema con ordinanze emesse nei mesi di gennaio e di agosto di quest'anno (v. nn. 109 e ( 110 ).
"Al Governo verrà impedito nel corso del processo di avanzare qualsiasi argomento, o di presentare qualsiasi prova, tendente a dimostrare che l'imputato fu in qualche modo coinvolto negli attacchi dell'11 settembre, o ne aveva conoscenza, - ha scritto Leonie Brinkema il 2 ottobre - sarebbe chiaramente ingiusto chiedere a Moussaoui di difendersi contro tali accuse essendogli impedito di presentare le testimonianze di coloro che possono aiutarlo a confutarle."
Per quanto riguarda la richiesta della pena capitale, la giudice Brinkema ha sentenziato che: "Non è possibile che Moussaoui, un remoto e minore partecipante alla guerra di al-Qaeda contro gli Stati Uniti, sia correttamente condannato a morte per le azioni commesse da altri membri di al-Qaeda, che effettuarono gli attacchi dell'11 settembre 2001, senza alcuna prova che egli vi sia direttamente coinvolto" o abbia avuto conoscenza della loro preparazione.
Non è facile prevedere come deciderà la Corte federale d'Appello del Quarto Circuito. Si sa che tale corte ha un orientamento ultra conservatore ed è sensibile alle esigenze di sicurezza avanzate dell'Amministrazione. Tuttavia l'accesso ai testimoni è un principio pressoché sacro recepito nel Sesto emendamento della Costituzione americana: una sentenza che annullasse la decisione della Giudice Brinkema potrebbe suscitare diffuse critiche e allarme non solo nel campo progressista ma anche tra i conservatori più legati ai tradizionali principi di libertà ed equità.
Se, come è abbastanza probabile, verrà confermata la correttezza del comportamento della giudice Brinkema, l'Amministrazione dovrà scegliere tra varie alternative, tutte difficili. Se ricorrerà alla Corte Suprema federale, si esporrà all'eventualità di una terza umiliante sconfitta. Se acconsentirà a proseguire il processo davanti alla corte presieduta da Leonie Brinkema dovrà sopportare la bruciante rinuncia ad una sentenza di morte e faticare moltissimo nel tentativo di conseguire una condanna all'ergastolo. Se farà giudicare Moussaoui da una Commissione militare nella base di Guantanamo, dove potrà dettare a suo piacimento le regole processuali, si dimostrerà agli occhi del mondo 'assetata di sangue' e vieppiù irrispettosa delle salvaguardie costituzionali.
10) L'ARIZONA RICORRE CONTRO L'ANNULLAMENTO DI 100 SENTENZE CAPITALI
Come era prevedibile, lo stato dell'Arizona ha presentato ricorso alla Corte suprema federale contro la sentenza della Corte federale d'Appello del Nono Circuito che il 2 settembre scorso aveva annullato oltre 110 sentenze di morte emesse da giudici in luogo delle giurie( v. n. 110 ). Ricordando che altre corti federali d'appello si erano espresse diversamente sulla questione, gli avvocati dell'Arizona "nell'interesse del giusto trattamento delle parti in causa e delle vittime degli omicidi" hanno chiesto alla massima corte di annullare una sentenza che "apre la porta a inimmaginabili contestazioni."
Un segnale di segno opposto viene invece dal Missouri dove la Corte suprema ha commutato in carcere a vita la sentenza di morte di Deandra Buchanan, emessa nel 2000 da un giudice in luogo della giuria. La Corte suprema del Missouri si è ricollegata alla sentenza della Corte suprema federale 'Ring v. Arizona' del giugno 2002. E' la seconda volta che la Corte suprema del Missouri annulla una sentenza di morte con questa motivazione.
11) CONCLUSO L'ITER GIUDIZIARIO PER TOMMY ZEIGLER
La Corte federale d'Appello dell'Undicesimo Circuito il 19 settembre ha respinto il ricorso del nostro amico Tommy Zeigler confermando la sua condanna a morte. Si conclude così un iter giudiziario, durato quasi 28 anni, cominciato quando la polizia e l'accusa sostennero che Tommy si era sparato nel ventre con una pistola di grosso calibro per simulare una rapina. Se non vi fossero i recentissimi risultati dei test del DNA per lui favorevoli ( v. n. 109 ) la sua situazione sarebbe tragica.
Nell'ultimo ricorso a livello federale, la difesa di Zeigler denunciava che l'accusa aveva nascosto delle prove, che la giuria aveva agito irregolarmente, che nel processo gli avvocati difensori fecero un cattivo lavoro, che le corti che hanno riesaminato il caso nel corso degli anni commisero diversi errori. La Corte dell'Undicesimo Circuito ha ritenuto che se fosse stato presentato un video con una testimonianza sugli eventi che contraddice la versione della polizia (video nascosto dall'accusa durante il processo del 1976) la giuria probabilmente non avrebbe emesso un verdetto diverso. Altre prove incongruenti con le accuse a carico di Zeigler, per la Corte non sono rilevanti perché non collimano con la versione fornita dall'imputato. Una moltitudine di altre irregolarità compiute nell'iter giudiziario non inficerebbero il caso per 'mancanza di merito' o ragioni procedurali.
Sta di fatto che per Tommy Zeigler può essere ora fissata una data di esecuzione. Come sappiamo, però, i test del DNA sui reperti biologici prelevati dalla scena del delitto hanno dato piena conferma alla versione del condannato ( v. n. 98 )e il Governatore Jeb Bush sta attentamente vagliando il suo caso in vista di un eventuale provvedimento di clemenza che possa raddrizzare con la luce della ragione una vicenda veramente assurda ( v. n. 109 )
Anche la sentenza della Corte suprema federale sul ruolo delle giurie nei casi capitali e la conseguente sentenza della Corte federale d'Appello del Nono Circuito (v. n. 110 - "Annullate cento sentenze capitali...") lasciano sperare che a Tommy verrà quanto meno risparmiata l'iniezione letale: egli fu infatti condannato a morte da un giudice nonostante il fatto che la giuria avesse proposto per lui il carcere a vita.
12) ANSIA FEBBRILE NELL'IMMINENZA DELL'ESECUZIONE
Pubblichiamo alcuni brani tratti da una lettera di Bobby Lee Hines alla nostra amica Cristina Canciani. Per rimanere fedeli al testo originale dobbiamo riportare alcune espressioni triviali. Abbiamo appreso che l'appello del condannato alla Corte Suprema federale di cui si parla nella lettera è stato purtroppo respinto il 6 ottobre scorso.
23 settembre 2003 [...] Hanno fissato la data della mia esecuzione circa una settimana e mezzo fa. O per lo meno questo è quando me l'hanno detto! Cazzo, la mia avvocatessa non mi ha scritto e non mi ha detto che l'avevano fissata! Me lo hanno detto quei fottuti del carcere! Le ho scritto ma non mi ha ancora risposto e io nemmeno la cerco! [...] Mi ero accorto che stava succedendo qualcosa e stavo cercando di controllare la situazione prima che la tempesta si abbattesse su di me, ma mi ha distrutto lo stesso! Adesso sono stato trasferito nella cella della morte. In questo momento ci sono altri tre tipi... Comunque la Corte Suprema deciderà sul mio caso il 29 di questo mese. In verità credo che rifiuteranno anche il mio ultimo appello. Ma chissà, tutto può succedere, prego che succeda! La data della mia esecuzione è fissata per l'11 Dicembre 2003. Vedo la finestra del tempo che si sta chiudendo sulla mia vita! Ma non voglio vivere così per il resto dei miei giorni. Non voglio morire, cazzo, ho una paura fottuta adesso! Ma a parte i miei pensieri, se non mi giustiziano non voglio vivere così per il resto della mia vita! Se dovessi lo farei ma non voglio! Pare che non riesca a pensare ad altre cose su cui scrivere a parte questa! Spero che non pensiate che sono assillato da questa idea ma non riesco a togliermela dalla testa. Ma se non ci riesco credo che impazzirò prima dell' 11 Dicembre...
Potete scrivere a:
Mr. Bobby Hines #999025 - Polunsky Unit - 3872 F.M.350 South - Livingston, TX 77351 U.S.A.
13) TERRIBILI SOFFERENZE E FORZA MORALE NELL'ANIMO DI PHILIP WORKMAN
Per la quarta volta in poco più di tre anni, Philip Workman è arrivato a pochi passi dall'iniezione letale, prevista per il 24 settembre scorso. Anche questa volta la sua esecuzione è stata sospesa quando ormai egli si apprestava, fisicamente e spiritualmente, a lasciarsi uccidere. Aveva già lavato le pareti della sua cella in previsione dell'imminente trasferimento nella camera della morte, desideroso di lasciare ad un successivo "ospite" un ambiente pulito. Quando è stato informato della sospensione, stava ordinatamente impacchettando le sue cose in modo che i familiari potessero facilmente portarle via dopo la sua morte.
Questa quarta sospensione lo ha lasciato abbastanza sorpreso, anche se egli, già da molti anni convinto credente, attribuisce ogni volta a Dio il dono di un prolungamento della sua vita, che questa volta gli permetterà comunque di trascorrere almeno ancora un Natale godendo la visita della figlia e dei suoi due nipotini.
Philip afferma però che queste continue minacce di esecuzione, giunte a volte fino ad un'ora dal realizzarsi, stanno logorandogli i nervi. Notti insonni e stati ansiosi iniziano per lui almeno quindici giorni prima del paventato evento, e, come lui stesso descrive, con l'avvicinarsi del momento fatidico "Il livello di ansia e il senso di caos mentale ti penetrano completamente. Ti disorienta il tentativo di far fronte a tutte le cose che occorre fare e di conservare comunque la speranza. E' veramente una contorsione mentale. Puoi quasi impazzire. Uno potrebbe pensare che le ripetute esperienze di questo tipo dovrebbero rendere la cosa più facile, invece è esattamente il contrario, è ogni volta più duro". Se questa non è una punizione "crudele ed inusuale" quale altra potrà mai esserlo?
Il caso giudiziario di Workman, zeppo di imbrogli e ingiustizie, che vanno dall'occultamento delle prove a discarico, alla falsa testimonianza sotto giuramento, è ormai ben noto ai nostri lettori, visto che il Comitato sta aiutando Philip da anni, e si è mobilitato, con grande collaborazione e appoggio dei soci e dei simpatizzanti, ogni volta che la sua vita è stata a rischio.
Ciò che forse per molti potrà essere una novità è invece la ragione che il governatore Bredesen - sotto pressione da parte di coloro che chiedevano un provvedimento di clemenza - ha adotto per sospendere l'esecuzione di Philip Workman.
L'analista medico della contea di Shelby, O.C. Smith ha testimoniato contro Workman in qualità di esperto dello stato, sostenendo che il proiettile che uccise il poliziotto Oliver era stato sparato proprio dall'arma di Workman.
Gli investigatori federali stanno ora esaminando una strana aggressione subita l'anno scorso da Smith: egli fu trovato legato con filo spinato ed imbavagliato fuori dal suo ufficio il 1° giugno 2002. Disse agli agenti che qualcuno gli aveva gettato sul viso una sostanza caustica, e che gli aveva legato addosso una bomba; di fatto Smith non presentava però lesioni serie.
La personalità di Smith è ora sotto indagine anche perché aveva denunciato l'arrivo di lettere che lo accusavano di aver mentito all'udienza di Workman.
Il Governatore Bredesen, quando ha sospeso l'esecuzione di Philip Workman, ha motivato il suo provvedimento dicendo che occorreva aspettare che si potesse concludere una indagine federale legata al caso Workman. Non parlò espressamente del dott. Smith ma non sembra essere una pura coincidenza il fatto che la sospensione dell'esecuzione terminerà il 15 gennaio prossimo, proprio quando si concluderà l'indagine sul caso Smith.
Certamente, se a Workman verrà fissata una nuova data di esecuzione, dovremo ancora una volta mobilitarci con energia e impegno per tentare di strapparlo dalle mani del boia.
Vorrei chiudere questo articolo ricordando quanta forza ci sia nell'animo di Philip e quale incredibile capacità di ripresa riveli quest'uomo. Durante una recente intervista, poco dopo aver ricevuto la notizia della sospensione, egli ha raccontato con una certa arguzia che un suo amico, vicino di cella, vedendolo tornare ogni volta dopo le tre precedenti mancate esecuzioni, era solito guardare l'orologio e dirgli: "Ehi, tu non dovresti essere qui a quest'ora!". L'ultima volta pare abbia aggiunto: "Hai più vite di un gatto!" Al che Philip ha risposto: "E spero che le cose continuino così".
(Grazia)
14) L'ATTO PATRIOTTICO: UNA GRAVE MINACCIA PER I PATRIOTI AMERICANI
Il Ministro della Giustizia John Ashcroft sta cercando di ottenere in tutti gli stati una forte adesione all' "Atto Patriottico", il pacchetto di norme Anti-Terrorismo americano ( v. ad es. n. 107, "Verso la fine delle libertà civili"), che invece pare trovi notevole ostilità da parte dei cittadini, molti dei quali stanno rendendosi conto del "sapore" dittatoriale e dei pericoli impliciti di questo atto.
Un brillante scrittore americano, William Rivers Pitt, ha tenuto una contro-conferenza in Texas, dopo che un oratore aveva sostenuto i pregi dell'Atto Patriottico. Pitt ha affermato che la difesa effettiva dell'Atto si è sempre limitata all'affermazione: "Noi siamo il governo e voi dovete fidarvi di noi". Ma, obietta Pitt, come ci si può fidare dopo tante menzogne? Egli cita la guerra in Iraq, motivata dall'esistenza di armi di distruzione di massa, in realtà mai reperite, e obietta che i fatti dell'11 settembre richiedono sì una reazione difensiva, ma afferma che l'Atto Patriottico si spinge ben oltre a ciò e diviene una minaccia stessa ai cittadini americani, perché viola apertamente i diritti costituzionali di libertà di pensiero e di espressione, che sono stati finora un vanto dell'America. L'immagine dell'America, ciò che davvero i cittadini americani devono considerare Patria, afferma Pitt, non sono i grattacieli o le grandi autostrade, o le praterie o i grandi parchi, o i possenti eserciti, ma è il profondo ideale di libertà. L'America dice ai suoi cittadini: "Puoi andare dove vuoi, dire ciò che vuoi, pensare ciò che vuoi, avere fede nel Dio che vuoi, o non averne affatto, e il governo non può impedirti di fare queste cose a meno che tu non stia danneggiando in modo dimostrabile un tuo concittadino". Pitt afferma giustamente che l'Atto Patriottico uccide questo ideale di libertà americano, uccidendo così la stessa America, e facendo quindi il gioco dei terroristi che l'hanno colpita, in modo molto più efficace e definitivo di quanto essi potrebbero mai riuscire a fare direttamente.
Pitt cita alcuni passi molto significativi dell'Atto Patriottico e illustra le loro conseguenze con esempi pratici. Nella sezione 213, per esempio, viene conferita agli agenti del governo federale l'autorità di entrare nelle case, di perquisire le proprietà, di mettere sotto controllo il telefono e il computer affinché vengano registrati tutti i messaggi in posta elettronica e tutti i siti che si visitano, oltre naturalmente alle telefonate. Tutto questo non richiede un mandato e addirittura può essere effettuato senza informare il proprietario degli oggetti perquisiti o controllati.
Si afferma nell'Atto Patriottico che questo tipo di trattamento verrà ovviamente riservato a quelle persone considerate potenziali terroristi. Ma la definizione di "terrorista" nell'atto stesso è molto vaga. Nella sezione 802 l'Atto istituisce come nuovo crimine federale il "terrorismo domestico". Fra le altre cose, la sezione afferma che atti compiuti all'interno degli Stati Uniti "pericolosi per la vita umana, che siano una violazione delle leggi criminali" possono essere considerati atti di terrorismo domestico se "sembreranno mirare a influenzare la politica del governo per mezzo di intimidazione o coercizione, o la popolazione civile". Le attività di protesta durante le manifestazioni sono spesso abbastanza agitate e possono arrivare ad atti di turbolenza: a questo punto saranno considerati terroristi anche i giovani no-global, o gli attivisti anti-abortisti, oppure ancora gli ecologisti.
John Ashcroft, sostenendo l'Atto Patriottico, nel dicembre 2001 affermava: "A coloro che spaventano le persone amanti della pace con fantasmi di libertà perdute, io dico: il vostro atteggiamento aiuta solo i terroristi - perché corrodete la nostra unità nazionale e sminuite la nostra decisione". Secondo Pitt, a norma della sezione 411 dell'Atto Patriottico, chi critica l'Atto Patriottico è già un terrorista, perché, secondo quanto affermato da Ashcroft, appoggia pubblicamente le attività terroristiche. Queste persone potrebbero perciò già di per sé essere perseguite secondo il dettato dell'Atto Patriottico.
In sostanza l'atto Patriottico chiede agli Americani di gettare alle ortiche molti emendamenti della loro Costituzione, tra i quali ovviamente il primo, che afferma che "I cittadini americani sono dotati dell'inalienabile diritto alla Vita, alla Libertà, e al Perseguimento della Felicità".
L'Atto Patriottico consente al governo di imprigionare, a scadenza indeterminata e senza accesso ad un avvocato o ad un tribunale civile, chiunque venga considerato un terrorista. La qualifica di 'terrorista' è lasciata alla sola discrezione del governo federale, e a John Ashcroft. La qualifica può applicarsi a cittadini americani e non.
Non contenta delle gravi violazioni dei diritti civili ed umani contenute nell'Atto Patriottico ora l'Amministrazione statunitense si prepara a varare il 'Victory Act' (Atto della Vittoria) che smantella ulteriormente le tutele costituzionali dei cittadini americani e stranieri rendendo praticamente illimitata nel tempo una situazione di arbitrio che fu agevolmente imposta a ridosso dell'11 settembre 2001. Questo Atto - tra l'altro - consentirà al Governo di usare prove illegali nei processi, di spiare le comunicazioni e i computer di chiunque senza autorizzazione dell'autorità giudiziaria. Nell'Atto è previsto il reato di "narco-terrorismo" con pena obbligatoria minima di 20 anni di carcere. Vi potranno incorrere coloro che - magari a propria insaputa - commettano reati di droga "direttamente o indirettamente" connessi con persone od organizzazioni definite 'terroristiche' dall'Amministrazione. In conclusione Pitt chiede ai cittadini americani di appoggiare i valori e gli ideali della costituzione che fanno dell'America ciò che è, e chiede loro anche, in quanto patrioti, di opporsi all'Atto Patriottico così come al futuro Victory Act.
Sembra che in Texas, come in molte altre comunità americane, si sia già formata una forte opposizione all'Atto Patriottico. Ad esempio lo ha bocciato il Comune di Austin, capitale dello stato, in una risoluzione votata il 25 settembre. Simili risoluzioni sono state adottate da almeno altri 170 comuni o contee degli Stati Uniti.
Noi sappiamo che purtroppo l'America non ha dato prova nei decenni di un assoluto rispetto dello spirito della propria costituzione (la pena di morte di per sé è già una grave contraddizione), ed il Texas in particolare è fra gli stati più retrogradi in cui molte ingiustizie sociali, razziali ed economiche vengono regolarmente compiute. Siamo tuttavia felici di apprendere che almeno le più aperte e dirette violazioni delle libertà e dei diritti civili degli Americani troveranno una discreta opposizione anche da parte dei cittadini più conservatori.
(Grazia)
15) CRUDELI ASTUZIE DI UN UOMO AVIDO
Alla fine del diciannovesimo secolo l'elettricità stava cominciando a rivelarsi un'innovazione tecnologica di grandissima utilità, ma, come ogni innovazione, suscitava non poche preoccupazioni e perplessità fra la popolazione. Due aziende si contendevano il monopolio della diffusione nelle città americane di questa novità: la ditta di Edison e quella di Westinghouse.
Il primo offriva ai cittadini la corrente continua, l'altro proponeva la corrente alternata. La rivalità era grande, perché l'appalto delle forniture nelle città costituiva ovviamente una fonte di immensi profitti. E fu così che, tanto per cambiare, fu proprio l'avidità di grossi guadagni a spingere Edison a formulare una "geniale" trovata pubblicitaria "indiretta". Sfruttando la paura più o meno consapevole delle persone nei confronti dell'elettricità, e approfittando del desiderio, maturato in quell'epoca, di propinare ai condannati a morte una fine più decorosa e "umana" delle impiccagioni, egli propose ufficialmente l'introduzione della sedia elettrica. Sostenne a spada tratta che il miglior tipo di corrente da usare, per quel genere di utilizzo, era... la corrente alternata del suo rivale Westinghouse. E così, nel 1888, una commissione designata dal parlamento dello stato di New York, raccomandò l'uso della sedia elettrica per le esecuzioni, garantendo che la morte conseguente sarebbe stata "istantanea ed indolore" e "priva di qualsiasi tipo di barbarie". Pare che Westinghouse, che naturalmente capì subito la macchinazione messa in atto dal suo astuto avversario, assoldasse segretamente un abilissimo avvocato per la difesa del primo imputato che avrebbe potuto essere giustiziato sulla sedia elettrica e, dopo la condanna di costui, per appellarsi contro l'uso della sedia, giungendo fino alla Corte Suprema.
Associare nei cittadini l'idea della morte con quella della corrente alternata, proposta da Westinghouse, era già una mossa molto valida per screditarlo, senza contare che poi, come probabilmente aveva intuito Edison, il processo di elettrocuzione si rivelò tutt'altro che istantaneo, anzi quasi sempre mostruosamente prolungato, nonché rivoltante anche per i testimoni alle esecuzioni.
Ancora una volta, come era accaduto in precedenza e come accade ancora nel nostro presente, le più odiose crudeltà contro gli esseri viventi, umani e non, vennero portate avanti consapevolmente per il puro profitto economico.
Questi fatti sono narrati in un libro di Mark Essig recentemente uscito in America: "Edison and the Electric Chair"
(Grazia)
16) INNO ALLA VITA DALLA "PIER LOMBARDO" DI NOVARA
Grazia aveva ragione quando, in quel di Marzo 2003, ha affermato che "qualche timido germoglio" sarebbe sbocciato tra i giovanissimi della SMS "P: Lombardo " di Novara. Dopo sette mesi dall'incontro dei ragazzi delle classi terze con la nostra amatissima coordinatrice del gruppo "Comitato Paul Rougeau" di Torino, posso assolutamente dire che quel timido germoglio si è trasformato in fiore...
... Nelle pagine dei diari: Caro Diario, come stai? Io sono triste. Oggi in classe abbiamo letto delle lettere di condannati a morte, e alcuni ingiustamente... 5/02/03
Caro Diario, sono sempre più triste.Oggi abbiamo visto il film "Difesa a oltranza"...E' stato un film commovente...L'avvocato di difesa della giovane condannata prende molto a cuore la vita della donna, cerca in tutti i modi di salvarla ma non ci riesce... ho capito che se una persona è innocente bisogna fare ricerche molto approfondite... 24/02/03
Caro Diario, oggi in classe abbiamo aperto un dibattito sul film... Io resterò contrario alla pena di morte perché non è giusto togliere la vita agli altri in quanto è sacra... Matteo 3F 26/02/03
... In lettere scritte di getto ad un condannato a morte : Caro Raymond... Sono Lucia, una ragazzina italiana che ha letto la tua lettera... E' stata molto toccante per me e la mia classe... io comprendo la tua rabbia, il tuo dolore per una pena che trovi ingiusta, spietata e priva di senso... capisco la tua angoscia, la tua disperazione... A scuola si è tenuto un dibattito sulla pena di morte, il concetto che è stato ribadito più volte è stato quello della sacralità della vita... Se un uomo, preso da forti emozioni, uccide, lo Stato "a freddo" non ha il diritto di ucciderlo, altrimenti ripeterebbe il crimine commesso dall'assassino... Anche se le tue speranze stanno per esaurirsi, io e i miei compagni ti diciamo che devi continuare a sperare nella grazia del governatore e soprattutto nel perdono di Dio... Ti penseremo spesso.
Caro Raymond... leggendo la tua lettera, mi ha colpito molto il modo in cui vi trattano nel "braccio della morte" già sapendo che da un giorno all'altro dovrete essere uccisi... magari tu ti trovi in prigione, condannato a morte, solo perché qualcuno, minacciato o pagato, ha dichiarato il falso contro di te, e in questo momento il vero assassino si aggira libero per le vie d'America... Erika.
Caro Raymond... io credo in Dio e ho imparato che chi sbaglia deve essere sempre perdonato, aiutato, non deve essere abbandonato a se stesso... Pregherò per te, Anna.
Caro Raymond,... trovo ingiusto che,chi non se lo può permettere, debba avere un avvocato d'ufficio spesso incompetente e a volte anche alcolizzato o drogato...
Caro Roger, Ho letto la tua lettera e sono ancora sconvolto per le tue parole. Questa notte non ho dormito perché pensavo alle tue condizioni di condannato, deve essere atroce sapere che tra poco la propria vita avrà fine e, soprattutto sapere in che modo... Spillo.
...Ho apprezzato molto la tua sincerità e ti credo quando dici di essere innocente... Ora che sto vivendo insieme a te questa grave ingiustizia, mi rendo conto di quanto sia ingiusto e insensato mantenere in vigore la pena di morte, perché questo significa togliere la vita a una persona che, anche se colpevole, avrebbe potuto migliorare, magari studiare... cambiare completamente... Con affetto, Flavio.
... In riflessioni calme ma sofferte:... ma la pena di morte è corretta?, si chiede Michela, ... sono convinta che non c'è una soluzione perfetta al problema del terrorismo e dei reati in genere, ma togliere la vita non è mai corretto, neanche se il colpevole ha commesso un omicidio, uccidendolo ci metteremmo soltanto alla pari con lui..., la vita è sacra e non si deve togliere a nessuno, si può far recuperare un condannato che, a volte vittima di droga, alcol o di persone, non ha compiuto volontariamente il fatto, fino a farlo diventare una persona splendida come Paula Cooper, la ragazza che aveva ucciso la sua catechista, ma ucciderlo mai...
Mi ha colpito molto il film "DIFESA A OLTRANZA", dice Federica... non credo che riuscirò a dimenticare la crudeltà e l'avidità di potere di molti governatori, né il coraggio e la costanza del giovane e inesperto avvocato di difesa di Cindy. Ha creduto in lei e nelle sue possibilità di riscatto, ed è stato proprio questo il motivo per cui Cindy stava cambiando...
Con la pena di morte non si rende la vita alla vittima del delitto ma la si toglie all'assassino, c'e dunque una sorta di compensazione, ma di morte... Anche in Italia si sente spesso la voce di chi vorrebbe l'applicazione della pena capitale in casi particolari come le stragi terroristiche e delitti mafiosi......io credo invece che i reati, anche gravi, richiedano correzione, pene per chi li commette, severe punizioni, ma mai la morte... E' dovere dello Stato proteggere la vita di tutti i cittadini rispettando la dignità della persona..., afferma con forza Martina.
Si è constatato che, nei paesi in cui vige la pena capitale, gli omicidi non sono diminuiti, anzi sono aumentati..., osserva Annalisa... ma, continua, non bisogna dimenticare il grande Cammino che è stato fatto, perché in alcuni Paesi le esecuzioni sono diminuite, e questa è una cosa positiva...
La pena di morte fondamentalmente è una contraddizione, pensa Elisabetta..., come una manifestazione pacifista in cui si lanciano bombe per protestare contro la guerra... E poi, dove sono finiti i principi di uguaglianza, fraternità e democrazia? ... Noi che ci riteniamo intoccabili e giusti, uccidiamo un uomo sotto le false spoglie della giustizia, ma che razza di persone siamo?...
Dopo il dibattito sulla pena di morte, ho cambiato del tutto la mia opinione... osservando la cella virtuale ho capito che i condannati vivono malissimo fino all'ultimo istante, col continuo pensiero della morte imminente... dichiara Andrea... La vendetta è una reazione istintiva dell'uomo, ma non è giusto farsi accecare dalla rabbia e vivere nel desiderio che chi ha sbagliato muoia...
... La DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI, conclude autorevolmente Tancredi, afferma il diritto alla VITA e il diritto a non essere sottoposti a pene crudeli, disumane. Non deve mai essere consentito uccidere per punire... Sono sempre stato fermamente contrario alla pena di morte, e ancor più lo sono adesso, dopo la partecipazione al dibattito sull'argomento... Perciò apprezzo tutte le associazioni che si battono affinché, finalmente, questo medievale strumento di punizione venga abolito in tutto il mondo.
Le dichiarazioni dei ragazzi della Scuola Media Pier Lombardo di Novara sono la prova evidente che se il cuore di un adolescente è particolarmente toccato da una storia di morte , e di morte ingiusta e crudele, tanto più invoca rabbiosamente la VITA per TUTTI, NESSUNO escluso. E noi adulti non dobbiamo disattendere il loro messaggio di speranza in un mondo migliore e più giusto. (Anna Maria)
17) NOTIZIARIO
Arkansas. Cura forzata dei malati mentali da giustiziare.
Il caso di Charles Singleton, malato mentale condannato a morte in Arkansas, è arrivato alla Corte suprema federale che ha definitivamente respinto il suo appello affermando così un principio valido per tutti gli Stati Uniti. La massima corte il 6 ottobre ha rigettato senza commento il ricorso di Singleton che contestava la violazione dei suoi diritti costituzionali per aver subito una cura farmacologica forzata che gli ha permesso di riacquistare il minimo di consapevolezza richiesto per essere giustiziato. Negli Stati Uniti è quindi possibile 'giustiziare' un condannato che ha riguadagnato una sufficiente sanità mentale tramite la somministrazione forzata di una cura idonea.
Globale. Celebrata la giornata abolizionista mondiale.
Il 10 ottobre si è celebrata - con eventi piccoli e grandi - la Prima giornata mondiale contro la pena di morte. La manifestazione è stata organizzata dalla Coalizione mondiale contro la pena di morte. La Coalizione mondiale, nata il 13 settembre 2002, è promossa dall'associazione francese 'Ensemble contre la peine de mort' e dalla Comunità di Sant'Egidio, di essa fanno parte Amnesty e tutte le maggiori 'coalizioni' e associazioni che si battono contro la pena capitale. In occasione della Giornata mondiale particolarmente significativo è stato il pronunciamento contro la sanzione capitale dell'Unione Europea. L'UE ha illustrato le sue molteplici attività a livello internazionale finalizzate all'abolizione della pena di morte per 'la promozione della dignità umana e lo sviluppo dei diritti umani.'
Illinois. Mancato conferimento del Nobel a George Ryan.
L'ex Governatore dell'Illinois George Ryan che in gennaio compì il coraggioso gesto di vuotare il braccio della morte del suo stato, concedendo 4 grazie e commutando 167 condanne a morte, è diventato un convinto ed attivo abolizionista. Egli partecipa ad eventi in tutto il mondo in cui si chiede l'abolizione della pena di morte. All'inizio di ottobre sono trapelate voci che lo davano tra i 'finalisti' del premio Nobel per la Pace di quest'anno, in lizza con il pontefice Giovanni Paolo II. Il 10 ottobre quando si è saputo che il Nobel per la Pace era stato conferito all'attivista iraniana per i diritti umani Shirin Ebadi, un po' di disappunto si è manifestato tra i sostenitori di George Ryan. Se il prestigioso premio fosse stato conseguito da Ryan la causa abolizionista se ne sarebbe non poco avvantaggiata.
Nazioni Unite. Berlusconi per l'Unione Europea parla contro la pena di morte.
Intervenendo all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 24 settembre in qualità di Presidente di turno dell'Unione Europea, Silvio Berlusconi ha perorato 'la moratoria universale della pena di morte' dichiarando: "L'abolizione è il nostro scopo principale ma dove la pena di morte è ancora praticata chiediamo che il suo uso si arresti per una generale moratoria delle esecuzioni."
Questo numero è stato chiuso il 15 Ottobre 2003