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FOGLIO  DI COLLEGAMENTO  INTERNO

 

DEL COMITATO PAUL ROUGEAU

 

Numero 324  -  Novembre 2024

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Richard Moore

SOMMARIO :

 

1) La Carolina del Sud uccide Richard Moore ignorando le richieste di clemenza

2) Trump perseguirà la pena di morte a livello federale

3) La Corte Suprema del Texas apre la strada all'esecuzione nel caso del “bambino scosso”

4) Il Comitato Paul Rougeau deve “socchiudere” i battenti

5) Nuovo Statuto del Comitato Paul Rougeau

1) LA CAROLINA DEL SUD UCCIDE RICHARD MOORE IGNORANDO LE RICHIESTE DI CLEMENZA

 

Il primo novembre la Carolina del Sud ha messo a morte il cinquantanovenne Richard Moore tramite iniezione letale, nonostante un ampio appello alla clemenza firmato da molte persone, inclusi 3 giurati e il giudice del suo processo originario, un ex direttore del carcere, pastori e membri della sua famiglia.

Moore era stato riconosciuto colpevole dell'omicidio di James Mahoney, il commesso di un minimarket, nel settembre 1999 e condannato a morte 2 anni dopo. Moore era entrato nel negozio disarmato, aveva sottratto la pistola alla vittima quando questi gliela aveva puntata contro e gli aveva sparato mortalmente al petto mentre la vittima gli aveva sparato, con una seconda pistola, al braccio.

Gli avvocati di Moore avevano chiesto al governatore repubblicano Henry McMaster di commutare la sua condanna in ergastolo senza possibilità di uscita sulla parola, tenendo conto del suo impeccabile comportamento in carcere e della sua volontà di essere un mentore per gli altri detenuti. Avevano anche detto che sarebbe stato ingiusto mettere a morte qualcuno per quella che potrebbe essere considerata legittima difesa e ingiusto che Moore, Afroamericano, fosse l'unico detenuto nel braccio della morte dello stato condannato da una giuria di soli bianchi.

Ma McMaster ha rifiutato di concedere la clemenza. In una lettera non ha fornito una motivazione, ma ha detto di aver esaminato tutti gli elementi presentati dagli avvocati di Moore e di aver parlato con la famiglia della vittima.

Il governatore ha detto prima dell'esecuzione che avrebbe esaminato attentamente tutto ciò che gli avvocati di Moore avevano inviato e, come di consueto, avrebbe atteso fino a pochi minuti prima dell'inizio dell'esecuzione per annunciare la sua decisione, dopo aver sentito che tutti gli appelli erano stati conclusi.

"La clemenza è una questione di grazia, una questione di pietà. Non esiste uno standard. Non esiste una vera legge in merito", ha detto McMaster ai giornalisti alla vigilia dell’esecuzione. Evidentemente, lui di pietà non ne ha avuta.

I procuratori e i parenti di Mahoney non hanno parlato pubblicamente né nelle settimane precedenti l'esecuzione né dopo. In passato, i familiari avevano affermato di aver sofferto profondamente e di volere che fosse fatta giustizia.

Gli avvocati di Moore hanno dichiarato che i suoi avvocati originali non avevano analizzato attentamente la scena del crimine e non avevano confutato l'affermazione dei procuratori, secondo cui Moore, che era entrato nel negozio disarmato, aveva sparato e che la sua intenzione fin dall'inizio era una rapina.

Secondo il loro racconto, l'impiegato aveva puntato la pistola contro Moore dopo che i due avevano litigato perché a Moore mancavano 12 centesimi per pagare quello che voleva comprare.

Moore ha detto di aver strappato la pistola dalla mano di Mahoney e che l'impiegato aveva tirato fuori una seconda arma. Moore fu colpito al braccio e rispose al fuoco, colpendo Mahoney al petto. Andò poi dietro il bancone e rubò circa 1.400 dollari.

Nessun altro nel braccio della morte della Carolina del Sud ha iniziato il suo crimine disarmato e senza alcuna intenzione di uccidere, hanno affermato gli attuali avvocati di Moore.

Jon Ozmint, un ex procuratore che è stato direttore del Dipartimento di correzione della Carolina del Sud dal 2003 al 2011 e che ha aggiunto la sua voce a coloro che chiedevano clemenza, ha affermato che il caso di Moore non era il peggiore dei peggiori tipi di crimine che di solito porterebbero a un caso di pena di morte. “Ci sono molte persone che non sono state condannate a morte ma hanno commesso crimini molto più atroci”, ha detto Ozmint, citando l'esempio di Todd Kohlhepp, che è stato condannato all'ergastolo dopo essersi dichiarato colpevole di aver ucciso 7 persone, tra cui una donna che aveva violentato e torturato per giorni.

"Questa esecuzione sottolinea i difetti del sistema di pena di morte della Carolina del Sud. La scelta di chi viene giustiziato rispetto a chi è autorizzato a trascorrere la propria vita in prigione sembra essere basata su nient'altro che il caso, la razza o il censo. È intollerabile che il nostro stato distribuisca la punizione definitiva in modo così casuale", ha detto lo studio legale Justice 360, che rappresentava Moore.

Nessun governatore della Carolina del Sud ha mai commutato una condanna a morte e sono state effettuate 45 esecuzioni nello stato da quando la Corte Suprema degli Stati Uniti ha consentito agli stati di riprenderle quasi 50 anni fa.

A differenza delle esecuzioni precedenti, il sipario della camera della morte era aperto quando sono arrivati i testimoni dei media. Le ultime parole di Moore erano già state lette da Lindsey Vann, il suo avvocato da 10 anni.

Moore aveva gli occhi chiusi e la testa rivolta verso il soffitto. Un dipendente della prigione annunciò che l'esecuzione poteva iniziare alle 18,01. Moore fece diversi respiri profondi e sembrò russare per il minuto successivo. Poi fece alcuni respiri superficiali fino alle 18,04 circa, quando il suo respiro si fermò. Non mostrò evidenti segni di disagio e fu dichiarato morto alle 18,24.

La Vann pianse quando l'impiegato annunciò che l'esecuzione poteva iniziare. Stringeva un braccialetto-rosario con una croce. Seduto accanto a lei c'era un consigliere spirituale, con le mani sulle ginocchia, i palmi rivolti verso l'alto.

Erano presenti anche due membri della famiglia della vittima, insieme all'avvocato Barry Barnette, che faceva parte del team dell'accusa che aveva condannato Moore. Osservarono la scena senza battere ciglio.

In seguito, la portavoce della prigione Chrysti Shain lesse le ultime parole di Moore in una conferenza stampa: "Alla famiglia del signor James Mahoney, sono profondamente dispiaciuto per il dolore e la tristezza che vi ho causato", ha detto. "Ai miei figli e nipoti, vi amo e sono così orgoglioso di voi. Grazie per la gioia che avete portato nella mia vita. A tutti i miei familiari e amici, nuovi e vecchi, grazie per il vostro amore e sostegno".

Tre giurati che avevano condannato Moore a morte nel 2001 avevano inviato lettere chiedendo a McMaster di commutare la sua condanna in ergastolo senza possibilità di uscita sulla parola. A loro si erano uniti un ex direttore della prigione statale, il giudice del processo di Moore, suo figlio e sua figlia, una mezza dozzina di amici d'infanzia e diversi pastori.

Hanno tutti detto che Moore era un uomo cambiato che amava Dio, adorava i suoi nipotini, aiutava le guardie a mantenere la pace e faceva da mentore ad altri prigionieri. Il cambiamento era avvenuto mesi dopo che la sua dipendenza dalla droga aveva offuscato il suo giudizio e portato alla sparatoria in cui Mahoney era stato ucciso, secondo la richiesta di clemenza.

"Non era un pericolo per nessuno e lo Stato ha eliminato un brillante esempio di riforma e riabilitazione", ha affermato in una dichiarazione lo studio legale Justice 360. "Uccidendo Richard, lo Stato ha anche creato più vittime. I figli di Richard sono ora senza padre e i suoi nipoti dovranno crescere senza il loro "Pa Pa".

In precedenza, 2 date di esecuzione fissate per Moore erano state rinviate mentre lo stato risolveva i problemi che avevano determinato una pausa delle esecuzioni di 13 anni, tra cui il rifiuto delle aziende di fornire i farmaci per l'iniezione letale, un ostacolo che è stato risolto approvando una legge sulla segretezza.

Moore è il secondo detenuto giustiziato in South Carolina da quando sono riprese le esecuzioni. Altri 4 hanno terminato gli appelli e lo stato sembra pronto a metterli a morte a intervalli di 5 settimane fino alla primavera. Ora ci sono 30 persone nel braccio della morte. (Grazia)

2) TRUMP PERSEGUIRÀ LA PENA DI MORTE A LIVELLO FEDERALE

 

I piani del presidente eletto Donald Trump per ampliare le esecuzioni federali negli Stati Uniti d’America sollevano preoccupazioni etiche e potenziali sfide.

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Donald Trump

Con l’intensificarsi della corsa presidenziale del 2024, Donald Trump era tornato a fare notizia, in particolare con la sua controversa posizione sulla pena di morte a livello federale. L'ex presidente, tornato in campagna elettorale dopo il suo precedente mandato, aveva chiarito di avere piani ambiziosi per la pena capitale. Trump aveva evidenziato la sua intenzione di espandere l’ammissibilità delle esecuzioni federali per includere non solo i crimini più atroci ma anche reati come il traffico di droga. Una mossa che molti trovano allarmante e potenzialmente divisiva, che pone le basi per notevoli sfide legali e dibattiti etici sulla pena di morte.

Durante l’annuncio della sua candidatura, Trump non aveva trattenuto il suo disprezzo per i trafficanti, etichettandoli come “persone terribili, terribili, orribili” responsabili di morte e crimini in tutta l’America. Aveva espresso il suo impegno a ritenere responsabili coloro che vengono sorpresi a vendere droga, affermando di volere che anche loro affrontino la pena capitale. Secondo Trump, il concetto è profondamente basato sulla necessità di ripristinare la legge e l’ordine, che è convinto abbia sofferto in modo significativo negli ultimi anni.

Questa spinta pone diverse domande sull’applicazione della pena di morte e sulle più ampie ramificazioni legali. I critici sostengono che l’espansione della pena capitale da parte di Trump non solo porterebbe a sfide legali, ma aggraverebbe anche le questioni esistenti all’interno del sistema giudiziario, sollevando preoccupazioni su giustizia ed equità. Molti si stanno interrogando sul rischio di condanne errate e sull’impatto sociale di misure così severe.

Con vari stati attualmente alle prese con le proprie posizioni sulla pena capitale, la rinnovata attenzione di Trump su di essa potrebbe riportare il dibattito nazionale sulla pena di morte. Gli Stati con tassi di esecuzioni storicamente più bassi potrebbero trovarsi costretti ad adottare sanzioni più severe, il che potrebbe portare a standard giuridici contrastanti, in tutto il Paese. La disparità tra gli Stati potrebbe determinare sfide significative e domande di vasta portata sulla coerenza del sistema giudiziario.

Oltre all’espansione della pena di morte federale, Trump accenna anche alla possibilità di graziare gli individui condannati per reati di droga durante la sua amministrazione, compresi quelli che stanno affrontando lunghe condanne ai sensi delle rigide leggi federali sulla droga. Questa possibilità di graziare gli individui dimostra il suo desiderio di rimodellare alcuni aspetti del sistema di giustizia penale. Trump sottolinea la necessità di riconsiderare le sentenze, in particolare per coloro le cui vite sono state colpite da severe leggi sulla droga, che secondo molti colpiscono in modo sproporzionato le popolazioni vulnerabili.

Anche se queste mosse potrebbero trovare risonanza nella sua base, soprattutto in coloro che vedono il traffico di droga come terrorismo e danno pubblico, l’opinione pubblica americana in generale appare divisa. Vari sondaggi indicano preoccupazione non solo per l’applicazione della pena di morte, ma anche per le questioni di fondo della tossicodipendenza, delle disuguaglianze sociali e del razzismo sistemico all’interno del sistema giudiziario. Vi è un crescente sostegno alla riforma delle leggi sulla droga invece di rafforzare le sanzioni severe, riflettendo il sentimento pubblico riguardo alla giustizia e all’equità.

Voci opposte, tra cui esperti legali e difensori dei diritti umani, si stanno preparando a lanciare sfide contro qualsiasi tentativo di espandere unilateralmente lo status della pena di morte. Esprimono il timore di un ritorno all'abuso della pena capitale, soprattutto contro i gruppi emarginati. Gli attivisti sostengono che lavorare sulla legislazione per riformare le leggi sulla droga potrebbe fornire risultati più positivi piuttosto che tornare alla pena capitale come soluzione.

Nel corso della campagna elettorale, la retorica di Trump ha catturato l’attenzione, sollevando perplessità mentre delineava le sue proposte per affrontare la criminalità e la sicurezza. I suoi sostenitori si sono mobilitati attorno al suo impegno nel combattere quelle che percepiscono come crescenti minacce criminali. Tuttavia, molti critici sono scettici riguardo alle sue politiche istintive, preoccupati che le stesse non possano andare efficacemente alle radici della criminalità ma che invece possano esacerbare i problemi, portando alcuni a mettere in dubbio l’efficacia delle politiche punitive.

I critici dei piani di Trump sostengono che numerosi studi dimostrano disparità razziali e socioeconomiche riguardo alla pena capitale, illustrando il potenziale di pregiudizio all’interno dei sistemi giudiziari. Temono che il ripristino di sanzioni severe possa rafforzare i cicli di povertà e criminalizzazione piuttosto che avvicinarsi agli sforzi di recupero e riabilitazione per i delinquenti, in particolare per quelli che commettono reati per la prima volta o non violenti.

Per coloro che sono già coinvolti nel sistema di giustizia penale, l’agenda di Trump potrebbe avere conseguenze dirette e durature, soprattutto se riuscisse a rimodellare le leggi sulla pena di morte nelle prime fasi del suo secondo mandato. Molti sostenitori della riforma della giustizia penale stanno intensificando gli sforzi per mettere in luce le questioni interne al sistema penale, cercando di cambiare la percezione pubblica sui reati di droga e sulle loro conseguenze.

Gli esperti legali sottolineano le conseguenze del ripristino della pena capitale e la conseguente confusione che potrebbe creare tra le varie giurisdizioni. Con il Paese perseguitato da questioni di ingiustizia razziale e difetti sistemici all’interno del quadro giuridico, il ripristino dell’applicazione estensiva della pena di morte probabilmente riaccenderà feroci controversie legali e resusciterà dolorose discussioni storiche sulla moralità della pena capitale.

Mentre Trump mirava a consolidare e dare energia alla sua base elettorale attraverso messaggi di legge e ordine intransigenti, il bilanciamento di queste politiche rigorose all’interno della costruzione federale è rimasto precario.

La reazione degli elettori contro i rigidi codici penali statali lascia a Trump la sfida di unire gli Americani attorno alla sua piattaforma, che potrebbe dipendere dal ripristino della fiducia nelle forze dell’ordine e nell’integrità giudiziaria. Gli osservatori stanno studiando da vicino come gli analisti legali raccontano le ramificazioni di queste politiche proposte, prevedendo effetti sia immediati che a lungo termine della visione di Trump su crimine e punizione.

Ciò che è in gioco non è semplicemente la legislazione; al centro di tutto ciò ci sono le vite di coloro che sono colpiti da queste politiche, e la moralità di togliere vite umane attraverso lo stesso sistema istituito per proteggere la società. Nel complesso, l’approccio di Trump alla pena di morte federale, ai reati legati alla droga, e alla potenziale grazia, presenta questioni sostanziali che i politici e gli elettori devono affrontare. (Anna Maria)

3) LA CORTE SUPREMA DEL TEXAS APRE LA STRADA ALL'ESECUZIONE NEL CASO DEL “BAMBINO SCOSSO”

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Robert Roberson con la figlia Nikki

La Corte ha stabilito che i legislatori del Texas hanno oltrepassato il loro potere quando sono intervenuti per fermare l'esecuzione di Robert Roberson, convocandolo a testimoniare.

La Corte Suprema del Texas ha stabilito che il Texas può procedere con l'esecuzione di Robert Roberson, condannato per l'uccisione della figlia di 2 anni in un caso che si basava sulle prove della sindrome del bambino scosso.

I legislatori di entrambi i partiti della Camera del Texas, che ritenevano che Roberson meritasse un nuovo processo, avevano temporaneamente fermato l'esecuzione il mese scorso, emettendo un mandato di comparizione per Roberson affinché testimoniasse davanti a una commissione della Camera.

Un simile intervento legislativo all'ultimo minuto in un'esecuzione programmata non era mai stato tentato in Texas e ha sollevato nuove questioni sulla separazione dei poteri tra i rami del governo statale.

La Corte Suprema del Texas, nella sua decisione di 31 pagine, ha ritenuto che il mandato di comparizione della commissione legislativa per bloccare l'esecuzione fosse andato oltre i poteri del legislatore.

“Concludiamo che, in queste circostanze, l'autorità della commissione di obbligare a testimoniare non include il potere di annullare il processo legale previsto per l'esecuzione”, ha scritto il giudice Evan Young nella decisione della corte di nove membri, tutti repubblicani.

Ora è possibile fissare una nuova data di esecuzione. Ma per farlo ci vorranno almeno tre mesi, e la corte ha detto che durante questo periodo i legislatori possono ancora chiamare Roberson a testimoniare, e che il ramo esecutivo dovrebbe accogliere tale richiesta.

Il mandato di comparizione della commissione, emesso il 16 ottobre, il giorno prima dell'esecuzione di Roberson, ha costretto a ritardare l'esecuzione della sentenza. Ma i legislatori non sono riusciti a trovare un accordo con le autorità carcerarie dello Stato per decidere se Roberson avrebbe potuto testimoniare di persona o in collegamento video dal carcere, e la questione è stata lasciata alla decisione del tribunale.

La Corte “ha chiarito che si aspetta che il ramo esecutivo del governo ci assecondi” nell'ottenere la testimonianza di Roberson, hanno dichiarato i rappresentanti Joe Moody, democratico, e Jeff Leach, repubblicano, in una dichiarazione congiunta. “Questa è sempre stata la nostra posizione e non vediamo l'ora di lavorare con l'esecutivo per farlo”.

La decisione della Corte non ha affrontato le questioni relative alla condanna del signor Roberson che sono state sollevate dai suoi avvocati. Essi hanno sostenuto la sua innocenza e hanno affermato che sua figlia, Nikki, è morta a causa di una combinazione di polmonite e farmaci prescritti, non a causa di abusi fisici. I suoi avvocati hanno presentato testimoni esperti per sostenere che i pubblici ministeri hanno erroneamente attribuito alcuni aspetti delle condizioni di Nikki alla sindrome del bambino scosso.

Il caso del signor Roberson ha attirato l'attenzione nazionale, anche da parte del romanziere John Grisham e del conduttore televisivo Dr. Phil. Un detective che ha aiutato a indagare e a perseguire il signor Roberson, in parte perché sembrava non mostrare alcuna emozione dopo la morte della figlia, ha detto di aver appreso che il signor Roberson aveva una diagnosi di autismo e pertanto di ritenere adesso che il signor Roberson non abbia commesso il crimine.

Il ritardo prima che l'esecuzione possa essere programmata “speriamo dia tempo a chi ha il potere di evitare un grave errore”, ha detto l'avvocato di Roberson, Gretchen Sween. “Chiediamo allo Stato del Texas di astenersi dal fissare una nuova data di esecuzione”.

L'esecuzione era già stata rinviata una volta, nel 2016. Ma dopo aver ascoltato i ricorsi contro la sua condanna, il massimo tribunale penale dello Stato, la Corte d'Appello Penale, ha permesso che l'esecuzione andasse avanti.

Il Consiglio di grazia e libertà dello Stato non ha raccomandato la clemenza nel caso. Il governatore Greg Abbott, che ha il potere di concedere una tregua di 30 giorni, ha rifiutato di intervenire per fermare l'esecuzione.

Con una sentenza del 15 novembre 2024, la Corte Suprema del Texas ha autorizzato lo Stato a riprogrammare l'esecuzione di Robert Roberson, nonostante le prove inconfutabili della sua innocenza e l'ampio sostegno per un nuovo processo, il Texas ha deciso di riprogrammare l'esecuzione di Robert Roberson. L'esecuzione di Robert Roberson era prevista per il 17 ottobre, ma il 16 ottobre la Commissione per la Giurisprudenza Penale della Camera del Texas aveva emesso un mandato di comparizione per Roberson per testimoniare un giorno dopo la data fissata per l'esecuzione. Un tribunale distrettuale ha temporaneamente sospeso l'esecuzione per consentire a Roberson di testimoniare e lo Stato ha presentato ricorso.

Nel suo parere, la Corte Suprema del Texas ha stabilito che il mandato di comparizione della commissione legislativa ha oltrepassato il suo potere. Il giudice Evan Young ha scritto che la Corte “ha concluso che in queste circostanze l'autorità della commissione di obbligare a testimoniare non include il potere di annullare il processo legale programmato che porta a un'esecuzione”. La Corte ha aggiunto che “dare categoricamente la priorità a una citazione legislativa rispetto a un'esecuzione programmata... diventerebbe un potente strumento legale che potrebbe essere utilizzato non solo per ottenere la testimonianza necessaria, ma anche per impedire un'esecuzione”.

Una nuova data di esecuzione può essere fissata per il signor Roberson non prima di 90 giorni dalla scadenza del primo mandato di esecuzione (17 ottobre 2024). I legislatori stanno ancora cercando di chiamare Roberson a testimoniare di persona davanti alla commissione, uno sforzo che secondo la Corte dovrebbe essere possibile. “Se la commissione desidera ancora ottenere la testimonianza del signor Roberson, riteniamo che il dipartimento possa ragionevolmente accettare un nuovo mandato di comparizione”, ha scritto il giudice Young. La Corte ha aggiunto che “fintanto che un mandato di comparizione viene emesso in modo da non bloccare inevitabilmente un'esecuzione programmata, nulla nella nostra sentenza impedisce alla commissione di perseguire un'azione giudiziaria nel modo ordinario per costringere la testimonianza di un testimone”. In una dichiarazione congiunta rilasciata dopo la decisione della Corte, il presidente della commissione Moody e il membro Jeff Leach hanno affermato che “la Corte Suprema ha rafforzato la nostra convinzione che la nostra commissione possa effettivamente ottenere la testimonianza del signor Roberson e ha chiarito che si aspetta che il ramo esecutivo del governo ci assecondi nel farlo”. I legislatori hanno aggiunto che “non vedono l'ora di lavorare con il ramo esecutivo per fare proprio questo”.

La Corte Suprema del Texas non ha affrontato la questione dell'innocenza di Roberson nella sua decisione. Gretchen Sween, avvocato di Roberson, ha esortato lo Stato ad astenersi dal fissare una nuova data di esecuzione a causa delle “nuove e schiaccianti prove di innocenza” emerse dopo il processo. Roberson ha sostenuto la sua innocenza per la morte della figlia Nikki, di 2 anni, avvenuta nel 2002.

In seguito a nuovi sviluppi scientifici, gli esperti medici hanno ora stabilito che Nikki non è morta per abusi, ma per una combinazione di polmonite, una caduta accidentale e farmaci inappropriati. Nessun tribunale ha preso in considerazione l'intera portata delle nuove prove a disposizione. (Pupa)

4) IL COMITATO PAUL ROUGEAU DEVE “SOCCHIUDERE” I BATTENTI

 

Care amiche e cari amici,

 

ci rivolgiamo a tutti e in particolare a quelli di voi che ci seguono e ci sostengono da tanti anni: dobbiamo farvi una comunicazione importante.

Nel corso del 2024 il Comitato è andato incontro a notevoli problemi di natura organizzativa, dovuti al naturale invecchiamento dei suoi soci attivi, e in particolare ai gravi problemi di salute del nostro tesoriere Paolo, al quale va tutto il nostro affetto e la riconoscenza per gli oltre 30 anni di attenta gestione del conto del Comitato.

Questa situazione ci ha costretti a chiudere il vecchio conto corrente postale. Aprire un nuovo conto è molto complicato, occorrono documenti legali che non abbiamo e per la creazione dei quali non possiamo permetterci di sostenere le spese notarili previste. Inoltre tutti noi soci ancora in attività non ci sentiamo di gestire un bilancio di entrate e uscite di denaro.

Abbiamo pertanto deciso, in una riunione straordinaria del Consiglio Direttivo, di escludere dalle attività del Comitato il sostegno economico ai condannati a morte, limitando il nostro impegno alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica contro la pena di morte. Non giudicateci troppo severamente, considerate che da oltre 30 anni abbiamo fatto tanto, ma le forze ormai sono quelle che sono.

Di fatto, per voi che ci leggete ogni mese, non cambia nulla: il Foglio di Collegamento continuerà ad essere prodotto, fino a quando il nostro Presidente Giuseppe Lodoli si sentirà di gestirne la redazione, con il contributo di Anna Maria, di “Pupa”, di Grazia, e di tutti quelli che vorranno inviarci loro scritti. Anche la pagina Facebook “Amici e sostenitori del Comitato Paul Rougeau” continuerà a essere aggiornata e gestita da Guido.

Cosa cambia allora? Il grosso cambiamento è che nessuno dovrà più inviarci denaro, né per l’iscrizione al Comitato, né per offerte da devolvere ai condannati. Al fine di rendere più chiara la nostra nuova posizione, al termine di questa comunicazione riportiamo il nuovo Statuto del Comitato che è stato deliberato all’unanimità dal Consiglio Direttivo, durante una riunione straordinaria in videoconferenza, l’8 novembre u.s.

Se qualcuno di voi vorrà continuare ad effettuare offerte in denaro per la battaglia abolizionista, vi consigliamo di versare queste offerte:

 

alla Comunità di Sant’Egidio (cfr. https://dona.santegidio.org/?o=7 )

o ad Amnesty International (cfr. https://www.amnesty.it/sostienici/ ),

o ad altre organizzazioni per i diritti umani di vostra scelta.

Quindi, care amiche e cari amici, non chiudiamo i battenti, ma dobbiamo necessariamente “socchiuderli”. Vi chiediamo di restarci accanto, continuando a leggere il nostro Foglio di Collegamento e comunicandoci eventuali proposte di conferenze, dibattiti, recite, ecc. in scuole, parrocchie o altri enti interessati. Saremo ben lieti, nei limiti delle nostre possibilità, di collaborare!

 

Un caro saluto a tutti!

 

Giuseppe, Anna Maria, Grazia, Guido, Maria Antonietta

5) NUOVO STATUTO DEL COMITATO PAUL ROUGEAU

 

Articolo 1

 

Viene mantenuto il nome dell'associazione “Comitato Paul Rougeau / Ellis (one) Unit”

 

Articolo 2

 

Scopo dell'Associazione è di sensibilizzare l’opinione pubblica nel contesto del movimento abolizionista della pena capitale in tutto il mondo e in particolare negli Stati Uniti, nella convinzione che la pena di morte sia una punizione iniqua, degradante, una risposta violenta mai dimostratasi valida come deterrente contro la criminalità.

 

Articolo 3

 

Per raggiungere le proprie finalità, l'Associazione si prefigge di:

 

  • a) Essere strumento di informazione, di sensibilizzazione e di intervento sul tema della pena di morte e sulla sua applicazione nel mondo e negli USA in particolare, attraverso la redazione con cadenza all’incirca mensile di un Foglio di Collegamento contenente vari articoli sul tema della pena di morte, inviandolo per email a un nutrito numero di lettori e inserendolo in un sito Web aperto a tutti;

  • b) Mantenere la gestione di una pagina Facebook “Amici e Sostenitori del Comitato Paul Rougeau”;

  • c) Mantenere rapporti con quelle organizzazioni nazionali e internazionali che agiscono in campo sociale - con particolare riguardo a quelle che operano per il rispetto dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte nel mondo - appoggiandone le iniziative e offrendo il proprio contributo e la propria esperienza partecipando ad eventuali conferenze/ dibattiti/ recite.

  • d) Accogliere, ove possibile, l’invito di scuole, parrocchie, enti vari a recarsi per tenere conferenze e dibattiti sulla pena di morte.

 

Articolo 4

 

L'Associazione è indipendente da governi, partiti politici, confessioni religiose, chiese, e svolge la propria attività a prescindere da ogni tendenza a loro propria.

 

Articolo 5

 

Viene interrotta definitivamente la gestione economica del Comitato.

Ciò significa che il fondo comune già esistente dell'Associazione è costituito dal saldo del precedente conto intestato al Comitato e verrà utilizzato per mantenere negli anni il sito internet e l’adesione del Comitato alla Coalizione Mondiale Contro la Pena di Morte.

Nessuna ulteriore quota verrà versata dai soci e non verranno raccolti fondi per alcun tipo di campagna.

Non verranno effettuati bonifici o elargizioni in denaro ai condannati o ad altre associazioni.

 

Approvato dai membri del Consiglio Direttivo, riunito in videoconferenza l’8 novembre 2024

 

L’edizione e-mail del Foglio di Collegamento è gratuita per tutti, soci e non soci, basta chiederla inviando un messaggio a: prougeau@tiscali.it

 

Questo numero è aggiornato con le informazioni disponibili fino al 30 novembre2024

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