FOGLIO DI COLLEGAMENTO INTERNO
DEL COMITATO PAUL ROUGEAU / ELLIS(ONE) UNIT
Numero 82 - Dicembre 2000 / Gennaio 2001
SOMMARIO:
1) Amico avversario
2) Speriamo nonostante le pessime premesse
3) Resistenza esemplare del governatore dell'Illinois
4) Esecuzioni: grave il bilancio negli Usa, in Texas ed in Oklaoma
5) Condizioni di detenzione disumanizzanti nella Terrell Unit
6) Messa fuori legge la sedia elettrica?
7) Stati esenti dalla pena di morte
8) Braccio di ferro degli abolizionisti filippini col presidente in crisi
9) Tre milioni di firme per la moratoria delle esecuzioni
10) Appello per James V. Allridge III
11) Richieste di corrispondenza
12) Notiziario
13) Uscita la nuova edizione dell'opuscolo del Comitato Paul Rougeau
14) Appello all'autorità palestinese
1) AMICO AVVERSARIO
George W. Bush è stato negli ultimi sei anni Governatore del Texas, lo " Stato della Morte ". Acquisito in dicembre, con l'aiuto decisivo e discutibile della Corte Suprema federale, il diritto a diventare Presidente degli Stati Uniti, ha lasciato il suo incarico all'Hon. Rick Perry. Di Bush, principale rappresentante dell'ottusa e tragica ideologia della pena capitale, gli abolizionisti hanno detto tutto, il peggio di tutto. Si sono anche ricordati che Nostradamus nel 1555 scriveva : 'Arriva il millennio e il dodicesimo mese - Nella casa del massimo potere - L'idiota del villaggio si avanza - Per essere acclamato leader'
Nessuna delle violente accuse fatte a Bush è del tutto infondata, né quella di essere stato uno spietato assassino, né quella di essere politicamente poco perspicace. Egli infatti con i suoi atteggiamenti, con le sue dichiarazioni, con i suoi atti politici ed amministrativi, ha consentito un pauroso incremento delle esecuzioni capitali in Texas. Nei sei anni del suo incarico ce ne sono state ben 152, contro le 87 avvenute nei 18 anni precedenti. Bush si è rifiutato di intervenire per fermare l'uccisione di numerosi condannati che erano minorenni all'epoca del crimine, di minorati mentali, di persone completamente ravvedute nel braccio della morte, di possibili innocenti. E' arrivato a schernire - mimandola - Karla Faye Tucker che, in extremis, gli chiedeva invano pietà. Ma non basta, in suo sadico accanimento contro i condannati alla pena capitale ha consentito di rendere la già durissima detenzione nel braccio della morte uno stato di prolungata tortura.
Certamente, per diventare Presidente degli Stati Uniti occorre avere capacità non comuni, se non altro per raccogliere l'equivalente di centinaia di miliardi di lire da spendere in campagna elettorale. Non possiamo quindi essere d'accordo con Nostradamus che prefigura Bush come lo scemo del villaggio, ma certo a questo 'acclamato leader' è mancata fino ad ora la saggezza del cuore e la sapienza politica. Come verrà giudicato dalla storia ? Come un indomito difensore della giustizia alle soglie del terzo millennio ? O come l'irriducibile assertore di orrori medioevali in uno stato culturalmente arretrato ?
Gli abolizionisti vengono tacciati dai sostenitori della pena capitale di essere 'amici dei criminali'. Con ciò si vuole insinuare che coloro che si oppongono alla pena capitale siano gente pericolosa, incline a simpatizzare con i peggiori delinquenti e, in definitiva, con i peggiori delitti. Anche se quest'accusa è ovviamente ingiusta, è vero che molti abolizionisti sono amici di criminali condannati a morte. Questo perché il legame di solidarietà tra le persone non viene annullato dagli errori che gli uomini possono commettere. Neanche dai peggiori delitti.
Molti abolizionisti non nutrono amicizie per singoli condannati a morte. Ma anche loro sono 'amici dei criminali rinchiusi nel braccio della morte'. Lo sono perché cercano di evitare l'esecuzione della sentenza capitale nei loro riguardi, ritenendolo un atto gravemente ingiusto. E lo sono soprattutto perché ogni battaglia per i diritti umani è una battaglia in favore di tutto il genere umano.
Se siamo amici dei criminali condannati a morte, ai quali cerchiamo di evitare l'esecuzione capitale, lo siamo altrettanto di coloro che li condannano, che cerchiamo di far evolvere e ravvedere.
Siamo amici anche di George W. Bush, lo salutiamo come 'amico avversario' quale nuovo Presidente degli Stati Uniti e gli auguriamo buon lavoro. Lo facciamo con grande sforzo e sperando che egli possa cambiare. Crediamo infatti che chiunque possa riscattarsi.
2) SPERIAMO NONOSTANTE LE PESSIME PREMESSE
Come abbiamo notato più volte, l'Amministrazione Clinton è stata molto prudente riguardo alla pena di morte, sia nella persona del Presidente sia nella persona del Ministro della Giustizia, signora Janet Reno. Quest'ultima, anche se in modo timido e incoerente, ha perfino dichiarato di essere contraria alla pena capitale.
Dobbiamo dare atto a Bill Clinton, nel momento in cui lascia la Casa Bianca, di aver rallentato il meccanismo della pena di morte a livello federale e di aver evitato la ripresa delle esecuzioni sotto il suo mandato. L'ultima esecuzione federale risale al 1963 e starà ora al nuovo presidente Bush decidere se consentire l'inflizione della prima iniezione letale il 21 febbraio p. v. a David Paul Hammer.
Si potrà rimproverare a Clinton il totale rifiuto di affrontare la questione della pena di morte all'interno dei singoli stati e di non aver avuto il coraggio di imporre una moratoria delle esecuzioni a livello federale. Non certo di essere un convinto forcaiolo.
Le premesse per l'Amministrazione entrante sono le peggiori. E' inutile ricordare ancora una volta le idee e le attitudini del neo Presidente George W. Bush. Ci limitiamo a dire qualcosa del Ministro della Giustizia scelto da Bush. Si tratta del senatore John Ashcroft, Governatore del Missouri fino al 1993, distintosi per il totale e spietato appoggio alla pena capitale in uno degli stati che maggiormente applicano la pena di morte. Ashcrof è noto per 'aver messo in croce' il suo successore, Governatore Mel Carnahan, reo di aver concesso la grazia al condannato Darrell Mease in occasione della visita del Pontefice a Saint Louis nel gennaio del 1999. Egli attaccò tanto duramente Carnahan, definendolo in sostanza uno smidollato, che il malcapitato Governatore fu costretto a fare quasi una pubblica abiura e, quel che è peggio, ad incoraggiare una forte ripresa delle esecuzioni in Missouri all'indomani della visita del Papa. Ashcroft nel dicembre scorso ha vinto una battaglia presso il Senato federale per bloccare la nomina - fatta da Bill Clinton - del giudice nero Ronnie White a Presidente della Corte federale Distrettuale di St. Louis. Ashcroft è intervenuto violentemente in aula dipingendo White come un giudice incline a deviare dalla norma, il "più acceso oppositore della pena di morte che io conosca." (White, che in precedenza era giudice presso la Corte Suprema del Missouri, aveva votato per l'accoglimento dei ricorsi in 18 su 59 casi capitali sottoposti alla Corte).
Noi, nonostante le pessime premesse, speriamo. Dopotutto il Presidente degli Stati Uniti deve confrontarsi col mondo civile molto di più di quanto non lo debba fare il Governatore del Texas.
3) RESISTENZA ESEMPLARE DEL GOVERNATORE DELL'ILLINOIS
Il 5 dicembre scorso il Governatore dell'Illinois George Ryan ha parlato agli studenti della Scuola di Legge di Harvard, riaffermando la sua ferma determinazione di mantenere la moratoria delle esecuzioni finché non potrà essere sicuro della colpevolezza di chiunque venga condannato a morte nel suo stato. Come è noto, nel gennaio del 2000 Ryan decretò la sospensione a tempo indeterminato delle esecuzioni citando casi sconvolgenti di confessioni estorte, disonestà dell'accusa e incapacità dei difensori d'ufficio. La sua presa di posizione era conseguita alla scoperta di ben 13 condanne a morte errate. "Nel mio cuore compresi che non si poteva andare avanti così e che non sarei stato in pace con me stesso se lo avessi consentito" ha detto Ryan.
Il Governatore Ryan, che si era sempre dichiarato favorevole alla pena di morte, non ha mai esternato intenzioni abolizioniste, tuttavia il coraggio con cui continua a mantenere in vigore la moratoria - nonostante i feroci attacchi che subisce sia a livello politico che legale - dimostra che in lui si sia nato un ragionevole dubbio sulla liceità della pena di morte in sé. Lo conferma il fatto che egli accetti di buon grado l'apprezzamento dei gruppi abolizionisti dai quali in passato si era tenuto a notevole distanza.
Ryan ammette di aver parlato con George W. Bush della pena di morte. Probabilmente la divergenza tra i due leader repubblicani si è rivelata totale. "Non credo di avere il diritto di insegnare ad altri governatori come governare i loro stati. Evidentemente lui si sentiva a suo agio con le decisioni che prendeva e col sistema penale che aveva in Texas" - ha detto di Bush il governatore dell'Illinois.
4) ESECUZIONI: GRAVE IL BILANCIO NEGLI USA, IN TEXAS E IN OKLAHOMA
Nel 2000 il numero complessivo delle esecuzioni portate a termine negli Stati Uniti d'America è stato di 85, inferiore al numero record del 1999 che era di 98. Il Texas ha però battuto ogni record statale con 40 esecuzioni nell'anno 2000. Mai in passato uno stato aveva ucciso nell'arco di un anno tanti condannati. Complessivamente dal 1977 in poi sono state uccise in Texas con l'iniezione letale 239 persone.
Se confrontiamo i dati degli ultimi due anni, vediamo che nel 1999 si sono avute 35 esecuzioni in Texas e 63 nel resto della nazione, mentre nel 2000 le esecuzioni sono state 40 in Texas e 45 nel resto degli Stati Uniti: ad un amento del 14% delle esecuzioni in Texas fa riscontro una diminuzione del 29% nel resto degli USA.
Il largo margine di aleatorietà che ha il numero di esecuzioni compiute in un anno non ci autorizza a sperare che negli USA si sia instaurata una tendenza al ribasso. Il complesso dei dati degli ultimi cinque anni ci permette però di denunciare una reale tendenza all'aumento delle esecuzioni in Texas, dove si è raggiunto un tasso di esecuzioni per milione di abitanti (2,4) ben superiore a quello che si registra in Cina (0,9).
Da alcuni anni un altro stato, la Virginia, sta tentando di insidiare i record del Texas. Questo stato che ha meno della metà della popolazione del Texas ha compiuto 81 esecuzioni dal 1977 in poi (8 nel 2000).
Un piccolo stato con un crescendo impressionante di esecuzioni è l'Oklahoma governata dal cattolico osservante Frank Keating: ne ha fatte 11 nel 2000 e ne ha programmate 9 all'inizio del 2001. L'11 gennaio, nonostante una forte opposizione nazionale e internazionale, è stata 'giustiziata' Wanda Jean Allen, la prima donna nella storia dell'Oklahoma.
Le previsioni sul numero di esecuzioni nel 2001 non sono incoraggianti specie negli stati più forcaioli, a cominciare dall'Oklahoma, dalla Virginia e dalla Florida governata Jeb Bush fratello di George. Che cosa dire del Texas ? Ci auguriamo che il nuovo governatore Rick Perry non sia in grado di emulare George Bush. Certo è che l'Hon. Perry - che ha sostituito in diverse occasioni Bush impegnato in campagna elettorale - finora non ha mai preso in considerazione di concedere grazie o sospensioni ai condannati a morte. Perry ha inoltre dato via libera alla prima esecuzione sotto il suo governatorato avvenuta il 9 gennaio u. s. Qualche speranza vi è nella possibilità che questo governatore lasci passare leggi che possono limitare le condanne a morte, per esempio una legge che consenta alle giurie di irrogare l'ergastolo senza possibilità di liberazione sulla parola in luogo della pena di morte, delle leggi che migliorino l'assistenza legale agli imputati indigenti e, forse, una legge che escluda finalmente i minorati mentali dalla pena capitale.
5) CONDIZIONI DI DETENZIONE DISUMANIZZANTI NELLA TERRELL UNIT
Negli ultimi mesi i corrispondenti dei condannati a morte hanno ricevuto parecchie lettere di detenuti che denunciano il prolungarsi e l'inasprirsi delle terribili condizioni di segregazione solitaria nel nuovo carcere di massima sicurezza nella Terrell Unit presso Livingston. Vi sono alcuni vantaggi del nuovo braccio derivanti dalla modernità e dalla pulizia della nuova istituzione. Inoltre le guardie sono meno aggressive, la perquisizioni delle celle sono più rispettose degli oggetti di proprietà dei detenuti. Tuttavia il clima di estremo ed asettico isolamento dei prigionieri costituisce un ben più grave svantaggio rispetto alla situazione che si viveva nella vecchia e sgangherata Ellis Unit di Huntsville.
Dice un condannato: "I giorni costituiscono una serie infinita e sono talmente uguali fra loro che non si riesce a distinguerli l'uno dall'altro."
"Quello che tormenta di più gli uomini qui dentro - dice un altro detenuto - è il fatto che non abbiamo nulla da fare. La maggioranza di noi vorrebbe il ripristino del Programma di ammissione alle Attività lavorative, della ricreazione in gruppo, della possibilità di coltivare piccoli hobby in cella e, infine, la televisione. Naturalmente avere tutte queste cose sarebbe l'ideale, ma una sola di tali concessioni sarebbe già un grande miglioramento. La ricreazione in gruppo potrebbe essere un buon punto di partenza, perché la mancanza di contatti tra le persone è molto pesante per la mente e fa crescere la tensione tra gli uomini. Gli esseri umani hanno bisogno di qualche sorta di contatto con i loro simili. Ora abbiamo solo contatti con le guardie quando ci ammanettano prima di uscire dalla cella per andare alla doccia, in sala visite o alla ricreazione (...) Un altro svantaggio è la mancanza di un sufficiente numero di cabine per le visite speciali, per i visitatori che vengono da oltre oceano."
Continua la ricreazione 'singola' (anche se le guardie preferirebbero la ricreazione in piccoli gruppi). Il procedimento per la consegna dei pasti (intorno alle 3:30' del mattino, alle 3:30' del pomeriggio e alle 10 di sera) prevede che il detenuto sieda sulla branda quando viene aperto lo spioncino per il cibo, poi la guardia si allontana e il detenuto può alzarsi, prendere il vassoio e posare sullo spioncino la propria tazza, il detenuto si deve sedere ancora sul letto e la guardia riempie con una bevanda la tazza, la guardia si allontana e il detenuto ritira la bevanda... Questa nuova procedura, adottata quale rappresaglia per l'aggressione senza conseguenze di un cappellano, è talmente complicata che non tutte le guardie vi si uniformano.
Una tortura per i detenuti è l'accensione e lo spegnimento delle luce in cella durante la notte, operata dalle guardie per una miriade di ragioni. L'altoparlante in cella emette un 'ding' ogni 8 secondi fintanto che la luce rimane accesa. I detenuti non possono dormire per più di due ore di fila.
Rick Halperin ha inoltrato agli abolizionisti la seguente lettera giuntagli ai primi di gennaio: "(...) dal 29 dicembre per la ricreazione, specie in cortile, siamo perquisiti nudi nelle nostre celle (...) dobbiamo stare nudi di fronte ad una guardia maschio o femmina (...) ci vengono restituite solo le mutande e le scarpe. Essi trattengono le nostre maglie, le tute e gli shorts e ci fanno uscire fuori [in cortile] alle 6:15' del mattino con una temperatura di 17 gradi (29 dicembre). Qui ci ridanno i vestiti e ci permettono di indossarli. Quando ti vengono a riprendere dopo un'ora o un'ora e mezza (...) ti perquisiscono di nuovo nudo sempre con 17 gradi e davanti ad una guardia di sesso femminile e ad un secondo agente di picchetto in genere di sesso femminile, poi ti riportano indietro in mutande e scarpe. La stessa identica procedura si è ripetuta con 15,5 e con 13,3 gradi di temperatura."
6) MESSA FUORI LEGGE LA SEDIA ELETTRICA ?
Come abbiamo osservato più volte, negli Stati Uniti il senso di raccapriccio per i metodi tradizionali di esecuzione delle condanne a morte, porterà con tutta probabilità nel corso nell'anno appena iniziato all'uso di un unico metodo di esecuzione: l'iniezione letale. Lo sforzo delle amministrazioni più attaccate alla pena di morte è quello di prevenire, con strumenti legislativi autonomi, sentenze delle Corti che dichiarino gli altri metodi 'crudeli ed inusuali' mettendo così in cattiva luce l'istituzione stessa della pena capitale.
In Georgia una recente legge ha vietato l'uso della sedia elettrica per punire crimini futuri, cioè commessi dal 1° maggio 2000 in poi. Il problema rimane per i 129 detenuti che prima di tale data furono condannati a morire, appunto, sulla sedia elettrica. Timothy Carl Dawson, uno di tali detenuti, l'11 gennaio u. s. è riuscito ad ottenere dalla giudice Wendy Shoob della Contea di Fulton una sentenza che dichiara incostituzionale l'uso della sedia elettrica. La giudice Shoob ha sentenziato: "La Corte riconosce che l'elettrocuzione dà luogo ad un processo di morte prolungato, a mutilazioni e distorsioni del corpo, a una violenza fisica inumana e barbara". Anche se si applica soltanto al ricorrente Timothy Dawson, tale sentenza apre la strada ad una quantità di ricorsi e, probabilmente, al riconoscimento dell'incostituzionalità della sedia elettrica in tutti gli Stati Uniti. La Corte Suprema della Georgia, in seguito ad un altro ricorso (v. Notiziario nel n. 81), aveva già preannunciato una sua sentenza in materia.
7) STATI ESENTI DALLA PENA DI MORTE
Non hanno la pena di morte gli stati nordamericani del Minnesota, Wisconsin, Iowa, Michigan, North Dakota, Alaska, Hawaii, West Virginia, Rhode Island, Vermont, Maine e Massachusetts. Non ci sono ragioni particolari perché questi a differenza di altri stati vicini abbiano scelto di non adottare la pena di morte. Come abbiamo ricordato, in questi stati il tasso di omicidi è inferiore a quello che si registra negli stati che applicano la pena capitale.
Nel Minnesota che ha abolito la pena di morte nel 1911, attualmente il 60% dei residenti sono favorevoli alla pena di morte, tuttavia, come osserva Susan Gaertner, pubblico accusatore di carriera, questo orientamento dell'opinione pubblica non ha dato luogo ad azioni legislative. "I legislatori del Minnesota sanno che la pena di morte non è efficace, non è un deterrente, è una lacerante forma di punizione di cui noi semplicemente non abbiamo bisogno", afferma la Gaertner. Altri fattori a suo avviso incidono sul tasso di omicidi, come ad esempio la disoccupazione e i fenomeni demografici, così come gli stanziamenti economici per i servizi di polizia, di accusa e di detenzione.
8) BRACCIO DI FERRO DEGLI ABOLIZIONTI FILIPPINI COL PRESIDENTE IN CRISI
Il Presidente delle Filippine, Joseph Estrada, all'inizio del suo mandato si era schierato per la ripresa delle esecuzioni nel suo paese ed aveva autorizzato l'inflizione dell'iniezione letale in 7 casi a partire dal febbraio 1999. La pena di morte era stata ripristinata dal suo predecessore per 46 tipi di reato, tra cui alcuni non di sangue come lo stupro e l'incesto. Ben 1200 condannati a morte aspettavano nelle galere, per un centinaio di essi la Corte Suprema aveva già respinto l'ultimo ricorso.
Una fortissima opposizione da parte dei ceti più evoluti della società, in particolar modo da parte della Chiesa cattolica, ha in un primo momento messo in difficoltà il Presidente e in un secondo momento lo ha indotto a decretare una moratoria delle esecuzioni per l'anno 2000. Alla scadenza della moratoria, il Presidente Estrada ha poi dichiarato l'intenzione di commutare tutte le sentenze di morte e di appoggiare l'iter legislativo per abolire di nuovo la pena capitale nelle Filippine. Il 10 dicembre, in occasione dell'anniversario della Dichiarazione universale dei Diritti umani, Estrada ha dichiarato durante la Messa: "Oggi stesso commuterò tutte le sentenze di morte in carcere a vita."
Queste mosse presidenziali sono giunte nel bel mezzo di un tentativo di impeachment di Estrada, accusato di corruzione. Per quanto ci riguarda, speriamo che l'iter abolizionista avviato da Joseph Estrada venga completato senza ostacoli e al più presto, sia che rimanga in carica l'attuale presidente sia che ne venga nominato un altro al suo posto.
9) TRE MILIONI DI FIRME PER LA MORATORIA DELLE ESECUZIONI
Il 18 dicembre Mario Marazziti, un esponente della Comunità di Sant'Egidio, ha consegnato a Kofi Annan, Segretario generale delle Nazioni Unite, la famosa petizione che chiede la moratoria delle esecuzioni capitali in tutto il pianeta. La petizione porta 3 milioni e 200 mila firme apposte in tutto il mondo, tra di esse quelle di personaggi prestigiosi come il Dalai Lama e i presidenti di alcuni stati. Una parte delle firme sono state raccolte da Amnesty International e da Suor Helen Prejean ma il grosso di esse - circa 2.700.000 - proviene dalla campagna mondiale lanciata due anni fa dalla Comunità di Sant'Egidio. La petizione, nelle intenzioni dei promotori, doveva servire a sollecitare l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ad approvare una Risoluzione che chiedesse a tutti gli stati di indire una moratoria delle esecuzioni a partire dall'inizio dell'anno 2000. Come sappiamo tale tentativo fallì (v. n. 73 pag. 3) ma l'Italia ha deciso di riproporla tra uno a o due anni.
"Ci sono problemi più grandi nel mondo - ha detto Marazziti - ma questo è un emblematico passo verso la civiltà. Una volta la schiavitù e la tortura erano considerate normali, ma la coscienza moderna non la vede così", similmente abolire la pena capitale porta la coscienza ad un livello più elevato.
Accettando la petizione, Kofi Annan è sembrato annuire. Egli ha ricordato che "molti sostengono ancora che il diritto alla vita può essere perso da coloro che spengono una vita, così come può esser loro tolta la libertà." E' una posizione "fortemente sostenuta da molte persone sagge ed oneste, e io rispetto il loro diritto a sostenere ciò. Ma "se mi è permesso un parere personale, la perdita della vita è troppo assoluta, troppo irreversibile, quando un essere umano la infligge ad un altro, anche se in conseguenza di un processo legale. E credo che le future generazioni, nel mondo intero, finiranno per concordare su questo."
10) APPELLO PRO JAMES V. ALLRIDGE III
Il socio Giorgio Nobili ci scrive: "Attraverso Internet sono arrivato a corrispondere con James Allridge III, rinchiuso nel braccio della morte del Texas dal 1987. James è un artista che ha creato centinaia di pitture, esposte anche a Washington e in Svizzera. Un gruppo di suoi amici nel 1994 ha costituito in suo favore un "Fondo per la Vita". Per aiutare James, il Fondo mette in vendita alcune sue opere il cui ricavato serve anche per un supporto economico alle vittime del crimine e per interventi caritativi. Alcune opere di James Allridge III si possono vedere nel sito http://www.restitutioninc.org . Invito i lettori del presente bollettino a corrispondere con James ed eventualmente ad acquistare le sue pregevoli opere. Il suo indirizzo è:
James V. Allridge III # 000870
- Terrell Unit - 12002 F. M. 350 South -
Livingston, TX 77351 - (USA).
I messaggi inviati alla casella email: Jamesallridgeiii@hotmail.com saranno inoltrati per posta al detenuto. L'indirizzo del Fondo per la Vita, al quale si può chiedere senza impegno un pieghevole che illustra le opere di James nella prospettiva di acquistarne eventualmente una è: Fund For Life - Postfach - CH-4002 Basel (Svizzera)."
11) RICHIESTE DI CORRISPONDENZA
Da Eugene Broxton tramite Giorgio Nobili ci sono arrivate le richieste di due condannati a morte del Texas che desiderano corrispondere con cittadini italiani, si tratta di
Michael Rosales # 999274
e di
Ronnie Hyde #999357.
Per entrambi l'indirizzo è:
Terrell Unit - 12002 F. M. 350 South
- Livingston, TX 77351 - (USA)
12) NOTIZIARIO
Texas
Sarà discusso in giugno dalla Corte Suprema federale il ricorso di Johnny Penry Come abbiamo detto nel numero precedente, Johnny Penry, handicappato mentale con l'intelligenza di un bambino di sette anni, è giunto a meno di quattr'ore dall'iniezione letale il 16 novembre scorso quando un insperato ordine della Corte Suprema federale ha sospeso l'esecuzione. In seguito la stessa Corte ha annunciato di voler prendere in esame il ricorso del condannato. Il ricorso fa presente che, anche nel secondo processo subito da Penry nel 1990, la giuria non prese nella dovuta considerazione, quali possibili attenuanti, lo stato mentale dell'accusato e la sua infanzia abusata. La decisione della Corte Suprema verrà resa nota nel prossimo giugno. Non è del tutto escluso che venga messa di nuovo in discussione la liceità costituzionale di condannare a morte minorati mentali. Nel 1989 la massima corte aveva deciso che, secondo gli orientamenti dell'opinione pubblica americana, non era crudele e quindi incostituzionale 'giustiziare' i minorati. Nel frattempo però l'opinione pubblica statunitense è evoluta e 13 stati hanno proibito la pena di morte per i minorati mentali. Anche in Texas dove i residenti si dicono al 78% favorevoli alla pena di morte, il 73% di essi si dichiara contrario all'irrogazione di tale sanzioni ai deboli di mente. Come ulteriore segno positivo, c'è il proposito del senatore texano Rodney Ellis di far approvare una legge retroattiva che escluda dalla pena di morte coloro che hanno un quoziente di intelligenza uguale o minore di 70. Si spera che il nuovo governatore Rick Perry, a differenza di Bush, lascerà passare questa legge. Se ciò avverrà Penry riceverà clemenza dallo stato che ha cercato in tutti i modi di ucciderlo, ancor prima che la Corte Suprema, che lo ha salvato in extremis, possa dire la sua.
Texas
Il caso di Calvin Burdine di nuovo sospeso Nello scorso numero avevamo riportato la notizia che la Corte federale di Appello del Quinto circuito aveva rigettato la decisione di una corte inferiore e aveva riconfermato la condanna a morte di Calvin Burdine in cui avvocato difensore aveva dormito nel corso del processo. Tale decisione era stata presa (2 contro 1) da un sottoinsieme della Corte formato da soli tre giudici. In seguito la Corte nel suo complesso ha annullato la decisione sfavorevole dei tre giudici ed ha deciso di esaminare il caso con la presenza di tutti e 14 i giudici che la compongono. Una decisione di questo tipo è veramente eccezionale e consente di nutrire qualche speranza in una soluzione positiva di questo famoso caso. "Credo (...) che la maggioranza della Corte abbia dubbi sostanziali sulla correttezza della decisione presa dai tre giudici - ha dichiarato Rober McGlasson attuale difensore di Burdine - secondo la mia esperienza questa è l'unica volta che è stata concessa una nuova udienza con la Corte al completo."
Virginia
Senza risultati l'indagine sullo smarrimento dei reperti nel caso Barnabei Una investigazione sulla sparizione temporanea di un involucro contenete alcuni reperti relativi al caso di Derek Rocco Barnabei è stata eseguita dalla Polizia di Stato della Virginia per ordine del Governatore Gilmore. L'indagine si è conclusa in dicembre senza approdare a nessun risultato significativo. Ricordiamo che il pacco era conservato in una stanza con tripla chiusura ed allarme. Le sole persone cui fu consentito di entrare in quella stanza furono alcuni funzionari di tribunale e gli avvocati sia della difesa che dell'accusa, sempre sotto il controllo di un funzionario. Il pacco scomparve il 29 agosto. Fu ritrovato dai poliziotti che lo cercavano e da un funzionario di tribunale il 1° settembre in un'altra stanza chiusa. Un successivo test del DNA su uno dei reperti contenuti nel pacco (il materiale organico rinvenuto sotto le unghie della vittima) non fu sufficiente ad esonerare l'accusato che fu ucciso come previsto il 14 settembre.
13) USCITA LA NUOVA EDIZIONE DELL'OPUSCOLO DEL COMITATO PAUL ROUGEAU
E' uscita l'edizione datata gennaio 2001 dell'Opuscolo del Comitato Paul Rougeau. Questo libretto in una sessantina di pagine introduce al problema della pena di morte negli Stati Uniti e fornisce informazioni e consigli a coloro che vogliono corrispondere con detenuti nel braccio della morte. Completamente rinnovata ed aggiornata nei dati, l'ultima edizione contiene le storie di alcuni nuovi amici condannati a morte nel Texas e in Florida:
Roger Wayne McGowen (# 000889),
Kenneth Eugene Foster (#999232),
Warfield Raymond Wike (Florida).
L'opuscolo si può ordinare scrivendo alla nostra casella postale, dovranno poi essere corrisposte lire 3000 a copia e un contributo spese di lire 2000 (per qualsiasi numero di copie).
14) APPELLO ALL'AUTORITA' PALESTINESE
Proponiamo ai lettori di inoltrare il seguente appello alla Rappresentanza in Italia dell'Autorità Palestinese per chiedere la cessazione delle condanne e delle esecuzioni capitali. Le condanne a morte oltre tutto vengono inflitte dall'Autorità palestinese in procedimenti in cui appaiono scarse le garanzie di difesa legale degli imputati. Completate la petizione con le firme e gli indirizzi postali e inviatele a:
Delegazione Generale Palestinese
– Piazza S. Giovanni in Laterano,
72 - 00184 Roma
Dear President Yasser Arafat
We are well aware that Palestinian people's condition is extremely dramatic and sad and we grieve over the Israeli military attack and the terrible bloodshed you have suffered in these months. We are nevertheless convinced that the execution of the collaborationists, whom you have condemned to death, far from being a partial solution to your problems, adds only more violence and rage to the already sanguinary situation in your Country. We are sure that these executions cannot be the right way to soothe the tremendous suffering caused by all the attacks you have undergone. Please consider that revenge never brings back the victims or helps in relieving the grief, but is only an addition to aggressiveness. We therefore implore the Palestinian people to stop the executions and to commute all the death sentences.
Respectfully
Traduzione:
Caro Presidente Yasser Arafat,
ci rendiamo perfettamente conto dell'estrema drammaticità e tristezza della condizione del popolo palestinese e deploriamo l'attacco militare israeliano ed il tremendo spargimento di sangue che avete subito in questi mesi. Ciononostante, siamo convinti che l'esecuzione dei collaborazionisti, che avete condannato a morte, lungi dal costituire una parziale soluzione ai vostri problemi, aggiunge solo ulteriore violenza e rabbia alla situazione già sanguinosa del vostro Paese.
Siamo sicuri che queste esecuzioni non possono essere il modo giusto di placare le terribili sofferenze causate dagli attacchi che avete subito. Per favore considerate che la vendetta non restituisce mai le vittime né aiuta a calmare il dolore, ma è solo un'ulteriore aggiunta di aggressività. Pertanto, imploriamo il popolo palestinese di fermare le esecuzioni e di commutare tutte le sentenze di morte.
Rispettosamente
INCONTRO DEL GRUPPO DI TORINO DEL COMITATO PAUL ROUGEAU
Il 3/12/2000 si è tenuto il secondo incontro del "Gruppo Torino" del Comitato Paul Rougeau. Erano presenti: Irene D'Amico, Anna Maria Esposito e suo marito, Grazia Guaschino, Secondo Mosso, Antonietta Passarelli. I soci Francesca Lacaita, Enrico Peyretti, Nadia Tiziani, Luisa Vailati e Katia Versio, che non hanno potuto partecipare ai lavori, hanno chiesto di conoscere i risultati dell’incontro e si sono detti disponibili a collaborare alle attività del gruppo. All’inizio della riunione Irene D’Amico e Grazia Guaschino anno riassunto le decisioni prese dal Consiglio Direttivo durante l'incontro di Piacenza dell'11 novembre. Si è poi discusso delle possibili attività che il gruppo Torino potrebbe svolgere nell'ambito del Comitato, e in particolare sono state prese le seguenti decisioni:
1) Redazione del libro su Gary Graham: Irene D'Amico, Anna Maria Esposito, Grazia Guaschino e Luisa Vailati si sono offerte di partecipare all’esame e alla selezione della documentazione in arrivo dal Texas.
2) Lettere ai VIP italiani: Nadia Tiziani cercherà tramite Internet gli indirizzi dei personaggi famosi del mondo dello spettacolo, della musica e dello sport e invierà loro una lettera richiedente dichiarazioni contro la pena di morte e altre forme di collaborazione nella battaglia abolizionista.
3) Conferenze e dibattiti presso le scuole e/o le parrocchie: Irene D'Amico cercherà di rintracciare una videocassetta che ha per tema un ‘viaggio’ dei giovani attraverso la giustizia americana. Antonietta Passarelli e Anna Maria Esposito si propongono di verificare la possibilità di tenere conferenze sul problema della pena capitale negli istituti in cui insegnano. Grazia Guaschino contatterà Daniele Scaglione per ottenere un'eventuale co-partecipazione di Amnesty ai dibattiti. Su proposta di Irene D’Amico, una volta raccolto il materiale per le conferenze, si realizzeranno alcuni "pacchetti" personalizzati a seconda dei destinatari della conferenza stessa (ragazzi di terza media, allievi delle superiori e adulti).
4) Per quanto riguarda il disegno sulle magliette promozionali, si è scelto il soggetto che raffigura un albero con una foglia "bacata" che si stacca e la scritta "Nessuna vita è inutile - no alla pena di morte". Secondo Mosso contatterà la ditta produttrice per la realizzazione di 50 magliette, di cui una parte a sfondo bianco e l'altra a sfondo grigio "melange” Una volta esauriti gli argomenti da trattare come Gruppo Torino del Comitato Paul Rougeau, si è dato spazio alle problematiche individuali legate ai rapporti dei soci con i detenuti nel braccio della morte.
ADERITE E FATE ADERIRE AL COMITATO !!!
Il Comitato Paul Rougeau riesce ad organizzare iniziative e a raccogliere fondi solo grazie all'azione dei suoi aderenti. Le spese del comitato vengono pagate con le adesioni di ciascuno di noi. Per continuare a lavorare servono quindi NUOVI ADERENTI.
Le quote annuali sono le seguenti:
Socio Ordinario Lit. 40.000
Socio Sostenitore Lit. 80.000
Socio Giovanile (fino a 18 anni o a 26
anni se studente) Lit. 25.000
Abbonamento al solo bollettino (non soci) Lit. 24.000
N. B. I soci in regola con la quota annuale hanno diritto alla ricezione gratuita del Foglio di collegamento. L'edizione email del bollettino e' gratuita per tutti, richiedetela a: mailto:bolcpr@libero.it/
Le quote associative devono essere versate sul c.c.p. n. 45648003, intestato a: Comitato Paul Rougeau, Viale Pubblico Passeggio 46, 29100 Piacenza, specificando la causale e comunicando il proprio numero di telefono, e, se posseduti, il numero di fax e l'indirizzo email. Responsabile dei contatti con i soci e' Loredana Giannini (Tel. 055 474825).
Per contattarci potete scrivere a: Comitato Paul Rougeau C.P. 11035, 00141 Roma Montesacro.
Dalla redazione: il Foglio di collegamento di norma viene spedito il 20 di ogni mese e viene compilato nei giorni fra il 10 e il 19. Pertanto chi vuole far pubblicare appelli, notizie, comu-nicati, iniziative, lettere o riflessioni personali deve far pervenire i testi in tempo utile a un membro del Consiglio Direttivo o, preferibilmente, inviare un mail a prougeau@tin.it
Questo numero è stato chiuso il 19 gennaio 2001.